Brasile, assalto alle terre indigene nel Rondônia e terrore agrario a Bahia

Le ONG: «Barbarie che non può essere tollerata». Una fattoria nota per i suoi crimini ambientali continua a terrorizzare le comunità rurali

[23 Agosto 2019]

Se qualcuno volesse rendersi conto di quante sono lontane dalla realtà le accuse rivolte alle ONG dal presidente neofascista del Brasile Jair Bolsonaro, basterebbe guardare a quel che succede nella Terra Indígena Karipuna, una delle più minacciate dell’Amazzonia, sia per gli incendi appiccati fori e dentro i suoi confini  sia per i crimini ambientali che si intensificano nella regione in seguito alle iniziative contro indios e ambientalisti del governo federale.

Il Ministério Público Federal de Rondônia ha da poco denunciato 9 persone e due imprese accusate di organizzazione criminale, furto, invasione per occupazione delle terre dell’Unione, disboscamento non autorizzato e riciclaggio di denaro. Greenpeace Brasil fa notare che «Tutti questi crimini sono legati alla crescente invasione e distruzione della Terra Indígena (TI) Karipuna. La denuncia è il risultato di un raffinato processo investigativocondotto dalla Polícia Federal (PF) e dal Ministério Público Federal (MPF) ed è un’importante pietra miliare nella lotta per salvare una delle terre indigene più minacciate dell’Amazzonia».

Attualmente la TI Karipuna sta affrontando un’altra grave minaccia che dimostra che è impossibile tagliare i legami tra avanzata della deforestazione e gli incendi che in questi mesi stanno divorando l’Amazzonia. E nello Stato di Rondônia lo scenario non è diverso: secondo i dati satellitari dell’Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (Inpe), Rondônia è il quinto Stato brasiliano con più incendi quest’anno: 5.533 (+ 190% rispetto allo stesso periodo del 2018), preceduto per numero solo da Mato Grosso, Pará, Amazonas e Tocantins., In Brasile l’incremento maggiore degli incendi boschivi appiccati da fazendeiros grileiros (accaparratori di terre)  è stato nel Mato Grosso do Sul (+256%) seguito da Pará (+199%), Acre (+196%) e Rondônia.

La mappa degli incedi individuati dal primo al 21 agosto in un raggio di 20 km intorno alla TI Karipuna registrava 657 focolai, 34 dei quali dentro la Terra Indígena. Una situazione che non è stata ancora più grave solo perché questa settimana nella TI Karipuna è piovuto due volte.

Dal 2016 la pressione degli allevatori di bestiame sulla Terra Indigena è costantemente aumentata e i Karipuna hanno dovuto affrontare un’ondata di invasori che è culminata nella distruzione di oltre 10.000 ettari di forestae che mette a rischio la sopravvivenza di questo popolo autoctono. Ma ai Karipuna non manvca il coraggio e si sono rivolti alle organizzazioni della società civile brasiliana per trovare alleati e, nel 2018, hanno attraversato il Brasile e il mondo per partecipare alla jornada por justiça, intervenendo a Brasília, New York e Ginevra per denunciare il costante disprezzo dell’integrità del loro territorio.

L’Associação Indígena do Povo Karipuna Abytucu Apoika, il Conselho Indigenista Missionário (Cimi) e Greenpeace Brasil fanno parte della coalizione “Todos os Olhos na Amazônia”, qche appoggia la lotta dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali e per la conservazione delle loro foreste e che ha denunciato fazendeiros e ladri di terra. Secondo le indagini che hanno fatto seguito a quelle denunce, i criminali accaparravano le terre indigene attraverso un’associazione di produttori rurali e Amazon Gel, un’impresa di georeferenziazione che, insieme, provvedevano a “regolarizzare” i lotti occupati illegalmente.

Greenpeace Brasil denuncia che «Più che compiere il suo dovere istituzionale, di indagare, identificare e punire gli invasori della Terra Indígena Karipuna, lo Stato brasiliano ha appoggiato coloro che in Rondônia, storicamente, i sono prese gioco dello Stato di diritto, disprezzano i diritti indigeni e distruggono le foreste della regione. L’ondata di fuoco che attraversa gran parte dell’Amazzonia e le ricorrenti invasioni di terras indígenas e unidades de conservação ambiental rendono evidente l’urgente necessità che ogni giorno a tutti i criminali che sono in azione lì venga ricordato che siamo un paese democratico e plurale e che non sarà tollerata la barbarie, sia politica che economica».

Intanto Greenpeace Brasil denuncia un’altra aggressione: il 17 agosto Fernando Ferreira Lima, un contadino del villaggio di Aldeia della zona rurale del municipio di Formosa do Rio Preto, nello Stato di Bahia. È stato ferito da “agenti di sicurezza” di Condomínio Cachoeira do Estrondo, un conglomerato agricolo che colleziona crimini ambientali e violenze, denunciate anche da Greenpeace International nel suo  recente rapporto  “Countdown to exinction”   .

