I cocaleros e gli ambientalisti colombiani contro il glifosato

Il governo della Colombia vuole irrorare di glifosato con gli aerei piantagioni e comunità

[15 Aprile 2021]

Ieri, poco dopo che il governo di destra colombiano di Iván Duque ha presentato un decreto punta a riprendere l’irrorazione aerea con il glifosato per distruggere i raccolti di coca, l’Asociación de Cocaleros de Colombia ha confermato le manifestazioni contro questa iniziativa  e Carlos Chapuel, rappresentante dell’associazione, che è a Bogotá per analizzare la situazione, ha annunciato che «I cocaleros inizieranno a pianificare le proteste questo fine settimana e si organizzeranno e si mobiliteranno». Il leader contadino si è lamentato del fatto che, dopo che gli ex guerriglieri delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC) hanno a lasciato il dipartimento di Putumayo, i contadini si asopettavano che arrivasse lo Stato, «Ma non è mai arrivato e i contadini sono stati costretti a tornare a coltivare la coca». Chapuel dice che i contadini vorrebbero sostituire i raccolti illeciti, ma la risposta del governo di Iván Duque è stata debole: «Coltiviamo coca perché non ci sono vie di comunicazione, Le rotte terrestri sono degradate e non ci sono garanzie per commercializzare altri prodotti».

La fumigazione del glifosato, la strategia antidroga scelta dal governo Duque, era stata sospesa nel 2015 dal Consejo Nacional de Estupefacientes (CNE) ed è stata criticata da diverse organizzazioni sociali, nonostante questo Duque il 12 aprile ha firmato il decreto e il ministro della difesa, Diego Molano, ha annunciato che 9 velivoli saranno incaricati di svolgere le attività di irrorazione aerea con glifosato per spazzare viua 26.000 ettari di piantagioni di coca. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera il glifosato potenzialmente cancerogeno e dannoso per l’ambiente.

Secondo il governo della Colombia, «Il decreto non riattiva automaticamente l’irrorazione aerea con glifosato», perché il CNE deve verificare che i sei requisiti richiesti dalla Corte costituzionale nel 2017 riprendano questa strategia. Il problema è che il CNE, che ha l’ultima parola, è presieduto dal Ministro della Giustizia, Wilson Ruiz, e che ne fanno parte i ministri della salute, dell’istruzione, dell’agricoltura, il direttore generale della Policía Nacional, il direttore generale delle Dogane, il capo della il Dipartimento amministrativo dell’aeronautica civile e il Procuratore Generale della Colombia, l’unico che il governo non ha nominato direttamente. E, infatti,  a dare l’annuncio al Paese sono stati i ministri Ruiz e Molano che ha assicurato: «La Colombia deve avere la massima tranquillità che stiamo per effettuare un’irrorazione di precisione che garantisce la licenza ambientale, che protegge l’ambiente, che protegge la salute, che è completamente regolamentata, ma, in particolare, che protegge gli agricoltori. La decisione del presidente Duque, del governo, delle forze armate e della polizia è di andare avanti con l’irrorazione perché il nemico della Colombia sono i raccolti illeciti. Ogni minuto che passa e non andiamo avanti rapidamente nella riduzione di quegli ettari genera più violenza».

Il decreto esclude dall’eradicazione mediante irrorazione aerea le aree che ricadono nel Sistema Parques Nacionales Naturales, i Parques Naturales Regionales,  ecosistemi strategici come paramos, zone umide e mangrovieti Ramsar, specchi d’acqua e centri. villaggi. Indica inoltre che dovrebbe essere effettuata una consultazione preventiva quando è probabile che l’esecuzione del programma di eradicazione abbia un impatto diretto sulle comunità etniche.

Ma questo non rassicura né le comunità locali né la Comisión sobre drogas parlamentare  e 15 senatori  hanno inviato una lettera alla viocepresidente Usa Kamala Harris e al Congresso statuinitense ribadendo che «La fumigazione del glifosato è stata inefficace nel combattere le colture illecite e il traffico di droga, dopo quasi 40 anni di applicazione di questa strategia». Per questo si oppongono al nuovo decreto del governo Duque e chiedono al Congresso e al Presidente Usa che «Questo documento venga preso in considerazione e ne venga tenuto conto nelle decisioni di politica estera in America Latina, per quanto riguarda la lotta al narcotraffico. Siamo a favore dell’attuazione di una politica sulle droghe efficace in termini di costi, basata su prove e che riduca la quantità di vite perse a causa del consumo di droga e dei suoi effetti collaterali». Invece, il Plan Colombia ha dimostrato che «L’uso del glifosato, una sostanza sulla quale sono evidenti i suoi effetti sulla salute delle persone, non è stato efficace nel ridurre l’offerta o la domanda di colture e sostanze illecite. Il glifosato non solo è stato una strategia fallimentare nell’ambito della politica antidroga e di sicurezza, ma ha anche avuto effetti collaterali molto negativi, tra cui evidenziamo la deforestazione in ecosistemi di grande importanza globale come l’Amazzonia». Al contrario, «La sostituzione delle colture è stata una strategia comprovata con tassi di efficacia superiori al 90%. Tuttavia, il Programa Nacional Integral de Sustitución de Cultivos de Uso Ilícito (PNIS), che fa parte dell’accordo di pace firmato dal governo colombiano nel 2016 (con le FARC, ndr) , è sottofinanziato e ha un alto tasso di non conformità. L’aumento della deforestazione e la crescita delle economie illegali sono attività direttamente correlate. Una delle principali cause del disboscamento è la colonizzazione delle foreste per l’insediamento di coltivazioni illecite, principalmente coca».

