Api e pesticidi, trovato “l’anello mancante”

Hanno effetto sulle singole api, ma l’alveare le rimpiazza. Grossi problemi per gli altri impollinatori

[18 Novembre 2015]

Secondo uno studio pubblicato sul Royal Society journal Proceedings B, i pesticidi neonicotinoidi  danneggiano le singole api, ma gli alveari in natura sno in grado di rimpiazzare le perdite e «Questo spiega le discrepanze tra gli studi di laboratorio e sul campo».

Il divieto dell’Unione europea dell’utilizzo dei  neonicotinoidi sulle colture in fioritura, che è stato introdotto 2 anni fa, dovrebbe essere riesaminato alla fine dell’anno. I neonicotinoidi contengono sostanze chimiche di sintesi simili alla nicotina, che come tossina vegetale è dannosa per gli insetti.

Il dibattito sull’uso dei neonicotinoidi è incentrato sulle differenze tra le valutazioni di tossicità in laboratorio, dove le singole api vengono esposte artificialmente agli insetticidi, e i risultati sul campo. La domanda fino ad ora rimasta senza risposta è se gli effetti nocivi osservati negli studi di laboratorio si presentano anche in condizioni reali e causano una diminuzione della popolazione di api.

I ricercatori francesi dicono che «La nuova ricerca fornisce una spiegazione per il “anello mancante”». Infatti, il loro monitoraggio delle api contrassegnati in natura suggerisce che le  api bottinatrici che lavorano intorno  alle coltivazioni  trattate con pesticidi muoiono a un ritmo più veloce del normale, ma anche che le colonie sono in grado di compensare le api che muoiono nei campi aumentando il numero di api operaie nell’alveare.

Il responsabile del team di ricerca, Mickael Henry,  dell’Institut national de la recherche agronomique, ha detto in una intervista alla BBC  che «L’aspettativa di vita media di un individuo di ape che si foraggia su coltivazioni trattate con neonicotinoidi è inferiore al previsto. Abbiamo potuto trovare le prove di problemi a livello individuale sul campo, ma questi problemi vengono compensati dalle colonie. La popolazione all’interno dell’alveare è stata in grado di compensare la maggiore perdita di api operaie, aumentando la produzione della covata».

Ma questo non vuol dire affatto che i neonicotinoidi non siano pericolosi per gli insetti impollinatori, anzi…  Come spiega sempre alla BBC  Scott Hayward dell’Università di Birmingham, che non ha partecipato allo studio, la ricerca francese riaccende il dibattiti sulla necessità di vietare i “neonics”, e «Studi simili sono ora necessari su altre specie impollinatrici».

La pensa così anche  Christopher Connolly dell’Università di Dundee, «E’ importante ricordare che tutti gli altri insetti impollinatori non possiedono l’enorme capacità di  “tamponare” delle api e sono quindi più acutamente a rischio per l’impatto dei pesticidi».

Peter Campbell, che lavora per il noto produttore di pesticidi Syngenta dice che lo studio sarebbe comunque rassicurante  per  quanto riguarda gli effetti sugli alveari e Alan Dewar della Dewar Crop Protection Ltd, va oltre: «Le conclusioni di questo lavoro, sono molto semplicemente in contrasto con lo studio stesso, dimostrano che le api, o almeno le api mellifere, sono in grado di compensare gli effetti negativi dei pesticidi nel loro ambiente».

Il problema per i produttori di pesticidi è che la scoperta dell’”anello mancante” conferma tutta la pericolosità dei pesticidi sulla biodiversità degli insetti impollinatori e che le api sono comunque in declino in Europa e Nord America a causa di una serie di fattori, tra cui i pesticidi, perdita di habitat e le malattie.