Glifosato: «Gli Stati membri Ue cedono alla lobby della chimica, ignorando gli interessi dei cittadini»

Coalizione StopGlifosato: «Va vietato per garantire tutela della salute e dell’ambiente»

[1 Luglio 2016]

Dopo l’impasse politico la Commissione europea ha autorizzato il 30 giugnoi, nell’ultimo giorno utile, l’uso di glifosato nei campi e nei giardini. La proroga vale per 1 anno e mezzo e non per i 15 anni che normalmente vengono concessi ai prodotti fitosanitari. La Coalizione #StopGlifosato che riunisce ben 46 associazioni e organizzazioni della società civile italiana, avverte: «L’esecutivo europeo non si illuda che questo slittamento faccia abbassare la guardia ai cittadini».

Secondo Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato, «I tempi di eliminazione del glifosato dai nostri campi e dalle nostre tavole sono significativamente ridotti rispetto alla‘”norma” solo grazie alla fortissima mobilitazione dei cittadini. Ma non basta. La Coalizione chiedeva e continua a chiedere con chiarezza un divieto immediato all’uso del glifosato, in applicazione del principio di precauzione che è uno dei temi fondanti dell’Unione. Il glifosato è stato catalogato come probabile cancerogeno dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, lo Iarc di Lione. È inoltre nella lista delle sostanze che attaccano il sistema endocrino, minacciando la sfera sessuale e riproduttiva. Ora si stabilisce un periodo di proroga decisamente più breve per aspettare il parere dell’ Echa, l’Agenzia europea sulle sostanze chimiche: in altre parole si chiedono altri pareri scientifici prima di procedere alla decisione definitiva».

Ma a non prendere la decisione di vietare decisamente a partire da subito,  l’uso dell’erbicida sono stati anche i governi nazionali, come si legga in un comunicato della stessa Commissione Ue: «“Gli Stati membri non sono stati disposti ad assumersi la responsabilità di una decisione e non sono riusciti a raggiungere una maggioranza qualificata né nella riunione del comitato permanente del 6 giugno né in quella di appello del 24 giugno».

Per la Mammuccini, «Si tratta di un ulteriore segnale preoccupante, che parla di una debolezza dei nostri Governi ad assumere su di sé la responsabilità della salute umana e dell’ambiente. Se questa proroga ridotta fosse il tentativo di dilazione per far abbassare la guardia all’opinione pubblica, l’Unione europea e i governi sappiano che non è una strada saggia. I cittadini non abbasseranno l’attenzione e la Coalizione non ridurrà il suo impegno. Veglieremo affinché questo periodo venga effettivamente utilizzato per avere adeguati pareri scientifici e non come manovra dilatoria per far calare la tensione politica intorno a un tema essenziale per la salute degli agricoltori e di tutti i cittadini. Se c’è qualcosa che l’Unione Europea può imparare dai risultati della Brexit è proprio questa: occorre porre più attenzione alle richieste che vengono dalla pubblica opinione, e smettere di rispondere alle sollecitazioni delle multinazionali come Monsanto».