Arcipelago Toscano: Forza Italia e le amnesie selettive sulle Aree marine protette

Il futuro è quello indicato dall’Unione europea, dal Papa e dall’Onu. Basta disinformazione e giochetti politici

[1 Dicembre 2020]

Se un semplice cittadino avesse detto le cose che hanno scritto sulle aree marine protette il  Responsabile Dipartimento Politiche Insulari Forza Italia Toscana, Adalberto Bertucci e la Responsabile Dipartimenti Forza Italia Toscana, Chiara Tenerini, sarebbe stato derubricato come una delle tante intemerate disinformate e disinformanti che circolano a piene mani sugli a-social network contro l’istituzione di un’Area marina protetta.

Un’AMP che dovrebbe essere istituita da 38 anni, cioè da quando Legambiente Arcipelago Toscano non esisteva nemmeno ancora, come le associazioni ambientaliste non esistevano quando sono state perpetrate le malefatte urbanistiche delle quali si sono finalmente accorti  – con un bel po’ di ritardo e un sospetto strabismo politico che impedisce di vederne altre e ancora di più recenti –  Bertucci e Tenerini.

Ma questa strampalata presa di posizione che mischia confusamente le mele con le pere, tirandone fuori un pessimo frullato di chiacchiere da bar e di falso buonsenso, non può essere ignorata perché viene da due autorevoli esponenti di un Partito che negli ultimi 30 anni ha ininterrottamente governato i Comuni elbani e dell’Arcipelago – lasciando marcire i problemi che ora Bertucci e Tenerini vogliono risolvere, ma che il solo parlare di AMP lo impedirebbe –  che ha avuto ministri dell’ambiente, e che governa l’Europa, visto che fa parte del Partito popolare europeo che esprime addirittura la presidente della Commissione europea: Ursula von der Layen.

Bertucci è un politico fin troppo navigato nel mare burrascoso che lo ha portato, scialuppa dopo scialuppa,  dall’estrema destra a Forza Italia, per non sapere che ad avanzare la proposta di perimetrazione di un’Area marina protetta all’Elba fu il ministro dell’ambiente del Popolo delle Libertà Altero Matteoli (ed è da quella proposta che Legambiente chiede di far ripartire l’iter istitutivo e una discussione con tempi certi) e non ci sembra allora di aver sentito proteste né di Bertucci né di altri esponenti di centrodestra e nemmeno di molti che oggi gridano allo scandalo su Facebook. Quando qualche anno dopo, cambiato governo, la stessa proposta la presentò il Verde Pecoraro Scanio venne giù il mondo. E centro-destra e centro-sinistra si scambiarono i ruoli. Perché, alla base dello scandalo internazionale della mancata istituzione dell’AMP dell’Arcipelago Toscano, c’è il fatto che a buona parte dei nostri politici e amministratori dell’Area marina protetta non gliene frega niente, non ne sanno niente e non vogliono nemmeno fare lo sforzo per informarsi. Gli basta lisciare il ventre della protesta disinformatrice.

Perché il problema che ha impedito di istituire per 38 anni l’area marina protetta è proprio questo: la furbizia e il settarismo politico che si trasformano in disinformazione, mentre, invece di svicolare parlando a vanvera di Antiche Saline o di problemi che la politica – non l’AMP o gli ambientalisti – ha lasciato incancrenire, invece di spiegare e informare, si raccontano cose immaginarie, si fanno risorgere dal mare elbano strani voraci unicorni marini, mostri mitologici che – come ai bei tempi dell’istituzione del Parco Nazionale – si mangeranno per sempre l’economia dell’Elba.

Il passaggio involontariamente meno umoristico, ma più significativo, del comunicato di Forza Italia è questo: «Una volta istituito il Parco Marino, ai Comuni che rientrano nelle zone scelte, verrà imposto di elaborare progetti di carattere ecologico compatibile con le caratteristiche ambientali del territorio ed il suo mantenimento o ripristino a livello ottimale». E’ abbastanza incredibile che Bertucci e Tenerini (dopo aver fatto per diversi capitoli del loro comunicato gli anti-cementificatori dell’ultim’ora, pur provenendo dal Partito dei condoni edilizi) trasformino in un pericolo da evitare a tutti i costi comportamenti amministrativi virtuosi che dovrebbero essere la pratica quotidiana in un’isola che vive di turismo, mare e risorse ambientali.

Ma è ancora più incredibile che queste strampalate teorie vengano da un Partito che in Europa fa parte della maggioranza che ha proposto e votato recentemente la strategia per la biodiversità che impone ai Paesi europei di tutelare il 30% del loro mare (l’Italia non arriva nemmeno al 10%) e che ha proposto un Recovery Plan che va proprio nella direzione  di sostenibilità ambientale che Bertucci e Tenerini temono. Lo stesso Partito che ha votato la strategia marina europea e quella sull’economia circolare e sulla pesca che, in diversa misura, vanno tutte nella stessa direzione: la protezione delle risorse e dell’economia marina della quale le AMP sono sempre prospettate come un asse portante di sostenibilità e investimento per il futuro.

E il futuro è proprio quello che i due esponenti di Forza Italia prospettano come una iattura e a disegnarlo nella sua architettura legislativa ed economica non sono stati gli ambientalisti ma Ursula von der Layen  e la sua Commissione e il Consiglio e il Parlamento europeo (anche quello presieduto da Antonio Tajani, che è stato anche commissario Ue all’industria), anche con i voti di Forza Italia.

