«L'aquila vola sopra di noi ed è qui da più tempo di noi e conosce Dio meglio di noi»

Aquile, indiani, Dio, gli scienziati e le pale eoliche

Il repository che fornisce piume alle tribù per gli usi tradizionali, aiuta anche a salvaguardare i rapaci

[7 Settembre 2016]

Il lavoro di Dennis Wiist è quello di studiare le aquile morte che giungono al National eagle repository di Commerce City, un sobborgo di Denver, in Colorado, l’unica struttura del suo genere negli Stati Uniti d’America, come racconta Jennifer Nalewicki su Smithsonian.com «Wiist mette giù un paio di note prima di controllare gli artigli degli uccelli e piume della coda per cercare ferite o fratture. In tutto, l’esame dura circa 15 minuti. In seguito, pone cautamente la carcassa in un sacchetto di plastica e la mette in un freezer portatile, dove sarà inscatolata e spedito fuori dal National Eagle Repository». .

A vederlo così. il lavoro di Wiist è un incrocio tra quello di un impresario di pompe funebri e di un medico legale. Ma il ricercatore dice: «Ho osservare le aquile in un modo che poche persone sono mai riuscite a fare», visto che prepara le aquile perché i nativi americani possano utilizzarle per scopi religiosi e culturali. Infatti il National eagle repository, che fa parte del Fish and Wildlife Service Usa, ha lo scopo di «fornire una localizzazione centrale per il ricevimento, lo stoccaggio e la distribuzione di aquile calve e reali trovate morte e delle loro parti in tutti gli Stati Uniti» . Secondo la legge federale Usa, è illegale possedere, usare o vendere piume di aquila, una politica che ha lo scopo di scoraggiare il bracconaggio di aquile selvagge per prendere piume o parti del corpo. Una violazione può comportare una multa fino a 200.000 dollari o un anno di reclusione, o entrambi. Tuttavia, la legge, che fa parte del  Bald and Golden Eagle protection act e del Migratory bird treaty act, approvato 100 anni fa,  stabilisce che i nativi americani che sono membri di tribù riconosciute a livello federale possono ottenere il permesso, ai sensi del Federally recognized tribal list act del 1994, di avere accesso alle aquile reali e alle aquile calve, maestosi uccelli che hanno ancora un ruolo significativo per gli indiani americani che ne utilizzano le piume per le loro cerimonie religiose e culturali.

Il National eagle repository è stato istituito neghli anni ’70 dal  Fish and Wildlife Service Usa «in riconoscimento del significato di queste penne per i nativi americani» e nel 1994, dopo un meeting con 300 leader tribali, il presidente Usa Bill Clinton firmò un memorandum esecutivo che impone a tutte le agenzie federali di inviare le aquile morte al repository che nel 1995 è stato spostato dalla sua prima sede nell’Oregon a quella attuale, nel Rocky Mountain Arsenal National Wildlife Refuge a Commerce City.

Negli ultimi 21 anni il lavoro di Wiist è stato quello di esaminare le aquile decedute per poi spedirle in tutti gli Usa alle tribù indiane che le utilizzano per creare complicate acconciature, scialli di danza e per cerimonie religiose e culturali. Ogni anno, ogni membro tribale di età superiore ai 18 anni può chiedere di ricevere anche un’intera aquila reale o calva, o varie parti, come ad esempio un paio di ali, una coda, una coppia di artigli, una testa o un tronco.

Geoffrey M. Standing Bear, capo principale della Nazione Osage, ha conosciuto il repository quando era ventenne e da allora utilizza parti di aquile nelle cerimonie, perpetuando così un’antica tradizione del suo popolo. La piume non vengono solo indossate durante le cerimonie, ma vengono utlizzate ogni giorno per benedirsi o benedire gli altri. «Una volta, i miei anziani mi hanno detto di guardare a un’ala d’aquila come i cattolici fanno con un crocifisso – spiega Standing Bear – enedico me stesso ogni mattina e dico una preghiera con loro» Ma a un certo punto Standing Bear si trovò a corto di piume da tramandare ai suoi parenti più giovani, così ha chiesto agli artigiani tribali, che lo hanno indirizzato al  repository.  Standing Bear  spiega che per i nativi americani l’aquila è più vicina a Dio degli esseri umani: «L’aquila vola sopra di noi ed è qui da più tempo di noi e conosce Dio meglio di noi. Ha poteri sacri che possiamo trarre con un uso rispettoso delle sue piume e di altre parti del corpo. Mostriamo il nostro rispetto e distilliamo benedizioni a un’altra persona prendendo le penne e toccandola sulla testa e sul cuore e sulle mani per benedire le loro menti, le loro emozioni e le loro esperienze di vita».

