A lezione di economia dai cebi dai cornetti

Uno studio italo-francese: è il processo su cui si basa l’invenzione della moneta

[15 Gennaio 2019]

Un team di ricercatori italiani e francesi ha pubblicato su Animal Cognition lo studio “Evolutionary origins of money categorization and exchange: an experimental investigation in tufted capuchin monkeys (Sapajus spp.) dal quale emerge che «I cebi dai cornetti, specie separatasi dall’uomo circa 35 milioni di anni fa, sono in grado di riconoscere quali oggetti hanno maggior valore per essere utilizzati come moneta di scambio e ottenere cibo».

All’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr  (Cnr-Istc) spiegano che «L’uso del denaro da parte dell’uomo sostituisce il baratto all’incirca 6 secoli prima di Cristo e rapidamente diventa il mezzo più efficiente per ottenere beni e servizi, condizionando ogni aspetto della nostra vita. Per comprendere quali fattori abbiano permesso la transizione dal baratto al sistema economico attuale è importante indagare le origini evolutive dell’utilizzo del denaro, studiando il comportamento di alcuni primati non umani, le specie animali evolutivamente più vicine a noi».

Nello studio, i ricercatori dell’Unità di primatologia cognitiva del Cnr-Istc di Roma e dell’Institute for Advanced Study (Iast) di Tolosa, in collaborazione con l’Institute Jean Nicod, Ecole Normale Superieure di Parigi con le università di Bologna, del Michigan e Paris II, hanno preso in esame il comportamento di “baratto” dei cebi dai cornetti (Sapajus apella), delle piccole scimmie sudamericane ed Elsa Addessi, ricercatrice Cnr-Istc spiega a sua volta: «Abbiamo coinvolto sei cebi dai cornetti in due esperimenti di scambio di token, gettoni colorati ma anche bulloni e oggetti vari di ferramenta. A ogni scimmia è stato consegnato un set di quattro diversi token: token familiari (a loro già noti) e non familiari (introdotti nel presente studio) che, nello scambio con lo sperimentatore, portano a una ricompensa alimentare; token non validi, usati in precedenti esperimenti, ma che perdono valore di scambio e oggetti, a loro sconosciuti, senza valore di scambio».

E’ così che  ricercatori hanno scoperto che «Le scimmie riconoscevano prontamente la validità dei token come mezzo di scambio indipendentemente dalla loro familiarità». Francesca De Petrillo, ricercatrice Iast a Tolosa, sottolinea: «Abbiamo dimostrato che i cebi sono in grado di categorizzare i token in base alla loro validità, cioè al loro essere “in corso”’, come lo è l’euro rispetto alla vecchia lira. Analogamente a quanto avviene negli esseri umani, i cebi hanno scambiato per primi e in maggior numero i token “in corso” rispetto a quelli “fuori corso” e agli oggetti privi di valore, a prescindere dalla loro familiarità. Pertanto, i cebi sono in grado di categorizzare e utilizzare i token in modo simile a quanto noi facciamo con il denaro».

La Adessi aggiunge che «I cebi sono anche capaci di fare scambi multipli. Quando in un secondo esperimento abbiamo dato loro un pezzo di cibo che poteva essere barattato con un token, che a sua volta poteva essere scambiato per un cibo di qualità superiore al primo, i cebi hanno eseguito questa serie di scambi vantaggiosi. Non mangiare subito un cibo e scambiarlo per un token richiede un’elevata capacità di autocontrollo ed è vantaggioso solo se ne vale la pena».

Sacha Bourgeois-Gironde, economista dell’Institute Jean Nicod di Parigi, conclude: «I nostri studi provano che i precursori di una proto-economia monetaria possono essere individuati anche in scimmie evolutivamente distanti da noi. I cebi imparano facilmente a usare il cibo come token ed è su questo processo che si basa l’invenzione della moneta».