8 specie di squali saranno più protette, ma la verdesca no

Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Sud Africa si oppongono all’inclusione della verdesca nel CMS Sharks MOU

[18 Dicembre 2018]

Dopo 5 giorni di accese discussioni, la terza sessione del Meeting of the Signatories to the Memorandum of Understanding on the Conservation of Migratory Sharks (che fa parte della Conservation of Migratory Species of Wild Animals, conosciuta come Cms o Convenzione di Bonn), tenutasi nel Principato di Monaco ha deciso di includere nell’Annesso del protocollo d’intesa altre 8 specie:  squalo bruno (Carcharhinus obscurus);  pesce violino o pesce chitarra comune (Rhinobatos rhinobatos); squalo martello comune (Sphyrna zygaena); squalo longimano o pinna bianca oceanico (Carcharhinus longimanus); lo Smoothnose (Rhynchobatus australiae); il pesce chitarra gigante (Rhynchobatus djiddensis) e lo squalo angelo (Squatina squatina) che così beneficeranno di una maggiore cooperazione internazionale per migliorare la loro salvaguardia.

Lo squalo angelo, proposto dal Principato di Monaco, è elencato nella Lista Rossa Iucn come a rischio critico di estinzione. Eppure, questa specie era molto diffusa nel XIX secolo e fino all’inizio del XX secolo, poi la sua popolazione mondiale è stata decimata sia da un’intensa pesca mirata che dalle catture accidentali. L’ultimo bastione degli squali angelo sono le isole Canarie, ma ogni tanto vengono segnalati ancora alcuni esemplari nel suo antico e vasto areale.

Invece, non è stato possibile trovare un accordo per l’inclusione nell’Annesso del protocollo (CMS Sharks MOU) della verdesca o squalo azzurro (Prionace glauca) che era stata chiesta da Samoa e Sri Lanka,  e il Meeting of the Signatories  ha rinviato la decisione alla prossima riunione che si terrà tra tre anni, «Quando saranno state intraprese altre valutazioni delle popolazioni di questa specie negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano».

Al meeting di Monaco hanno partecipato rappresentanti di 34 governi e l’Unione europea, diverse importanti ONG che si occupano di salvaguardia del mare e organizzazioni internazionali come la Fao e la  Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites). Una ONG, Defenders of Wildlife, che vanta 20 anni di esperienza di lavoro per gli squali, è stata accettata come dodicesimo “cooperating partner”.del CMS Sharks MOU.

Anche se l’Ue e 30 Paesi del CMS Sharks MOU erano favorevole ad accogliere la proposta di inclusione della verdesca, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Sud Africa si sono opposti. Una decisione che non è piaciuta per niente all’Humane Society International  (Hsi) che ha definito l’esclusione della verdesca dalla lista «un risultato terribile per la specie che viene catturata in numeri fino a 20 milioni ogni anno». Nicola Beynon, responsabile campagne dell’Hsi, ha sottolineato che «Ora, in base a questo accordo internazionale, ci vorranno tre anni prima che lo squalo azzurro possa essere riproposto per l’inserimento. Fino ad allora, senza la cooperazione internazionale e l’attenzione di cui questa specie ha urgentemente bisogno, altri 30-60 milioni di squali azzurri verranno catturati e uccisi. E’ profondamente deludente che l’Australia, che era un campione della protezione degli squali, si sia espressa contro l’inserimento».

La verdesca – che poi mangiamo come “palombo” – è lo squalo più pescato del mondo e le sue catture sono prive di qualsiasi tipo di gestione basata sulla conservazione.

Lawrence Chlebeck, marine Campaigner dell’Hsi denuncia che «Le organizzazioni regionali di gestione della pesca (Regional fisheries management organisations . Rfmo) in tutto il mondo non fanno nulla per rallentare la cattura degli squali azzurri. Sappiamo che il 60% dell’areale di questo squalo altamente migratore si sovrappone a quello della pesca al tonno, rendendolo il candidato perfetto per il  CMS Sharks MOU e la sua strategia di impegnarsi con le Rfmo per affrontare la pesca degli squali insostenibile. Siamo estremamente delusi per l’assenza di questa opportunità»,

Gli scienziati stimano che un quarto delle specie di squali e razze del mondo siano minacciati di estinzione. Negli ultimi anni il numero degli squali è crollato, soprattutto a causa della sovra-pesca e delle catture accidentali, mentre anche la diminuzione delle loro prede ne colpisce direttamente lo stato di conservazione, la Lista Rossa Iucn classifica ormai numerose specie di squali come a rischio critico di estinzione, in pericolo o vulnerabili.