Crisi climatica nelle campagne italiane, a giugno in 10 giorni 46 violente tempeste di ghiaccio

Coldiretti: «La grandine è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché i chicchi si abbattono sulle produzioni mandando in fumo un intero anno di lavoro»

[12 Giugno 2020]

Prima il gelo, poi la siccità, infine grandine e inondazioni: nell’arco di una sola primavera le campagne italiane stanno sperimentando una dolorosa sintesi della crisi climatica in corso, che si aggiunge alle difficoltà del comparto legate alla pandemia (e all’assenza di lavoratori stranieri) contribuendo a far salire i prezzi di frutta e verdura per i consumatori.

Sulla base della banca dati europea sugli eventi estremi (Eswd), Coldiretti ha rilevato in Italia ben 46 violente tempeste di ghiaccio nella prima decade di giugno, in aumento del 15% delle rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Del tutto inconsuete – aggiungono gli agricoltori – anche le dimensioni del fenomeno con la diffusa caduta di chicchi di grandine grossi come noci che ha offerto scenari suggestivi, da nevicata alla vigilia dell’estate, con strade e piazze completamente imbiancate, come è accaduto per le calli di Venezia o nelle spiagge sul lungomare dell’Adriatico».

Sta di fatto che oggi si contano pesanti danni nelle città e nelle campagne dal Piemonte al Veneto, dalla Lombardia al Friuli, dall’Emilia Romagna alle Marche, dall’Umbria alla Toscana fino alla Puglia. «La grandine – spiega la Coldiretti – è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché i chicchi si abbattono sulle produzioni provocando danni irrimediabili e mandando in fumo un intero anno di lavoro. Ad essere colpiti sono frutteti, vigneti, ortaggi, mais, pomodoro, tabacco ma sono segnalate anche serre sventrate, campi allagati e frane e smottamenti con milioni di euro di danni nelle campagne».

Siamo di fronte alle «evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione» che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con «costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».