Baby boom di gorilla di montagna in Uganda (FOTOGALLERY)

Nel Bwindi National Park record di nascite di cuccioli

[3 Settembre 2020]

L’Ugandan Wildlife Authority (UWA) ha annunciato il primo settembre la nascita di un nuovo cucciolo di gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) nel Bwindi National Park, il quinto in sole 6 settimane. Il cucciolo è figlio di Ruterana, una femmina 18enne della famiglia di gorilla di Rushegura che così arriva a 18 individui,

Il 28 agosto era venuto alla luce Kibande, il cucciolo di kingmaker, la più anziana della famiglia di gorilla Rushengura – che arriva così a 17 individui –  che vive a nel settore del Parco di Buhoma.

Si tratta di un vero e proprio baby boom di gorilla nel Bwindi National Park: da gennaio ne sono nati 7 rispetto ai soli 3 cuccioli venuti alla luce nello stesso periodo del 2019.

In natura restano solo poco più di 1.000 gorilla di montagna e, anche se nel 2018, grazie al grande lavoro di conservazione, comprese le pattuglie anti-bracconaggio, il gorilla di montagna è stato rimosso dalle specie in pericolo critico di estinzione della Lista Rossa dell’International union for conservation of nature, è ancora classificato come specie minacciata di estinzione.

L’UWA ha detto alla BBC che quest’anno è senza precedenti per le nascite di gorilla, ma non è chiaro perché ci sia stato questo aumento. Le cinque nascite recenti sono avvenute in famiglie di gorilla diverse, non della stessa famiglia, al contrario di come inizialmente segnalato. A Bwindi vivono circa 400 gorilla, divisi in 10 gruppi familiari.

I gorilla di montagna vivono solo in alcune aree protette della Repubblica Democratica del Congo, del Rwanda e dell’Uganda. Oltre che nell’impenetrabile Bwindi National Park, si trovano anche in una rete di parchi nella catena montuosa del Massiccio Virunga, a cavallo dei confini dei tre Paesi.

La corrispondente di BBC Africa, Catherine Byaruhanga, fa notare che «Il baby boom arriva mentre i parchi stanno testando le visite ai luoghi dei primati, che sono state interrotte a causa del coronavirus».

A marzo in Uganda sono state chiuse la maggior parte delle imprese turistiche e ora il settore sta lentamente riaprendo, ma la preoccupazione per i grandi primati è molta perché condividono gran parte del nostro DNA e potrebbero essere particolarmente vulnerabili al Covid-19.

Attualmente, piccoli gruppi di visitatori possono entrare nelle aree protette mentre vengono sperimentate nuove procedure di sicurezza, come indossare mascherine facciali e il distanziamento sociale.

Durante il lockdown, anche il bracconaggio è stato una delle principali preoccupazioni della UWA E per le autorità ugandesi. A luglio, un bracconiere è stato condannato a 11 anni di carcere per l’uccisione di Rafiki, un gorilla silverback di Bwindi.