Chi ha avvelenato il piccolo Nemo e Dory?

Troppo cianuro nei pesci dei nostri acquari, a rischio intere barriere coralline

[23 Giugno 2016]

Un nuovo rapporto dal Haereticus Environmental Laboratory e dell’ONG For the Fish  ha esaminato i pesci venduti nei negozi di animali in 5 Stati degli Usa  e ha riscontrato che «Più della metà di questi pesci sono risultati positivi all’’esposizione al cianuro, una sostanza chimica pericolosa che può uccidere i pesci e distruggere i loro habitat della barriera corallina».

La cattura dei pesci delle barriere coralline utilizzando il cianuro sarebbe illegale nelle Filippine, nello Sri Lanka e in Indonesia, i Paesi dai quali provengono gran parte del reef importati in tutto il mondo, ma la scarsa applicazione delle leggi permette di rifornire il mercato dei collezionisti spandendo cianuro per stordire i pesci, provocando così lo sbiancamento e addirittura la morte dell’intero habitat dei coralli

Craig Downs, principale autore del rapporto e direttore esecutivo dell’Haereticus Environmental Laboratory, spiega che «Ci sono dei subacquei che si immergono con piccole botttigliette per spruzzare – e talvolta  con grandi bottiglie spruzzare… serbatoi da 20 galloni – di candeggina Clorox o cianuro e distruggono intere barriere coralline. E stanno uccidendo un intero gruppo di invertebrati come i Christmas tree worms, gamberi e  aragoste. In questo momento, mentre gli oceani di tutto il mondo stanno vivendo il loro terzo evento di sbiancamento di massa della storia, fattori di stress extra, come l’inquinamento da cianuro sono una condanna a morte. E’ stata appena uccisa un’intera barriera corallina che è stata toccata da questo pennacchio di cianuro».

Ma il cianuro fa male anche ai pesci che restano vivi e che vengono catturati: è noto che i pesci tropicali che arrivano ai negozi di animali spesso muoiono pochi giorni dopo l’acquisto, ma quando si tratta di questi pesci di barriera, è spesso il cianuro a causarne la morte precoce: può rivelarsi letale per i pesci entro tre settimane dall’esposizione.

Il rapporto di Downs e For the Fish  non è il primo a esaminare questa pratica dannosa che alimenta gran parte del commercio pesci esotici:la recentissima analisi “U.S. Pet Trade Imports 6 Million Tropical Fish Exposed to Cyanide Poisoning Each Year” del Center for Biological Diversity e For the Fishes ha scoperto che gli Usa ogni anno importano  6 milioni di pesci tropicali che sono stati esposti al cianuro e una ricerca precedente aveva dimostrato che il 98% per cento delle specie di pesci marini non può essere allevato con successo in cattività – almeno non abbastanza bene da sostenere la domanda commerciale di pesce. «Allevare pesci in cattività non è facile – dice Downs – Molte specie hanno esigenze alimentari differenti  nelle diverse fasi di sviluppo, e, a meno che gli esperti non sappiano quali siano esattamene queste esigenze, il pesce non sopravviverà.

Una delle specie di pesci che non può essere allevato in cattività, o “raccolto”, è il Blue Tang (Paracanthurus hepatus), la specie che è la star del cartoon  Disney/Pixar Alla ricerca di Dory , che sta sbancando i botteghini e frantumando ogni record. Un cartoon che secondo molti biologi marini è preoccupante, perché potrebbe portare ad un aumento della domanda di peci tropicali per gli acquari domestici.

E’ già successo prima: nel 2003, quando uscì  Alla ricerca di Nemo, le vendite di pesci pagliaccio ebbero un boom e per i Blue Tang potrebbe andare anche peggio: qualsiasi aumento della domanda probabilmente porterà ad un incremento della raccolta illegale di Paracanthurus hepatus destinato a morire presto in cattività. Per questo che molti scienziati marini stanno supplicando ci va a vedere il nuovo cartoon di non comprare Blue Tang, pesci che svolgono un ruolo essenziale per mantenere in salute l’ecosistema della barriera corallina.

«Ho solo una cosa da dire alle persone che vogliono allevare Blue Tang: non lo fate! – ha detto alla radio nazionale Usa NPR Culum Brown, un ecolo comportamentale della Macquarie University – Ci sono tutte le possibilità che il vostro chirurgo blu sia stato illegalmente catturato nel suo  ambiente naturale. Non c’è nessuna ragione per sostenere questa industria dell’uccisione dei pesci».

Anche la Disney si è resa conto del pericolo e ha chiesto di comprare solo i pesci  “giusti”, spiegando che la specie di Dorey  non sono adatti a diventare animali domestici, meglio scegliere pesci allevati per stare negli acquari»

Un rapporto del 2008 della National Oceanic and Atmospheric Administration Usa stimava che fino al 90%  del pesce tropicale esportato negli Usa sia catturato utilizzando e la NOAA anche stimato che ogni anno vengono importati negli Usa 11 milioni di pesci della barriera corallina. Ma il commercio per rifornire gli acquari prende di mira anche coralli, invertebrati, e altre specie: uno studio del 2012 ha rilevato che «Più di 150 specie di coralli duri, centinaia di specie di invertebrati non coralli e almeno 1.472 specie di pesci di barriera di 50 famiglie», vengono raccolti per utilizzarli nel commercio di pesci esotici.

Quindi, quello che potrebbe sembrare hobby di nicchia è diventata una fiorente attività economica globale e già un rapporto del 2003 dell’United Nations Environment Program diceva che gli organismi commercializzati  – tra cui pesci di barriera e coralli – per gli acquari di tutto il mondo valeva tra 200 e 300 milioni di dollari all’anno. Da allora gli acquari marini domestici sono diventati molto più popolari e diffusi, anche se, come spiega Downs «I pesci d’acqua salata acquistati presso negozi di animali possono costare dovunque da 110 a 500 dollari, mentre alcuni possono  avvicinarsi a 1.000 dollari».

Alcuni gruppi ambientalisti statunitensi hanno inviato una petizione al Fish and Wildlife Service, NOAA e  US Customs and Border Patrol per chiedere «test e certificazioni per garantire che pesci tropicali importati non siano stati illegalmente catturati utilizzando cianuro» e perché ai dipendenti delle tre agenzie Usa venga detto di impedire l’importazione di pesci tropicali  marini vivi positivi al test del cianuro.

Downs sta lavorando ad una tecnologia sviluppata insieme ad altri ricercatori che permetterebbe ai consumatori di testare l’esposizione al cianuro dei loro pesci. Una tecnologia che potrebbe aiutare le agenzie Usa, «Ma finché questo non accade, evitate di comprare Blue Tang e l’altro 98% delle specie importate che non possono essere allevate in cattività – dicono gli ambientalisti – se volete mantenere le barriere coralline in buona salute». Ringrazieranno anche Nemo e Dory.