
Di aeroporti e di libertà in Toscana

A qualcuno viene per caso in mente come potrà essere la Firenze del 2027? La risposta, almeno a sentire la vulgata della “nuova” e irresistibile classe di governo del Paese, è semplice: competitiva, moderna, ricca, efficiente. Con un enorme scalo intercontinentale di 3.000 metri, con un sistema aeroportuale toscano che assumerà finalmente la statura (che gli spetta!) di terzo hub nazionale dopo quelli di Roma e Milano e con un numero di nuovi occupati grazie ai grandi lavori, che tra diretto e indotto supererà le 7.000 unità. Con il Galilei di Pisa asservito ad un ruolo secondario e quantitativo sulla fascia low cost. Praticamente un disegno di nuova egemonia granducale.
E il Parco Agricolo della Piana? E il Dibattito Pubblico di cui avevamo ampiamente discusso in concertazione e poi in sede di approvazione della variante al PIT sulla “qualificazione aeroportuale del Vespucci”? E la Valutazione d’impatto ambientale? E quella d’impatto sanitario? Quando, sommessamente prima e, poi, con sempre crescente indignazione, andiamo accennando queste argomentazioni in giro per la Toscana, in convegni e incontri pubblici, veniamo zittiti con insofferenza e delusione. Quasi che avessimo peccato di chissà quale lesa maestà.
Più si pensa a questa triste congiuntura della diminuzione che ci tocca in sorte di vivere, in attesa di veder qualcuno seriamente impegnato ad affrontare la realtà per com’è e non per come si sogna che sia, sempre più prepotentemente ci viene in mente lo splendido Servillo/Giovanni Ernani, gemello genio e sregolatezza di W la libertà mentre recita a memoria Brecht:
“ …le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto? Qualcosa o tutto? Su chi contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti, via dalla corrente? Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi? O contare sulla buona sorte?
questo tu chiedi. Non aspettarti nessuna risposta tranne la tua."
di Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana
