Gli eventi climatici estremi colpiscono il vino italiano, produzione in calo del 20%

Coldiretti: «Per effetto del clima anomalo» addio a una bottiglia di vino made in Italy su cinque

[12 Novembre 2019]

Quest’anno la stagione della vendemmia si è chiusa in chiaroscuro per il vino italiano: secondo le stime fornite dalla più grande organizzazione agricola europea, Coldiretti, sono 44,3 i milioni di ettolitri prodotti (destinati per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt), che assegnano al nostro Paese un primato globale davanti alla Francia (42,2 milioni). La qualità di quest’annata si preannuncia buona/ottima, ma la quantità è in drastico calo: «La vendemmia – informano gli agricoltori – è stata difficile in tutta Europa dove si stima una produzione in 155 milioni di ettolitri, inferiore del 18% rispetto allo scorso anno, a causa principalmente degli eventi climatici estremi, secondo la Commissione europea».

Un calo che in Italia è stato ancora più accentuato, arrivando a -20% sull’anno scorso «per effetto del clima anomalo», il che significa addio a una bottiglia di vino made in Italy su cinque. Un impatto non da poco anche sotto il profilo socioeconomico, viste le dimensioni ormai raggiunte dal comparto.

«Il vino italiano con un fatturato di oltre 11 miliardi di euro è cresciuto scommettendo sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità che rappresentano un modello di riferimento per la crescita dell’intero agroalimentare nazionale», commenta il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «distintività e legame con il territorio sono i fattori competitivi vincenti per l’intero Made in Italy».

Il vigneto Italia – osserva la Coldiretti – con i suoi 658mila ettari coltivati offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. L’esercito del vino spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).