L’attacco armato è avvenuto mentre Lima stava recuperando la sua piccola mandria in un territorio che, secondo la legge, appartiene alla sua comunità. Secondo le informazioni dell’Associação de Advogados de Trabalhadores Rurais do Estado da Bahia (Aatr), le guardie private si sono avvicinate con la pistola in mano al contadino gli hanno chiesto di scendere da cavallo, di fronte al suo diniego, hanno sparato tre volte verso Lima, che è stato colpita a una gamba. Altri colpi sono stati sparati contro il ventre di un cavallo montato da un altro membro della comunità. Fernando è stato salvato da altri contadini della sua comunità e portato a Palmas, la città più vicina, perché aveva immediato bisogno di cure ospedaliere.

Nonostante la pessima a fama  storia del Condomínio Cachoeira do Estrondo . le grandi imprese non sembrano avere problemi a farci affari: al suo interno a in prossimità dei suoi confini, Greenpeace Brasil ha identificato silos di stoccaggio della soia appartenenti ai principali negoziatori internazionali del grano.

Rômulo Batista, responsabile della campanha de florestas di Greenpeace Brasil, sottolinea che «Di fronte alle tante dichiarazioni del presidente Bolsonaro che incitano alla violenza contro le popolazioni indigene e tradizionali e stimolano un aumento della deforestazione di ecosistemi vitali per arginare l’emergenza climatica, le imprese devono agire ora. Le grandi marche globali devono onorare i loro impegni per eliminare la deforestazione e i conflitti sociali dalle loro catene di produzione, impedendo che questa tragedia annunciata si materializzi nella regione».

Infatti, questo non è il primo episodio di intimidazione e violenza subito dalle comunità che vivono nella valle del Rio Preto, soprattutto dopo la decisione loro favorevole della giustizia, che ha ridato loro il diritto di utilizzo e possesso di un’area contesa dal Condomínio Estrondo. Nell’aprile 2017, le comunità della valle – tra cui Cachoeira, Cacimbinha/Arroz, Gatos, Aldeia/Mutamba e Marinheiro – si sono unite in un’azione per rivendicare le loro proprietà collettive su una superficie di 43.000 ettari intorno ai villaggi, che era rivendicata dalla compagnia nonostante fosse abitata dai contadini oltre 200 anni. Alla fine, nel febbraio scorso, la terceira câmara cível do Tribunal de Justiça da Bahia ha confermato l’ingiunzione di mantenere l’area sotto la proprietà della comunità. Una decisione che è stata tranquillamente ignorata dal Condomínio Estrondo.

Da allora i contadini hanno vissuto giorni di terrore, intimidazione e violenza e in un clima di crescente criminalizzare delle comunità che stanno solo difendendo il loro diritto di vivere nei loro territori tradizionali, come hanno sempre fatto. Secondo l’AATR, Estrela Guia, la società di sicurezza privata assunta dal  Condomínio Estrondo, è coinvolta – «Con il supporto illegale di agenti di polizia locali» – in una serie di atti di intimidatori contro la comunità gerizeiro e «Le ingiustizie identificate includono ,o sconfinamento, il detenere illegalmente o rapire membri della comunità, minaccia armata e possesso illegale di armi e/o di sparare con armi, confisca di bestiame comunitario, limitazione del  traffico stradale e partecipazione a diverse  operazioni di sorveglianza intrusiva». Il 31 gennaio 2019, uomini della Estrela Guia hanno sparato a un altro membro della comunità Geriba mentre tentava di recuperare del bestiame di sua proprietà che gli era stato illegalmente sequestrato. Alcuni mesi dopo, il presidente della comunità di Cachoeira è stato illegalmente detenuto da guardie armate mati della Estrela Guia mentre stava cercando bestiame brado e lo stesso è avvenuto sistematicamente con altri allevatori/contadini della comunità.

Greenpeace Brasil ricorda che «Quasi 10 anni fa, alcune delle maggiori compagnie alimentari del mondo hanno promesso di interrompere entro il 2020 la produzione e la commercializzazione di prodotti per la deforestazione. Però, non ci sono nemmeno vicini. Continuano ad acquistare materie prime come soia e bovini legati alla distruzione delle nostre foreste, savane e di altri ambienti naturali. Continuano a comprare da aziende come Condomínio Estrondo, anche se hanno una lunga storia di illegalità, violenza e distruzione».

Gli ambientalisti brasiliani concludono che il ferimento di Lima «E’ solo un episodio di violenza legato al modello di produzione della soia che, acquistata e trasformato da grandi multinazionali, si trasforma in prodotti che finiranno sulla tavola di migliaia di consumatori in tutto il mondo».