E’ lo stesso futuro sul quale recentemente hanno chiesto di incamminarsi il più velocemente possibile Papa Francesco nella sua recente enciclica “Fratelli Tutti” e il segretario generale dell’Onu António Guterres, chiedendo entrambi che la prossima Conferenza delle parti della Convention on BIological Diversity  faccia proprio l’obiettivo europeo di proteggere il 30% dei mari e delle terre emerse.

Se poi i due temerari seguaci di Silvio Berlusconi non si fidano del Papa e di Guterres e volessero informarsi davvero su cosa è un’Area marina protetta e su come funziona ed è zonizzata, potrebbero chiedere a Stefania Prestigiacomo, ex ministro dell’ambiente per Forza Italia che ha il record di Aree marine protette italiane istituite durante il suo mandato. Qualche buon consiglio per evitare di dire cose a caso e di fare brutte figure glielo darà sicuramente.

 

P.S.

La «legge 979 del 31.12.1982 sulle AMP» citata da Bertucci e Tenerini è in realtà la legge sulla difesa del mare che contemplava ancora l’istituzione di riserve marine, la legge che norma l’istituzione delle Aree marine protette (riprendendo e ampliando l’elenco delle riserve marine della 979) è la successiva 394/91. Un ripassino e un aggiornamento sulle leggi vigenti non farebbe male.

Legambiente Arcipelago Toscano

 

Ecco cosa scrivono i due esponenti di Forza Italia:

LE PERPLESSITÀ DI FORZA ITALIA SULL’AREA MARINA PROTETTA

Il Responsabile Dipartimento Politiche Insulari Forza Italia Toscana, Adalberto Bertucci, insieme alla Responsabile Dipartimenti Forza Italia Toscana, Chiara Tenerini, sottolinea l’ importanza di una corretta valutazione per le Aree Marine Protette.

Leggendo i progetti istitutivi delle AMP, sembra emergere chiaramente l’assoluta volontà di ripercorrere strade che non hanno dato e non daranno nessuna garanzia di successo, come è stata anche l’istituzione del PNAT.
Ancora una volta non si parla delle cause principali del degrado ambientale, di tutto quello che viene fatto “a terra” e che successivamente si riversa in mare.
Sembra che le organizzazioni, che impiegano tante energie per mobilitare la pubblica opinione in difesa della natura, non si interroghino su quali siano le cause reali dell’inquinamento sull’isola che loro stessi denunciano.
Per cambiare rotta, oltre alla buona gestione dell’ambiente da parte dei singoli e alla corretta informazione da parte degli attivisti, è necessario che il Parco ed i Comuni, ognuno nelle proprie aree di competenza, si impegnino a verificare e controllare le attività terrestri e le loro conseguenze sulle aree marine.
Le AMP per come sono concepite, sono volte principalmente a precludere dalle stesse la presenza dell’uomo. Tutti sappiamo che il degrado ambientale e l’inquinamento non sono da attribuire alla sola presenza umana, ma alla cronica mancanza sul territorio di strutture e strumenti per la depurazione e bonifica, oltre di strumenti di controllo delle attività industriali, i cui costi tuttavia vengono caricati nelle tasche di noi cittadini. Logico e prevedibile l’insorgere di dissenso da parte della popolazione elbana, verso le AMP, e di riflesso l’indecisione delle Amministrazioni a schierarsi pro o contro di esse.
Le AMP per legge necessitano di un adeguato controllo e sorveglianza esecutiva e di bilancio, che si traduce in ulteriori costi vivi che vanno ad aggiungersi a quelli già pesanti per il mantenimento del territorio (basta guardare solamente le problematiche che sorgono per la bonifica e pulizia dei fossi).
Dobbiamo quindi capire cosa prevede e come verrà applicata la legge 979 del 31.12.1982 sulle AMP. Riteniamo fondamentale il confronto con il territorio, riteniamo indispensabile l’ opinione dei cittadini elbani.
L’estensione, la posizione geografica e il tasso di popolazione dell’Isola rendono le decisioni dei cittadini elbani parte integrante del futuro del territorio e dell’ambiente.
La nostra Isola è situata geograficamente in un punto strategico e l’intrecciarsi dei diversi interessi economici e politici esterni, ha comportato da sempre modelli diversificati di sviluppo ed enormi cambiamenti.
I ricordi tornano per esempio alla chiusura dello stabilimento Ilva, alla demolizione del ponte Enny, alla nascita del Grattacielo, e ancora al Residence Napoleon di Capoliveri, alle case popolari di Rio Marina e alla zona industriale delle Antiche Saline.
Gli amministratori che danno il loro benestare per la realizzazione delle AMP, devono avere bene in mente che il concetto di Parco equivale ad un uso limitato del territorio, imposto per la gestione razionale delle risorse da parte dell’Ente gestore lasciando i Comuni e i loro cittadini, senza alcuna voce in capitolo.
Una volta istituito il Parco Marino, ai Comuni che rientrano nelle zone scelte, verrà imposto di elaborare progetti di carattere ecologico compatibile con le caratteristiche ambientali del territorio ed il suo mantenimento o ripristino a livello ottimale.
Molti elbani, memori delle molte promesse fatte al tempo dell’istituzione del PNAT e mai mantenute, sono spaventati dalla possibile creazione delle AMP che allo stesso modo vedono solo come presagio di molte proibizioni e divieti.

Capisco che si tratti di una scelta difficile e carica di responsabilità:
L’Amministrazione dovrebbe consentire ai suoi cittadini, adeguatamente informati, di scegliere, per eliminare tutte le incomprensioni e diffidenze da parte della nostra comunità che oggi si vede proporre un Area Marina Protetta senza avere la minima percezione delle conseguenze che ne possono derivare.