Think Tinker, un pellerossa della Nazione Osage dell’Oklahoma e professore di culture e tradizioni religiose degli indiani d’America alla Iliff school of theology di Denver, è d’accordo. «L’aquila è uno dei nostri parenti più stretti. Crediamo che tutti i nostri parenti hanno un’energia o ina potenza  distinte legate a loro e usiamo l’aquila per i suoi poteri per aiutarci con la guarigione e per dare alla gente la forza, il coraggio, la saggezza e la generosità. Usiamo le piume cerimoniale per portare l’energia intrinseca dell’aquila nella cerimonia. Non sono solo i simboli, hanno un potere reale che si riferisce strettamente al popolo indiano. Io e i miei parenti abbiamo ricevuto parti di aqiule attraverso il repository per decenni». Ha ricevuto la sua  ultima spedizione di piume, a nome della sua tribù, circa un anno fa e l’ha divisa tra diversi parenti.

Tinker ha saputo del repository da quando era un bambino: «La sua esistenza è passata di bocca in bocca». Ma il numero di richieste è aumentato fortemente da quando Tinker era giovane: nel 1996 riceveva  circa 1.300 aquile e effettuava circa 2.400 spedizioni, nel 2015 le aquile morte arrivate al repository sono state circa 3.500 aquile e gli ordini evasi  circa 4.500 ordini. I pellerossa possono aspettare anche due anni prima di poter accedere alle piume o alla parti sacre di aquile.

La richiesta aumenta con la riscoperta delle loro radici religiose e culturali da parte degli indiani americani e il repository ha pochi dipendenti: Wiist è spesso l’unico a trattare le aquile e non è raro che ci siano una mezza dozzina di carcasse in attesa di essere esaminate.  Le aquile muoiono a causa di molteplici cause: sbattono i pali del telefono, vengono investite da auto e camion, avvelenate da piombo o finiscono nelle trappole dei cacciatori. Sono i responsabili locali delle agenzie statali della fauna selvatica e gli agenti speciali che lavorano per l’US Fish and Wildlife Service ad avvisare il repository delle aquile trovate morte, inviando anche le coordinate del luogo in cui sono stati trovati i corpi.

I nativi americani non sono gli unici a beneficiare del lavoro svolto al repository: gli esemplari morti servono anche agli scienziati per avere campioni e dati da utilizzare per migliorare la salvaguardia delle aquile.

Nel 2014, Gary Roemer, un professore nel dipartimento fish, wildlife and conservation ecology della  New Mexico State University stava studiando l’impatto delle pale eoliche selle aquile reali ma per farlo aveva bisogno di campioni di aquila, così si rivolse al repository e da allora, Wiist gli invia campioni di tessuto e piume e dettagli sulla morte di alcuni degli uccelli che passano attraverso il repository.

Secondo American Bird Conservancy, nel 2012 negli Usa le pale eoliche avrebbero causato la morte di uasi 600.000 uccelli (infinitamente meno della caccia), comprese aquile reali e uccelli canori migratori. Roemer spiega: «Stiamo studiando la stabilità della popolazione di  aquila reale e quale tasso di mortalità sia consentito prima che ci sia una ricaduta della popolazione. Stiamo cercando di lavorare con le compagnie dell’energia eolica per arrivare a na strategia che diminuisca l’impatto e le morti di aquile. Le morti ci saranno, quindi la domanda è quante ne possono essere uccisa in un solo anno prima cha ci sia  una ricaduta». American Bird Conservancy  aggiunge: «E’ fondamentale che valutiamo l’impatto delle turbine eoliche al più presto: Entro il 2030, il numero di turbine negli Stati Uniti aumenterà di 10 volte e potrebbe causare morti di uccelli stimate in 1,4 – 2 milioni ogni anno».

Muoiono anche diverse aquile, quindi le pale eoliche potrebbero diventare un guaio per le popolazioni di aquile statunitensi. Romer aggiunge: «Per esempio, sappiamo che le aquile reali taggate nel Denali National Park spesso sono d’inverno nel sud del New Mexico e nel Texas occidentale, quindi, qualcosa di simile a una turbina eolica potrebbe influenzare popolazioni nidificanti in diverse aree in tutto il continente, non solo all’interno della zona in cui è situata la turbina eolica. La comprensione dei movimenti e della struttura genetica delle aquile ci aiuterà a gestire meglio la popolazione continentale. Le pale eoliche sono un passo nella giusta direzione per aumentare l’energia pulita, ma non sono solo benigne, così stiamo cercando di trovare il modo di mitigarne almeno l’impatto».

Alcune delle idee che i ricercatori stanno prendendo in considerazione comprendono la costruzione di pale eoliche lontane dalle rotte migratorie e finanziamenti per contribuire ad aumentare la visibilità delle linne elettriche, che sono la principale causa di morte per molti uccelli.

I campioni del repository sono stati fondamentali per il lavoro di Roemer: nel 2015 il suo team ha pubblicato un rapporto sullo stato del progetto, spiegando l’importanza del database di tessuti e piume nell’allestimento dei campioni. Stanno anche studiando la genetica aquila reale: «Dobbiamo capire meglio la biologia dell’aquila per arrivare a un approccio sostenibile per proteggerle, conclude Roemer.