A luglio forte aumento degli incendi nell’Amazzonia brasiliana

Secondo i dati ufficiali, in Amazzonia gli incendi sono stati molti di più che nel luglio 2019

[3 Agosto 2020]

Le immagini satellitari esaminate dall’Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE) brasiliano hanno rivelato o 6.803 grossi incendi, un aumento del 28% rispetto al luglio 2019 che pure era stato un mese terribile. In molti attribuiscono questo nuovo aumento dei roghi delle foreste alle politiche neoliberiste del presidente neofascista del Brasile, Jair Bolsonaro, che ha incoraggiato l’espansione delle attività agricole e minerarie e l’invasione dei territori indigeni  in Amazzonia. Ma all’inizio di luglio, sotto la pressione degli investitori internazionali, il governo di Bolsonaro era stato costretto a vietare gli incendi nella regione, cosa che non sembra aver impaurito boscaioli e minatori abusivi, sempre più impuniti.

Le ultime cifre dell’INPE destano preoccupazione perché si teme che si ripetano gli enormi incendi che devastarono l’Amazzonia tra agosto e settembre dell’anno scorso.

Ane Alencar,  direttrice scientifica dell’Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia (INPA), ha detto all’agenzia Reuters che «E’ un segnale terribile. Possiamo aspettarci che agosto sarà già un mese difficile e settembre sarà ancora peggio».

Intanto Bolsonaro ha criticato l’Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis (IBAMA) per quelle che ha definito «multe eccessive» a chi disbosca, crea miniere, appicca incendi e inquina i fiumi e il suo primo anno di presidenza del Brasile ha visto un forte calo delle sanzioni finanziarie per violazioni ambientali e il continuo indebolimento dell’Ibama e delle altre agenzie federali brasiliane che difendono l’ambiente e gli indios.