Giovani agricoltori, Remaschi risponde a Coldiretti: «Parlano i numeri, forte impegno della Regione»

Accuse di Coldiretti: troppa burocrazia e troppi danni provocati dai cinghiali

[10 Marzo 2020]

Il 5 marzo, dopo un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi, il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi, aveva detto che «La burocrazia in Toscana ha spento il sogno di quasi 2 giovani toscani su 3 che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura con progetti imprenditoriali proprio per quanto riguarda le domande presentate e ammesse a finanziamento solo il 23% è stato effettivamente pagato, con le conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti e rischia ora di trovarsi “scoperto” dal punto di vista finanziario. Il risultato è la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare. Siamo di fronte ad un vero spread per la competitività delle imprese toscane che va recuperato con la semplificazione e la sussidiarietà. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è insieme alla trasparenza dell’informazione ai consumatori il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita.
Il successo del Made in Toscana va sostenuto e incentivato attraverso un piano di promozione regionale che si avvalga di una strategia condivisa e lungimirante che dia una battuta d’arresto ai prezzi dei prodotti agroalimentari di qualità da anni in caduta libera».

A Filippi ha risposto Remaschi sottolineando che «Ci sono due numeri che danno l’esatta misura dello sforzo messo in campo dalla Regione Toscana per favorire il ricambio generazionale tra le nostre imprese agricole: per i giovani agricoltori, da un iniziale programmazione finanziaria del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 di 60 milioni di euro, pari al 6% della dotazione finanziaria di 948 milioni di euro, si è passati a circa 165 milioni di euro, cioè il 17,3%. E senza considerare gli esiti del bando che è ancora aperto, i giovani agricoltori a oggi ammessi a finanziamento con i due precedenti bandi del 2015 e del 2016 sono stati complessivamente 1.032. E non soltanto invito Coldiretti a riflettere sul valore di quei dati  – prosegue – , ma anche sul fatto, cosa che i suoi dirigenti non possono ignorare, che il Programma di sviluppo rurale è un programma condiviso e concordato con le parti interessate, quindi anche con Coldiretti,  e destina le proprie risorse non solo ai giovani ma, ovviamente, anche alle aree rurali e agli investimenti delle imprese agricole. Spiace dirlo, ma tutto questo sottolinea il carattere strumentale di quelle critiche».

La Regione in una nota ricorda che «I bandi emessi per giovani agricoltori sono a oggi tre, compreso l’ultimo per il quale il termine per la presentazione delle domande, che era prevista per 16 marzo, verrà prorogato a causa della situazione che si è determinata per l’emergenza coronavirus. Il primo bando in favore dell’insediamento dei giovani agricoltori è uscito nel 2015 e le risorse inizialmente previste di 40 milioni di euro sono state portate a 100 milioni di euro, questo a dimostrazione della volontà della Regione Toscana di andare incontro alla forte richiesta del mondo giovanile.  Il secondo bando è stato pubblicato nel 2016, con un plafond di 20 milioni di euro che sono stati poi portati a 47 milioni di euro, mentre il terzo bando, quello ancora aperto è stato pubblicato a fine 2019 con una dotazione finanziaria di 18 milioni di euro».

Remaschi conclude: «Voglio anche ricordare che il già significativo dato dei 1032 giovani beneficiari dei contributi non è definitivo: non c’è solo il bando 2019 tuttora aperto, ma va anche considerato che il termine a disposizione per realizzare gli investimenti è di tre anni, più le varie proroghe concesse su richiesta degli stessi giovani interessati, e quindi entro questo anno e il prossimo saranno completati i pagamenti di tutte le risorse allocate nei bandi 2015 e 2016. Abbiamo lavorato in questi anni per fare del Programma di sviluppo rurale uno strumento strategico per costruire il futuro della agricoltura toscana, dove insieme al tema fondamentale del ricambio generazionale ci sono il sostegno alle imprese che vogliono innovare, i premi alle imprese che producono biologico, il sostegno alla  riduzione dell’uso dei fitofarmaci,  la tutela delle nostre foreste, il supporto alla formazione, la diversificazione della attività agricola, con  l’agriturismo e agricoltura sociale. E’ su questi temi che ci attendiamo il contributo e propositivo e autorevole di Coldiretti».

Da Remaschi invece nessun commento alle accuse di Coldiretti sui danni provocati dalla fauna selvatica: «Con gli ungulati più che raddoppiati negli ultimi dieci anni – denuncia Coldiretti Toscana – con una stima dei danni in campagna che supera i 4,5 milioni di euro».
Filippi, durante l’incontro con l’assessore aveva ricordato che «Negli ultimi anni le popolazioni di cinghiali hanno guadagnato terreno rispetto alla presenza umana, mettendo a rischio il patrimonio agroalimentare e zootecnico conservato nel tempo dalle oltre 40mila imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole».