CMS COP13: proteggere le culture animali per salvare le specie

Alla conferenza Onu proposte misure per tutelare le culture dei capodogli e degli scimpanzé “schiaccianoci”

[21 Febbraio 2020]

Per la prima volta, alla 13esima conferenza delle parti della Convention on the Conservation of Migratory Species of Wild Animals (CMS COP13) che si conclude domani a Gandhinagar, in India, la tutela della cultura animale, l’apprendimento di specie non umane attraverso comportamenti socialmente trasmessi, è stata considerata collegata all’azione di salvaguardia delle specie e degli habitat.

La CMS da tempo preme perché le conoscenze scientifiche sulla cultura animale vengano utilizzate per proteggere meglio la fauna selvatica in via di estinzione e due proposte di questo tipo sono state presentate ai delegati riuniti al summit di Gandhinagar perché prendano in considerazione misure di conservazione per il capodoglio (Physeter macrocephalus) del Pacifico tropicale orientale e per lo scimpanzé (Pan troglodytes).

Alla CMS ricordano che «E’ stato dimostrato che balene, delfini, elefanti e primati acquisiscono parte delle loro conoscenze e abilità attraverso l’apprendimento sociale. Oltre all’apprendimento individuale, alcuni animali possono imparare socialmente diversi comportamenti dagli adulti o dai coetanei, compresi i percorsi migratori ottimali».

La concerted action proposta per il capodoglio riconosce la complessa struttura sociale all’interno delle quattro sottospecie di questo grande cetaceo odontoceto: «Differiscono poco l’uno dall’altra nel loro DNA nucleare – dicono gli scienziati CMS – ma le loro vocalizzazioni variano considerevolmente e possono essere acquisite solo attraverso l’interazione sociale e l’apprendimento.  La raccolta di dati attraverso registrazioni acustiche e fotografiche può aiutare gli ecologi a comprendere appieno la struttura sociale di tutte le sottospecie. Le misure di conservazione proposte richiedono la ricerca e lo scambio di informazioni transfrontaliere per colmare le lacune di conoscenza».

L’iniziativa rivolta agli scimpanzé “schiaccianoci” dell’Africa Occidentale evidenzia «La cultura tecnologica unica nella specie. La specie può aprire diversi tipi di noci usando pietre e pezzi di legno come un martello e un’incudine. Nonostante noci, pietre e legno siano comunemente disponibili, le abilità di spaccare le noci si verificano solo nelle parti più occidentali dell’areale di questa sottospecie che comprende Guinea, Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio, e non nelle altre popolazioni in tutta l’Africa». Gli scienziati dicono che «Questa capacità culturale consente a questi scimpanzé di sopravvivere alle stagioni secche nei loro habitat occidentali. Tale comportamento potrebbe migliorare le prospettive di sopravvivenza degli scimpanzé in aree che mostrano cambiamenti nella vegetazione indotti dal clima».

La protezione delle culture animali, oltre che delle stesse specie, è necessaria perché «Le attività umane che distruggono il tessuto sociale delle specie culturalmente sviluppate possono avere gravi conseguenze. Una volta che una specie è sparita da un’area, si possono anche perdere conoscenze essenziali».  La CMS fa l’esempio delle balene franche australi (Eubalaena australis) la cui profonda conoscenza delle rotte migratorie lungo la costa della Nuova Zelanda è andata perduta a causa della caccia indiscriminata alle balene nel 1800. Attualmente, solo un pugno di queste balene è ritornata a partorire in Nuova Zelanda. I ricercatori dicono che «Recenti prove di un mix genetico tra queste balene suggeriscono che, una volta che la popolazione si riprenderà dall’impatto della caccia alle balene, la specie potrebbe ricolonizzare destinazioni migratorie dimenticate».

Quindi, le mozioni presentate alla CMS COP13 evidenziano che «La protezione della conoscenza culturale tra pari e tra generazioni può essere vitale per la sopravvivenza e il successo della riproduzione di alcune specie. Sostenere gli individui che fungono da “depositi” di conoscenze sociali come le matriarche degli elefanti o gruppi di anziani con le conoscenze giuste, può essere importante tanto quanto conservare un habitat critico. Comprendere come i capodogli trasmettono informazioni preziose alla loro prole o perché alcuni gruppi di scimpanzé hanno una cultura che permette loro di rompere le noci nutrienti con strumenti di pietra mentre altri no, può essere la chiave per valutare le sfide della conservazione per tali specie. La ricerca scientifica sulla cultura animale ha compiuto progressi significativi. Tuttavia, è necessario sviluppare risultati e raccomandazioni che dimostrino come questa complessa questione possa essere ulteriormente presa in considerazione negli sforzi di conservazione nell’ambito della CMS».