A Giannutri finalmente una vera Area Marina Protetta?

Legambiente al ministro Costa: riaprire l’iter per istituire l’AMP dell’Arcipelago Toscano prevista da 38 anni

[7 Agosto 2020]

Non possiamo che essere contenti che Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa venga a visitare il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano anche se, purtroppo, non visiterà l’Isola di Giannutri. Vogliamo comunque raccontargli alcune delle cose che succedono e che denunciamo ormai da quasi 20 anni.

A Punta Secca in piena zona 2 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, l’assenza di un campo boe e di un disciplinare che organizzi e regolamenti le attività dei diving in funzione della sicurezza e soprattutto della tutela dell’ambiente, produce un gravissimo danno ai fondali dell’Isola. Infatti, alcuni diving provenienti dal continente per ormeggiare in sicurezza sono soliti avvicinarsi moltissimo alla costa, e gettare l’ancora su un fondale di pochi metri. Le ancore sono così buttate o sul fondale roccioso ricoperto da biocostruzioni dovute per lo più ad alghe incrostanti oppure sulla posidonia, come dimostrano le ultime foto di domenica  12 luglio così come quelle degli anni precedenti. Ma non sono certo solo i diving – molti dei quali sono rispettosi delle risorse marine e chiedono una vera regolamentazione e l’istituzione dell’Area marina protetta – ad ancorarsi  così, ma anche tutte le imbarcazioni da diporto che dalla costa arrivano a Giannutri. Aspettiamo ormai dal 1996 e cioè dall’istituzione del Parco Nazionale che in tutte le zone 2 del Parco venga interdetto l’ancoraggio e venga permesso solo l’ormeggio attraverso la costituzione di campi boe regolamentati così come avviene in tutte le Aree Marine Protette ben gestite d’Italia e del mondo.

Anche a Cala Spalmatoio centinaia di barche di tutte le dimensioni (fino a diverse decine di metri) buttano l’ancora sui posidonieti senza alcun limite e rispetto. Questo tutti i giorni soprattutto nel fine settimana, come dimostrano le foto scattate dai nostri volontari. Cala Spalmatoio purtroppo, non è sottoposta ad alcun tipo di tutela dato che non rientra nel perimetro protetto a mare del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Da quasi 20 anni chiediamo al Comune, al Ministero dell’Ambiente, al Parco e agli altri organi istituzionali che si dica la parola fine a questo scempio e che quindi anche questa parte dell’Isola di Giannutri, così come Cala Maestra anch’essa non protetta, abbia finalmente una protezione. Cala Spalmatoio era soprannominata il giardino della Pinna nobilis (le famose nacchere, il più grande bivalve del Mediterraneo). Oggi purtroppo, a causa di alcuni agenti patogeni che hanno colpito questi animali, sono praticamente tutte morte e si ritrovano senza vita adagiate sui fondali, anche in gruppi. Uno spettacolo veramente raccapricciante. Non sappiamo se queste morie che hanno colpito tutto il Mediterraneo ormai da qualche anno e dovute a un patogeno siano favorite anche dai cambiamenti climatici ma è sempre più necessario che il nostro mare venga protetto.

Per questo Legambiente, insieme alle migliaia di cittadini che hanno firmato una petizione, chiede al ministro dell’Ambiente Costa  che finalmente venga istituita l’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano che ormai aspettiamo da 38 anni e che la zonazione a mare di Giannutri venga finalmente modificata affinché tutta l’Isola di Giannutri venga davvero protetta a mare, passando dagli attuali vincoli non rispettati a una vera gestione organizzata e tutelando così le attività marine sostenibili.