Buone notizie per il camoscio appenninico, in forte crescita nel massiccio del Marsicano

Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: «Nonostante negli ultimi anni la popolazione di camoscio conti circa 3500 individui in tutto l’Appennino, questa sottospecie non è ancora uscita dal rischio di estinzione»

[25 Gennaio 2021]

Emergono buone notizie dall’ormai tradizionale monitoraggio della popolazione di camoscio appenninico all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: dal Pnalm comunicano che i dati raccolti e analizzati nel 2020 non si discostano molto da quelli degli anni precedenti e ci descrivono nel complesso una popolazione stabile e in equilibrio, con parametri vitali tipici di una popolazione storica. Ma in alcuni settori del Parco sono stati registrati anche parametri di popolazione particolarmente dinamici.

«Nel settore del massiccio del Marsicano – spiegano dal Pnalm – negli ultimi anni è stata registrata una crescita esponenziale dei branchi, con tassi riproduttivi molto più elevati rispetto al resto della popolazione. Proprio con l’obiettivo di meglio comprendere queste dinamiche, il Parco negli ultimi anni ha raddoppiato le giornate dedicate ai conteggi in modo da  estendere il monitoraggio anche nelle aree di recente colonizzazione del camoscio. La ricolonizzazione e la rapida crescita osservata sul monte Marsicano, la stabilità della popolazione nei settori storici dell’areale, la disponibilità di habitat idonei, nel Parco e nella sua area contigua, mostrano l’importanza delle azioni di conservazione intraprese in questi anni.
Fra queste la riduzione al minimo delle fonti di disturbo nei periodi più delicati della vita del camoscio: un’azione che il Parco porta avanti con le restrizioni temporanee sull’utilizzo di alcuni sentieri, una limitazione necessaria per salvaguardare questa specie unica, simbolo vero dell’Appennino centrale».

Il camoscio appenninico è infatti un endemismo dell’Appennino centrale, un animale unico al mondo che ha seriamente rischiato l’estinzione nel secolo passato. Grazie alla fondamentale azione di protezione e tutela del Pnalm è stato possibile salvare questa meravigliosa specie, anche a seguito di alcune importanti operazioni di reintroduzione avvenute a partire dagli anni ’90 nei massicci della Maiella, del Gran Sasso, dei Sibillini e del Sirente-Velino.

«Nonostante negli ultimi anni la popolazione di camoscio conti circa 3500 individui in tutto l’Appennino, questa sottospecie – precisano però dal Pnalm – non è ancora uscita dal rischio di estinzione e per questo continua a essere protetta da numerose leggi e normative, nazionali ed europee».