Caccia, la Lega la rivuole al ministero dell’Agricoltura

Le associazioni: Centenaio pensi a risolvere i reali problemi dell'agricoltura, non ad invadere le competenze di altri Ministeri

[21 Maggio 2019]

Intervenendo alla Sagra della Caccia al Castello di Bereguardo, in provincia di Pavia, il ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, il leghista Gian Marco Centinaio, ha aperto un nuovo fronte di scontro con il ministro dell’ambiente Sergio Costa: «La caccia è sempre stata di competenza del Ministero dell’agricoltura, negli anni i miei predecessori hanno regalato la competenza al ministero dell’ambiente tenendo purtroppo una parte solo marginale. Personalmente sono convinto che riportare questo comparto al Mipaaft sia la mission di questa legislatura senza andare in diatriba con il ministro Costa. Da parte mia c’è la massima attenzione e in tutte le occasioni ho evidenziato l’importanza del settore al ministro dell’ambiente e al Presidente Conte. Oggi come oggi la caccia non deve essere vista come il nemico dell’ambiente, penso che i cacciatori siano i primi amici dell’ambiente, della tutela del paesaggio e delle aree agricole e il messaggio che è opportuno far passare, a chi sta a Roma a decidere insieme a me, è proprio quello di delineare un determinato equilibrio da tutte le parti quando vengono affrontate tematiche specifiche come la caccia».

A Centenaio rispondono duramente Enpa. Lac, Lav e Lipu: «Il Ministro dovrebbe ricordare che il suo compito è quello di risolvere i veri problemi dell’agricoltura e sostenere gli agricoltori che sono il motore trainante della economia italiana. Per quanto attiene alla competenza, la Consulta si è più volte pronunciata riconducendo la materia venatoria nell’alveo delle prerogative statali riguardanti la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema (da ultimo la Corte Cost., sentenza n. 7/2019). La caccia non rientra inoltre tra le priorità del suo dicastero, in considerazione dell’assoluta irrilevanza che le istanze venatorie rivestono rispetto ai più gravi problemi che oggi si trova ad affrontare il mondo agricolo, come i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse idriche o l’utilizzo di pesticidi che comportano danni per la salute umana e impoverimento degli ecosistemi».

Secondo le associazioni conservazionistiche e animaliste. «Sostenere di estromettere dal Ministero dell’Ambiente, a cui compete la funzione prioritaria di tutela della biodiversità e delle fauna selvatica, dalla materia venatoria è semplicemente un modo per intercettare i favori elettorali di una sparuta minoranza di cittadini e per anteporre gli interessi di chi esercita un’attività ludica alle necessità degli agricoltori e delle loro famiglie. Auspichiamo, che si instauri un dialogo tra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell’Ambiente incentrato sulla definizione di misure volte a determinare una più ampia tutela della biodiversità quale elemento fondamentale per garantire un futuro anche al comparto agricolo».

La sortita di Centenaio non piace nemmeno all’Istituto italiano per lo sviluppo rurale e l’agriturismo (Isvra) che in una nota sottolinea: «Premesso che certamente alcuni cacciatori sono sensibili ai temi ambientali (ma tanti altri no!), lascia almeno perplessi la considerazione che i cacciatori siano “i primi amici” dell’ambiente, della tutela del paesaggio e delle aree agricole”. Sono infatti ben note le controversie innescate dai danni e dai pericoli conseguenti al diritto d’ingresso nei terreni agricoli non recintati riconosciuto ai cacciatori, gli spari in vicinanza delle abitazioni rurali, il disturbo alle attività agrituristiche. Il Ministro non ne sa niente? Quanto al contributo concreto dei cacciatori, da “primi amici”, alla tutela del paesaggio: lo spieghi il sen. Centinaio, se può! E spieghi pure come i cacciatori siano “primi amici” delle aree agricole, cioè degli agricoltori, che, in realtà, appena sopportano l’invasione dei cacciatori (perché obbligati), ma certo farebbero a meno della loro presenza nei propri terreni, coltivati con duro lavoro e non per svago».

Il presidente di Isvra, Mario Pusceddu, conclude: «Forse riportare la caccia sotto le principali competenze del Ministro “dell’Agricoltura” dovrebbe servire, all’opposto di quello che sostiene Centinaio, a proteggere più efficacemente i diritti degli agricoltori dalla presenza, nei terreni di proprietà, di estranei armati, molto spesso indisciplinati. E a sostenere solo la caccia organizzata nelle aziende faunistico-venatorie, gestite in forma imprenditoriale. Già, ma il Ministro parlava alla 18ª edizione della storica Sagra della Caccia, al Castello di Bereguardo (Pavia)… Le licenze di porto di fucile per uso di caccia, in Italia, sono oltre 700 mila; i tesserini regionali per l’esercizio della caccia oltre 500 mila…»