L’invasione brasiliana del Paraguay: agribusiness e campesinos senza terra

La violenta conquista del Paese più disuguale del Sud America

[13 Novembre 2017]

Il Brasile ha praticamente invaso il Paraguay orientale e non attraverso l’offensiva armata del governo ma con l’agribusiness. A dirlo è l’osservatorio rurale brasiliano De Olho nos Ruralistas ha presentato insieme a Base Investigaciones Sociales e alla Fundación Rosa Luxemburg a Asunción, la capitale del Paraguay, il rapporto  “De Olho no Paraguai/Paraguay en la mira”, frutto di un’inchiesta giornalistica costituita da 36 reportage, che rivela chi sono i proprietari di terre e le grandi imprese brasiliani che si sono impadronite di buona parte del territorio paraguayo e attraverso quali azioni in Brasile e Paraguay.

Il rapporto evidenzia che «Solo 16 grandi proprietari e imprese nella lista dei 100 maggiori latofondisti possiedono 456,000 ettari, la maggior parte di loro hanno anche fattorie agro-zootecniche in Brasile; 300 mila famiglie paraguaye non hanno accesso alla terra».

Nei dipartimenti del Paraguay alla frontiera col Brasile, come l’Alto Paraná e Canindeyú, la percentuale di proprietà rurali in mano ai brasiliani supera il 50% e arriva al 60%, In altri dipartimenti oscilla tra il 35 e il 15%, In tutto, la percentuale il territorio paraguayo in mano ai brasiliani arriva al 14,2% e in totale gli stranieri posseggono il 23,5% dei terreni del Paese sudamericano.

De Olho nos Ruralistas  spiega che «Questa offensiva è in crescita dagli anni ‘70 e non è avvenuta senza conflitti». I 36 reportage rispondono ad alcune precise domande: Chi sono questi brasiliani? Quando sono arrivati e che fanno in  Paraguay? In quali regioni agiscono? Cosa piantano e coltivano? Che fanno in Brasile? Quali sono gli impatti sociali e ambientali di questo processo di occupazione? Le terre sul lato paraguayo interessano territori indigeni? Qual è la storia di questi fazendeiros? Sono coinvolti in casi di corruzione su entrambi i lati della frontiera? Le imprese agro-zootecniche sono solo vecchie conoscenze dei brasiliani come JBS e Minerva?

Infatti, De Olho no Paraguai/Paraguay en la Mira indaga sia in Paraguay che al Brasile e sottolinea che «Non si tratta solo di una storia fatta da coloni, ma da grandi proprietari che hanno terre sia qui che lì. La serie mostra casi di espulsioni di campesinos e deforestazione, nel lato paraguayo; e casi di fazenderos con proprietà nelle regioni di conflitto, nel lato brasiliano».

Non tutti i dati sulle proprietà terriere in Paraguay sono disponibili, però ci sono alcune indicazioni: «Dei 3.634.565 ettari appartenenti ai 100 maggiori proprietari di terra del Paraguay, il 12,57% appartengono a 16 brasiliani, che possiedono 456.906 ettari». I dati divulgati da Oxfam Paraguay sono stati organizzati dall’Osservatorio ch ha evidenziato il volto brasiliano di questa concentrazione di proprietà agrarie.

I 16 più grossi proprietari brasiliani di terra sono poco conosciuti in  Brasile, ma ben conosciuti in Paraguay, come il brasiguaio – un brasiliano effettivamente residente in Paraguay – Tranquilo Favero che possiede terre in tutto il Paese e che è uno dei primi della lista, oppure la setta religiosa di Moon . che ha molti legami con la destra brasiliana – e l’argentino Carlos Casado.

La pubblicazione dei reportage, iniziata il 6 novembre, proseguirà fino al 15 dicembre e 6 parti, ognuna delle quali con 6 sub-temi. Subimpério  fa la storia di questa occupazione fin dalle prime informazioni sul controllo del territorio ed economico cominciato ai tempi della dittatura fascista. Fronteiras dettaglia il processo di espansione dell’occupazione, anche con storie specifiche sui grandi latifondisti brasiliani.

Un’espansione che diventa più recente con il reportage Invasores do Chaco, la regione meno abitata dal  Paraguay che di solito non compare nelle storie più conosciute sui latifondisti brasiliani. «Però stanno lì, soprattutto alla frontiera col Mato Grosso do Sul – dice De Olho nos Ruralistas – Però lì si moltiplicano i casi di deforestazione e di conflitto con i popoli indigeni. Il capitolo As Empresas  si occupa delle grandi compagnie e spiega che già prima dell’acquisto della  paraguaya JBS da parte della brasiliana Minerva Foods altre compagnie brasiliane erano i maggiori esportatori di carne del Paraguay.Si tratta di una imprese quasi sconosciute in Brasile anche se hanno grandi estensioni di terreni nel Mato Grosso do Sul e Mira busca cerca di mostrare il loro “effetto specchio”. A sua volta, A Política mostra i legami dei proprietari terrieri (e delle imprese) con il potere statale. Il rapporto si chiude on Relatos de uma Guerra che racconta la storia di un’invasione giallo-verde che sta dietro molti dei conflitti sociali e politici della storia recente del Paraguay e sottolinea che «Il processo di espulsione dei contadini dalle loro terre ha motivazioni economiche ed è spesso violenta, come in Brasile».

Nonostante sia un Paese ricco di risorse naturali, il Paraguay è uno dei Paesi con la più elevata disuguaglianza del Sudamerica e del mondo. Secondo la Banca Mondiale, nel 2014, il 10% più ricco della popolazione aveva un reddito medio 32 volte superiordel 10% più povero  e il 22% dei paraguayos vivovono in estrema povertà.

Nelle aree rurali la situazione è ancora peggiore: in Paraguay l’indice Gini della distribuzione delle terre – il coefficiente della disuguaglianza agraria nell’occupazione delle terre produttive – è di 0,93, il peggiopre dell’America del Sud, preceduto solo da Colombia e Brasile con un indice Gini 0,86.

Secondo il più recente censimento agricolo del 2008, le 1.284 proprietà con una superficie superiore a 5.000 ettari (solo lo 0,4% del totale delle proprietà) posseggono il 56% delle terre produttive, equivalenti a 17,4 milioni di ettari. Considerando le proprietà sopra i 200 ettari, il  90% delle terre del Paraguay sono in mano a solo 12.000 proprietari, meno del 5% del totale e il rapporto evidenzia che «Questo colloca il Paraguay come il Paese che ha la peggiore distribuzione delle terre in tutto il mondo».

Intanto, l’agricoltura campesina è con le spalle al muro: occupa solo il 4,3% del territorio paraguayo,no nonostante rappresenti l’83,5% del numero totale dei proprietari.

Il rapporto conclude: «Con la crescente pressione dell’agribusiness che cerca di appropriarsi di nuovi territori per la produzione di commodities, il numero di campesinos senza terra aumenta ogni giorno. Attualmente ci sono più di 300.000 famiglie senza un pezzo di terra».