Suvignano, a fuoco l’azienda agricola confiscata alla mafia: c’è l’ipotesi dell’origine dolosa

Da una prima stima il danno si aggira come accennato sui 800mila euro, senza considerare i costi di bonifica e per lo smaltimento dei mezzi distrutti

[18 Agosto 2020]

La tenuta di Suvignano, circa 700 ettari in provincia di Siena, è stata confiscata alla mafia e dal 2019 è gestita dalla Regione (attraverso Ente Terre) divenendo il simbolo dei beni strappati alla criminalità organizzata in Toscana e tornati a disposizione della collettività: un simbolo che la notte scora è andato a fuoco, provando danni che una prima stima quantificano in 800mila euro.

Come ha spiegato stamani l’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli, dai primi accertamenti potrebbero esserci elementi che potrebbero far pensare ad un incendio doloso, anche se è presto per arrivare a conclusioni in tal senso. L’assessore ha quindi assicurato che la Regione seguirà passo passo le indagini portate avanti dalle autorità competenti e che l’impegno profuso in questi anni non verrà scalfito da quanto accaduto la notte scorsa, ma che anzi sarà rafforzato. Per ora, ha concluso, sia alla Regione che a Ente Terre non sono giunti per ora segnali che potessero fare pensare a episodi o elementi preoccupanti.

Da Ente Terre, il soggetto cui la Regione ha assegnato la gestione della fattoria confiscata alla mafia, spiegano che l’incendio ha interessato un capannone oltre 2000 metri quadrati. Sono bruciate 700 rotoballe, oltre al foraggio e a due silos che contenevano semi di girasole e orzo. Sono inoltre andati distrutti un trattore, il rimorchio del trattore utilizzato per il trasporto del fieno, un pickup e la parte esterna al capannone. Da una prima stima il danno si aggira come accennato sui 800mila euro, senza considerare i costi di bonifica e per lo smaltimento dei mezzi distrutti.

Come ha concluso il presidente della Toscana Enrico Rossi, quello di Suvignano è un bene confiscato alla mafia che negli anni è stato convertito in una significativa attività produttiva, e in attesa che le indagini appurino cosa è effettivamente successo la Regione  continuerà ad impegnarsi perché il percorso intrapreso continui. Solo lo scorso 29 luglio, in occasione dei festeggiamenti dei due anni dal suo ritorno nella disponibilità dei cittadini, ha inaugurato il ‘Percorso della legalità’, un vero e proprio sentiero, all’interno della proprietà, che racconta quello che sul fronte della cultura della legalità e dell’antimafia ha fatto e fa la Regione, le iniziative con i giovani sui campi strappati alla criminalità organizzata (prima in Sicilia e Calabria ed oggi in Toscana), la storia della tenuta e la sua rinascita anche da un punto di vista aziendale, con le sue culture, i suoi allevamenti e gli alloggi affittati ai turisti.

«In questo momento riteniamo sia fondamentale affidarsi alle indagini – aggiungono da Libera Toscana e Arci Toscana – la Procura di Siena ha aperto un’inchiesta in merito, così da poter accertare rapidamente le cause dell’incendio. Come abbiamo sempre sostenuto e come ha ricordato nella conferenza stampa di pochi minuti fa l’assessore Bugli, non possiamo lasciarsi prendere dall’irrazionalità, ma neppure abbassare la guardia. Suvignano è un simbolo importantissimo per la lotta alla criminalità organizzata, sia perché è l’immagine tangibile della vulnerabilità del nostro territorio, una vulnerabilità che ci deve spronare a tenere sempre gli occhi ben aperti, sia perché è anche l’emblema concreto di come la collaborazione fra associazioni, società civile e istituzioni possa raggiungere obiettivi cruciali e persistenti attraverso la rigenerazione e il riutilizzo dei beni confiscati. Noi continueremo nel nostro lavoro di lotta alle mafie e di educazione alla legalità indipendentemente dalle cause di questo incendio, auspicando però di conoscere il prima possibile ciò che è effettivamente accaduto questa notte a Suvignano».