Attrazione fatale: perché le tartarughe marine mangiano la plastica? Ha l’odore del loro cibo preferito

Basta una settimana perché un pezzo di plastica che galleggia in mare inizi a odorare come una loro preda

[10 Marzo 2020]

Il nuovo studio “Odors from marine plastic debris elicit foraging behavior in sea turtles”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori statunitensi dimostra che sulle materie plastiche che galleggiano nell’oceano si forma un rivestimento di alghe e microrganismi che profuma come qualcosa di commestibile per le tartarughe.

Secondo il team guidato da Joe Pfaller del Caretta Research Project di Savannah, in Georgia, «Questa scoperta è importante perché è la prima dimostrazione che l’odore delle materie plastiche oceaniche fa sì che gli animali le mangino», Quindi, un sacchetto di plastica che galleggia da qualche tempo in mare, non solo sembra una medusa, ma odora come uno degli spuntini preferiti dalle tartarughe, una vera e propria trappola olfattive che potrebbe aiutare a spiegare perché le tartarughe marine sono inclini a mangiare la plastica e a rimanerci impigliate. Pfaller,  che insegna all’Università della Florida – Gainesville, intervistato da BBC News ha aggiunto che «Le materie plastiche che hanno passato del tempo nell’oceano sviluppano odori dai quali le tartarughe sono attratte e questo è un adattamento evolutivo per la ricerca di cibo, ma ora è diventato un problema per le tartarughe perché sono attratte dagli odori delle materie plastiche».

Uno degli autori dello studio, il biologo Charles Postelle Jr. dell’università della North Carolina – Chapel Hill, ricorda che «E’ comune trovare tartarughe caretta con i loro sistemi digestivi completamente o parzialmente bloccati perché hanno mangiato materie plastiche. Ci sono anche rapporti crescenti su tartarughe marine che si sono ammalate e arenate sulla spiaggia a causa dell’ingestione di plastica da parte loro».

La cosa più importante che le persone possono fare per fare in modo che questi antichi rettili marini e altre creature degli oceani mangino la plastica è evitare che in mare si accumuli altro marine litter e anche i ricercatori statunitensi raccomandano di smaltire correttamente e riciclare tutto quel che è riutilizzabile e raccogliere i rifiuti spiaggiati oppure in mare durante una gita in barca, inoltre bisogna – cosa non ancora usuale in diversi Stati Usa – utilizzare di sacchetti della spesa riutilizzabili o di carta e lattine per bevande più grandi invece che quelle più piccole tenute insieme in confezioni dagli anelli di plastica.

Per comprendere il comportamento delle tartarughe marine riguardo alla plastica in mare, il team di ricerca ha confrontato il modo in cui 15 tartarughe marine hanno reagito in laboratorio agli odori del loro cibo e della plastica che è stata per un certo periodo in mare l’oceano, della plastica pulita e dell’acqua e dicono che «Le tartarughe hanno ignorato i profumi della plastica e dell’acqua pulite, ma hanno risposto agli odori del cibo e delle materie plastiche immerse negli oceani mostrando un comportamento di foraggiamento. I ricercatori hanno registrato le reazioni delle tartarughe con delle telecamere e gli animali hanno risposto allo stesso modo sia agli odori della plastica bagnata che a quelli di alimenti come pesce e farina di gamberi.

Quando emergevano per respirare tenevano il naso fuori dall’acqua per periodi lunghi più di tre volte del normare per inspirare bene il “buon” odore di plastica stagionata. I ricercatori ci tengono a precisare che durante questi esperimenti di laboratorio le tartarughe non hanno ingerito materie plastiche e sono state rilasciate nell’oceano dopo lo studio.

Una degli autori dello studio, Kayla M. Goforth del Department of biology dell’università della North Carolina – Chapel Hill, evidenzia che «Le tartarughe molto giovani si nutrono in superficie e le materie plastiche che galleggiano sulla superficie dell’oceano le danneggiano. Le tartarughe più vecchie si nutrono più in basso nella colonna d’acqua, a volte sul fondo dell’oceano. Indipendentemente da dove sono distribuite le materie plastiche nell’oceano, è probabile che le tartarughe le mangino».

Secondo i ricercatori, «Lo studio solleva interrogativi su una serie di impatti a lungo termine che la plastica può avere su tutte le specie oceaniche» e Kennet Loman, anche lui dell’università della North Carolina, ricorda che «In alcune parti dell’Oceano Pacifico ci sono enormi aree coperte da detriti di plastica fluttuanti Una preoccupazione sollevata da questo studio che concentrazioni dense di plastica possono far pensare alle tartarughe – o ad altre specie – che l’area sia un’abbondante fonte di cibo. Queste aree possono attirare mammiferi marini, pesci e uccelli perché l’area ha l’odore di un buon territorio di foraggiamento. Una volta che queste materie plastiche sono nell’oceano, non abbiamo modo buono per rimuoverle o impedire loro di odorare di cibo. La cosa migliore che possiamo fare è evitare che la plastica entri nell’oceano».

Pfaller conclude: «Non è solo una cosa visiva: vengono probabilmente attratte da lunghe distanze da queste garbage patches nell’oceano aperto. La cannuccia di plastica che finisce nel naso di una tartaruga o la busta di plastica galleggiante sono sicuramente i principali problemi, ma là fuori qualsiasi cosa può far crescere batteri e animali che le tartarughe vogliono mangiare e quindi se sentono un odore di questo tipo vanno a dare un’occhiata e possibilmente a consumarla, il che può portarle alla morte».

I risultati dello studio aprono nuove strade alla ricerca per capire come proteggere gli animali marini che sono minacciati dal marine litter, soprattutto a causa dell’ingestione o dell’impigliamento.