Arpat, Ddt e Pcb «concausa determinante» per la morte dei delfini spiaggiati in Toscana

Sono 40 i cetacei ritrovati sulle coste toscane da inizio anno, 38 quelli morti

[19 Agosto 2019]

Le analisi eseguite da tre diversi istituti sulle carcasse di delfini tursiopi e stenelle spiaggiate lungo le coste toscane mostra ormai che è il Mobillivirus dei cetacei la prima causa dei decessi, ma va chiarendosi anche il ruolo esercitato dagli inquinanti DDTs e PCBs, policlorobifenili organoclorurati di vecchia generazione utilizzati anche come insetticidi e ancora presenti nel Mar Mediterraneo: un approfondimento dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) sottolinea che «dieci tursiopi analizzati risultavano tutti con livelli di DDTs e PCBs notevolmente elevati», indicando questi contaminanti come «una concausa assolutamente determinante nel decesso degli esemplari».

L’Arpat ricorda che dal 1 gennaio 2019 all’11 agosto si sono registrati 40 cetacei spiaggiati lungo le coste toscane (due dei quali erano però ancora vivi ed hanno ripreso il largo mentre 38 erano morti), censiti grazie al lavoro dell’Osservatorio toscano per la biodiversità: tra i morti si elencano in totale 20 tursiopi, 11 stenelle, 1 capodoglio, un grosso cetaceo non identificato e 3 delfini non identificabili a causa dell’avanzato stato di decomposizione.

Il 58% degli spiaggiamenti del 2019 è avvenuto nel periodo estivo (1 giugno-11 agosto), e dai rilievi analitici risulta «un’importante positività per il Morbillivirus dei cetacei (CeMV); infatti tutti e 4 i soggetti esaminati sono risultati positivi al virus. Il CeMV colpisce soltanto i cetacei risultando quindi patogeno solo per questi animali. Le indagini istologiche ed in parte quelle batteriologiche risultano ancora in corso ma i dati preliminari sembrerebbero confermare il sospetto diagnostico per CeMV».

Come comunicato già nei giorni scorsi dall’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni, però, le analisi hanno portato alla luce la forte presenza di inquinanti nelle carcasse analizzate. Che ruolo hanno avuto nella triste sorte dei delfini?

«Dieci tursiopi analizzati risultavano tutti con livelli di DDTs e PCBs notevolmente elevati – argomentano dall’Arpat – I PCBs erano sopra i livelli medi riscontrati in questa specie in Mediterraneo sia su esemplari spiaggiati che su esemplari vivi e in libertà, i cosiddetti “free ranging”. Inoltre tali livelli erano tutti sopra il limite di effetto di immunosoppressione. Tale dato conferma la stretta correlazione tra la rilevante presenza di xenobiotici immunotossici e il morbillivirus, indicando questi contaminanti come una concausa assolutamente determinante nel decesso degli esemplari».

L. A.