Basilicata, Legambiente: «I lupi non sono cani! E le ordinanze sindacali non sono strumenti di gestione faunistica»

Legambiente chiede al ministero di verificare l’operato di Comune e Regione sulla procedura adottata per catturare un lupo a Potenza

[9 Dicembre 2020]

Da qualche settimana un lupo (così classificabile almeno a prima vista e fenotipicamente, cioè in base alle caratteristiche esterne), si aggirava nel centro urbano di Potenza frequentando cortili e strade dove, con una certa facilità, trovava cibo messo a disposizione per cani e gatti. Ieri il sindaco leghista di Potenza, Mario Guarente, ha annunciato che «Grazie all’intervento di un veterinario giunto da fuori regione, con la tecnica della teleanestesia, che non ha creato alcun nocumento all’animale, è stato catturato l’esemplare di lupo, per la cui presenza in città da qualche mese giungevano segnalazioni di nostri concittadini». Guarente era presente, insieme agli esperti del Dipartimento regionale ambiente, alle operazioni di cattura svoltesi alle ore 9  dell’8 dicembre 2020, in via Fabio Filzi. Il Sindaco ha spiegato che sono «Stati prelevati i campioni necessari a determinare con precisione la razza dell’esemplare che momentaneamente è stato trasferito, con tutte le cautele del caso, nel canile municipale di contrada Tiera, in attesa dell’esito delle analisi che, nel caso confermino trattarsi di lupo, attiveranno la procedura per la sua reimmissione nel proprio habitat naturale». Legambiente Basilicata, «pur apprezzando la tempestività con cui il sindaco Guarente si è adoperato in questa circostanza» precisa che «La procedura messa in atto dal comune, e da quello che si apprende dalla nota diffusa soprattutto da parte della Regione Basilicata, è sbagliata e non in linea con gli strumenti e le procedure utilizzate in questi casi. Il lupo è infatti tutelato dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE), recepita dall’Italia con DPR dell’8 settembre 1997, n. 357, che inserisce il lupo negli allegati B e D, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione. Per questa ragione, le catture effettuate in Italia legalmente, per motivi scientifici o gestionali, sono tutte autorizzate, in deroga alla suddetta normativa, con provvedimento del Ministero dell’ambiente su parere Ispra».

Il Cigno Verde lucano  ricorda che «Per la sua importanza dal punto di vista conservazionistico, il lupo, tra l’altro, deve essere oggetto di un attento e costante monitoraggio, per il quale sono responsabili le aree protette nazionali o, al di fuori di esse, come in questo caso, la Regione Basilicata, che era informata sulla presenza del lupo nel centro abitato di Potenza e, secondo le notizie diffuse dal Comune di Potenza, presente anche alle operazioni di cattura. Tuttavia, sembra che nessuna autorizzazione sia stata chiesta al ministero e nessun parere espresso dall’Ispra, sia per la cattura, sia per la captivazione quanto temporanea del lupo presso il canile municipale. Si è scelto, invece, lo strumento dell’Ordinanza del Sindaco, ai sensi della quale si invocano, solitamente, gli artt. 50 e 54 del D. Lgs. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali): l’art. 50, comma 5, T.U.E.L. prevede che “….in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”, mentre l’ 54, comma 4 dispone che “…….Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”».

Legambiente fa notare che «Un lupo che si aggira tra le case a Potenza, mangiando cibo messo a disposizione per i cani e per i gatti, non rappresenta un caso isolato e non è il primo caso accaduto. Ma soprattutto non può rappresentare un problema sanitario quello indotto da un solo lupo in un Paese come il nostro che, invece, non riesce a gestire e tollera la presenza di branchi di cani randagi in molte città, Potenza compresa. A maggior ragione può essere considerato pericoloso un animale selvatico che, come in questo caso, mostra una estrema confidenzialità molto più evidente del solito nei confronti dell’uomo e denota una assoluta mancanza di aggressività nei confronti dell’uomo non determinando, quindi, gravi pericoli per l’incolumità pubblica. L’utilizzo dell’ordinanza sindacale per “risolvere” queste situazioni è dunque non in linea con la legislazione nazionale ed europea, ma anche fuori luogo, perché rischia di diventare uno strumento ricorrente di gestione faunistica delle specie selvatiche che invece devono, caso per caso, essere riportate e rese oggettive e autorizzate dalle autorità competenti che in questo caso è il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare».

Per questo, Legambiuente Basuilicata crede che «Siano più che giustificate le segnalazioni e le ansie dei cittadini di Potenza che dovevano essere meglio informati sul fenomeno che ormai da molte settimane, se non mesi, si era verificato. Ma consideriamo sopra le righe e ingiustificata l’ordinanza del Sindaco e soprattutto la captivazione, sebbene temporanea, in un canile anziché in una struttura idonea dal punto di vista veterinario».

Secondo l’associazione ambientalista. «Se fosse stato richiesto un parere all’Ispra, come si è fatto in altri casi anche più urgenti e difficili da gestire, si sarebbe attivata una rete di aree protette, i CRAS e strutture convenzionate in grado di ospitare il lupo in condizioni compatibili con le caratteristiche biologiche ed etologiche della specie. E soprattutto, con l’autorizzazione preventiva del Ministero si sarebbe da subito definito l’iter procedurale e operativo per decidere il destino dell’animale se nel caso si tratti di un “ibrido” o di un lupo appenninico a tutti gli effetti».

Legambiente conclude: «Lascia di stucco e sorprende come questo intervento sia stato gestito con approssimazione da parte della Regione Basilicata che, sebbene informata e pur presente con i propri tecnici nella fase di cattura, abbia ignorato le più elementari norme in materia (L. 157/1992), violando le più elementari prescrizioni dovute a un organismo competente in materia di tutela della fauna selvatica, e non abbia pensato  di mettere in pratica i protocolli sul monitoraggio della specie predisposti da Ispra, a maggior ragione in questa fase in cui Ispra  sta effettuando un Piano nazionale di monitoraggio del lupo, e senza informare il Ministero dell’Ambiente al quale chiediamo di accertare le procedure adottate dal comune  Potenza e dalla Regione Basilicata per la cattura e captivazione del lupo».