A marzo, 150 esperti di droga, in gran parte ricercatori di università Usa e della Colombia, avevano scritto una lettera aperta a Biden e alla Harris ricordando loro che l’irrorazione delle piantaguoni di coca con il glifosato era alla base del piano contro il narcotraffico di Donald Trump e che, oltre a non essere efficace, è molto costosa e danni ewggia la salute delle persone e distrugge fauna e flora. Come se non bastasse, il 36% delle coltivazioni di coca irrorate con il glifosato vengono piantate di nuovo.

Tutto questo sta causando l’invasione delle aree protette – che non possono essere irrorate –  per trovare altri terreni coltivabili. Il costo stimato della fumigazione di un ettaro con il glifosato è di 19.000 doillari e per distruggere un ettaro coltivato a coca è necessario irrorare tra 35 e 45 ettari.

Il Comité por la Vida y la No Aspersión aérea Costa Pacífica de Nariño, che ha convocato per primo le manifestazioni contro il glifosato del 18 aprile, trovando l’appoggio di associazioni contadine, ambientalistre e di difesa dei diritti umani, denuncia che «Gli effetti sulla salute delle persone che vivono in queste zone sono molto gravi. In effetti, il glifosato è stato limitato o bandito a livello globale, poiché studi scientifici dimostrano che l’esposizione agli agenti attivi provoca cancro, aborti spontanei e malattie respiratorie, tra le altre gravi conseguenze, affermano gli esperti che hanno firmato la lettera. Un altro aspetto che risalta nellalettera è l’impatto ambientale. Affermano che irrorare così tanti ettari con il glifosato genera anche un impatto ambientale insostenibile. Queste fumigazioni stanno già causando la deforestazione e la perdita di biodiversità negli ecosistemi vulnerabili dell’Amazzonia e delle Ande. Distruggono anche le colture agricole lecite e il suolo da cui dipendono le comunità agricole, aggiungendo a tutto ciò la contaminazione di preziose fonti d’acqua. L’impatto sulla vita terrestre è già irreversibile. Queste conseguenze si estendono molto oltre le aree fumigate».

Il segretario di governo di Nariño, Francisco Cerón, ha detto a El Espectador che l’ordine di irrorare il glifosato è già stato notificato ai sindaci de i comuni della catena montuosa del Pacifico, ma che sono fermi nel non accettare quella decisione. «La Polizia antidroga ha annunciato che in questi giorni partirà in alcuni comuni del dipartimento. Per quanto riguarda l’irrorazione aerea, da Nariño è stata stabilita la posizione di dire no all’irrorazione. Siamo convinti che una sostituzione concertata e volontaria sia la base fondamentale per andare avanti».

La mobilitazione contro il glifosato si svolgerà a Tumaco e contemporaneamente in altri 9 comuni del Pacifico Nariñense: Mosquera, Magüí Payán, Santa Bárbara, Roberto Payán, La Tola, El Charco, Francisco Pizarro, Olaya Herrera e Barbacoas, che fanno parte dei 30 comuni della Colombia con i peggiori indici di bisogni primari insoddisfatti, mentre la regione è quella con il maggior numero di sfollamenti forzati di massa nel Paese, una delle zone più colpite da minacce e omicidi. contro i leader sociali, territorio storicamente abbandonato dallo Stato ma che ora è anche economicamente devastato dalla pandemia di Covid-19. In un comunicato congiounto, le associazioni che appoggiano la protesta  dicono che «Di fronte a questa crisi umanitaria, l’unica risposta che il governo sta dando è la ripresa dell’avvelenamento da glifosato» e, esprimendo sostegno e solidarietà a questa iniziativa sociale, si proponf gono come garanti dell’’impegno delle comunità per il processo di sostituzione volontaria e quindi, chiedono che «Il governo di Iván Duque rispetti gli accordi raggiunti nel quadro di PNIS il PDETS.  Pertanto, a sostegno della mobilitazione regionale, verrà realizzata una mobilitazione virtuale tramite un tweet-mouse con l’hashtag #NoQueremosGlifosato. Invitiamo le organizzazioni nazionali e internazionali e il pubblico in generale a sostenere questa iniziativa in difesa della vita e in solidarietà con le etnie di questo territorio martoriato».