Clima e uomini hanno portato all’estinzione i giganti del Madagascar e delle Mascarene

Ecosistemi insulari resilienti per eoni e che sono crollati per gli effetti dell’antropizzazione e dei cambiamenti climatici

[21 Ottobre 2020]

Durante l’ultimo millennio, un battito di ciglia in termini geologici, è scomparsa l’intera megafauna endemica del Madagascar e delle isole Mascarene. Per indagare sulle possibili cause di questa estinzione, un team internazionale di scienziati ha ricostruito un database di 8000 anni del clima passato di queste isole dell’Oceano indiano occidentale e ne è venuto fori lo studio “A multi-millennial climatic context for the megafaunal extinctions in Madagascar and Mascarene Islands”, pubblicato su Science Advances dal quale emerge che «L’ecosistema aveva resistito allo stress climatico precedente, ma è crollato con un aumento delle attività umane».

Uno degli autori dello studio, Christoph Spötl del Quaternary Research Group  dell’Universität Innsbruck, ricorda che «Quasi tutta la megafauna del Madagascar – incluso il famoso uccello Dodo, lemuri delle dimensioni di un gorilla, tartarughe giganti e l’uccello elefante che era alto 3 metri e pesava quasi mezza tonnellata – è svanita tra 1500 e 500 anni fa. Questi animali sono stati perseguitati fino all’estinzione dagli esseri umani? O sono scomparsi a causa del cambiamento climatico? Le ipotesi sono numerose, ma la causa esatta di questo crash  della megafauna rimane sfuggente e molto dibattuta».

Le Mascarene, a centinaia di miglia ad est del Madagascar, sono particolarmente interessanti perché sono tra le ultime isole della Terra ad essere state colonizzate dagli esseri umani. IN quest’isole la megafauna è crollata in appena un paio di secoli dopo l’insediamento degli esseri umani. Ma lo studio pubblicato su  Science Advances dal team guidato da Hanying Li dell’Institute of global environmental change dell’università  Xi’an Jiaotong ha scoperto che si è trattato probabilmente di un “double whammy” dovuto all’intensificazione delle attività antropiche proprio mentre a livello regionale era in corso un periodo particolarmente grave di aridità che potrebbe aver condannato la megafauna.

I ricercatori escludono che il cambiamento climatico sia stata l’unica causa e suggeriscono invece che l’impatto della colonizzazione umana abbia apportato un contributo cruciale al collasso della megafauna.

Li ha messo insieme una storia dettagliata delle variazioni climatiche regionali utilizzando come principale fonte dei dai paleoclimatici la minuscola isola di Rodrigues, una dipendenza di Mauritius nel sud-ovest dell’Oceano Indiano, a circa 1.600 km a est del Madagascar: «Un’isola così remota e piccola che non la troverete sulla maggior parte degli atlanti dei libri di scuola».

Li e i suoi colleghi hanno realizzato i loro database climatici analizzando gli oligoelementi e gli isotopi di carbonio e ossigeno in ogni strato di crescita incrementale di stalagmiti che hanno raccolto da una delle tante grotte di Rodrigues.  La maggior parte di queste analisi sono state condotte al Quaternary Research Group dell’Istituto di geologia dell’università di Innsbruck, guidato da Spötl che spiega ancora: «Le variazioni nelle firme geochimiche hanno fornito le informazioni necessarie per ricostruire i modelli della pioggia della regione negli ultimi 8.000 anni. Per analizzare le stalagmiti abbiamo utilizzato il metodo degli isotopi stabili nel nostro laboratorio di Innsbruck».

Il coautore senior dello studio, Hai Cheng, dell’università  Xi’an Jiaotong  e dell’università del Minnesota, sottolinea che «Nonostante la distanza tra le due isole, le piogge estive a Rodrigues e in Madagascar sono influenzate dalla stessa fascia pluviale tropicale che, con le stagioni, oscilla da nord a sud. E quando questa cintura vacilla e rimane più a nord di Rodrigues, la siccità può colpire l’intera regione dal Madagascar a Rodrigues».

Un altro autore dello studio, Hubert Vonhof del Max-Planck-Institut für Chemie, evidenzia che «Il lavoro fatto di Li su Rodrigues dimostra che l’idroclima della regione ha subito una serie di trend all’essiccazione negli ultimi 8 millenni, spesso punteggiati da “mega siccità’ che sono durate per decenni”.

La più recente mega-siccità è iniziata 1.500 anni fa, proprio mentre i dati archeologici comonciano ad attestare una maggiore presenza umana su Rodriguez e Ashish Sinha, della California State University – Dominguez Hills, fa notare: «Anche se non possiamo dire con certezza al 100% se l’attività umana, come la caccia eccessiva o la distruzione dell’habitat, sia stata l’ultima proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso, i nostri dati paleoclimatici dimostrano che la megafauna era sopravvissuta a tutti gli episodi precedenti di aridità persino maggiori. Questa resilienza alle oscillazioni climatiche del passato suggerisce che un ulteriore fattore di stress abbia contribuito all’eliminazione della megafauna della regione».

Un altro autore dello studio. Lo scienziato malgascio afferma Ny Rivao Voarintsoa che attualmente lavora alla  Katholieke Universiteit Leuven belga,  aggiunge che «Ci sono ancora molti pezzi mancanti per risolvere l’enigma del collasso della megafauna. Questo studio fornisce ora un importante contesto climatico multi-millenario per l’estinzione della megafauna».

Per Aurele Anquetil André, responsabile della François Leguat Giant Tortoise and Cave Reserve di Rodrigues, «Lo studio getta nuova luce sulla decimazione della flora e della fauna di Mauritius e Rodrigues. Entrambe le isole sono state rapidamente private di specie endemiche di vertebrati entro due secoli dall’inizio della colonizzazione umana, compreso il famoso uccello “Dodo” incapace di volare da Mauritius e la “tartaruga gigante di Rodrigues” endemica di Rodrigues».

I ricercatori concludono: «La storia raccontata dai nostri dati è una storia di resilienza e adattabilità degli ecosistemi e della fauna delle isole nel sopportare episodi passati di forti oscillazioni climatiche per eoni, fino a quando non sono stati colpiti dalle attività umane e dai cambiamenti climatici».