Retromarcia sulla cannabis, sospeso il decreto che inseriva il Cbd tra le sostanze stupefacenti

Fiorentini: «Bene la sospensione, ma il ministro deve ora cancellare le indicazioni del suo stesso ministero che in piena crisi Covid ha dichiarato illecita la spedizione dei farmaci a base di cannabis»

[2 Novembre 2020]

Da sostanza lecita a drogante, andata e ritorno nell’arco di un mese: è la paradossale vicenda del cannabinoide Cbd, che il primo ottobre è stato individuato dal ministero della Salute come un medicinale stupefacente da estratto di cannabis e su cui adesso è stata innestata rapidamente una retromarcia, dopo le proteste arrivate dalla società civile e dalle imprese di settore.

«La sospensione da parte del ministro della Salute del decreto che inseriva il Cbd tra le sostanze stupefacenti è un risultato importante, da ascrivere alla nostra mobilitazione – dichiara nel merito Per Denise Amerini, responsabile dipendenze di Cgil nazionale – Una prima vittoria, che va nella direzione delle recenti affermazioni della medicina e della ricerca scientifica sul Cbd, ma che, soprattutto, rende esigibile il diritto alla cura per tante persone affette da patologie spesso invalidanti».

Dal 23 di ottobre ha infatti preso il via il digiuno collettivo per la cannabis, una iniziativa di dialogo con le Istituzioni a fianco della battaglia di Walter De Benedetto, il malato di artrite reumatoide denunciato per coltivazione delle piante che gli permettevano di avere la cannabis che il servizio sanitario non riusciva a fornire, e che sollecita il confronto sulle richieste di una lettera aperta al ministro Speranza sulla cannabis terapeutica lanciata da Associazione Luca Coscioni, Forum droghe, Società della ragione, Cgil, Cnca, Lla nazionale, Meglio legale, Fuoriluogo, FattiSegreti, La casa di canapa, Radicali italiani, BeLeaf magazine, Dolce vita magazine e sottoscritta da oltre 1700 persone.

«Il decreto era illogico e antiscientifico – rincara la dose Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum droghe – collocando fra le tabelle degli stupefacenti una sostanza che l’Oms nelle sue raccomandazioni all’Onu ha chiesto di rimuovere dalle convenzioni proprio perché non psicoattiva. Bene la sospensione, ma il Ministro deve ora cancellare le indicazioni del suo stesso Ministero che in piena crisi Covid ha dichiarato illecita la spedizione dei farmaci a base di cannabis e escluso la possibilità di produrre oli e capsule, riportando indietro le lancette della scienza farmaceutica di due secoli al decotto. Gettando medici, farmacisti e pazienti nella disperazione. È necessario aprire un tavolo coinvolgendo la società civile per provare a risolvere i troppi problemi legati alla prescrizione e all’approvvigionamento della cannabis terapeutica».

Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni, conclude: «Grazie alle 250 persone che in pochi giorni si sono prenotate per digiunare a staffetta perché non si facciano passi indietro sulla cannabis, il Ministro Speranza ha deciso di sospendere il decreto che penalizzava i preparati a base di CBD e avviare un approfondimento scientifico. Salutiamo questo ravvedimento e rilanciamo l’invito a unirsi al digiuno perché occorre insistere col dialogo sulla base di argomenti ed evidenze scientifiche che condivideremo nei prossimi giorni con chi si unirà all’iniziativa nonviolenta e le istituzioni a cui ci rivolgiamo. L’unione e la condivisione fanno la forza!».