Migliaia di chilometri percorsi: prima al largo della Siria, poi in Grecia e da lì in Calabria. Ora punta a nord

L’incredibile viaggio di Codamozza, la balenottera senza coda che continua a nuotare

Avvista per la prima volta nel 2005 con un handicap alla coda, ormai l’ha persa del tutto. Si ipotizza a causa di due incidenti distinti: o una collisione o lo “strozzamento” in una rete

[15 Giugno 2020]

Codamozza è stata avvistata nei giorni scorsi nelle acque della Calabria dal Centro di recupero tartarughe marine di Brancaleone, e adesso la balenottera senza coda sta continuando – con grande fatica e nonostante un pessimo stato di salute – a nuotare. Ieri ha attraversato lo Stretto di Messina dirigendosi a nord, forse verso il santuario dei cetacei Pelagos dove era già stata avvistata per la prima volta nel 2005.

«È una nostra vecchia conoscenza, chiamata Codamozza – spiegano da Tethys Research Institute –  l’avevamo vista per la prima volta nel 2005 nel Santuario Pelagos; ha perso anche il resto della coda almeno da ottobre 2019. Le cause: o una collisione o lo “strozzamento” in una rete o una lenza. Purtroppo è molto magra e le sue condizioni non lasciano ben sperare».

Tanto che sul finire della scorsa settimana sembrava che le possibilità di un decesso fossero imminenti. Ma con grande tenacia il cetaceo sta continuando a (soprav)vivere. Ieri è stata scortata dalla motovedetta CP852 della Capitaneria di porto di Messina, con a bordo anche il biologo Carmelo Isgrò, data la pericolosità insita per l’animale nell’attraversare un tratto di mare come quello dello Stretto, molto trafficato da mercantili e traghetti. «È veramente combinata male: è magrissima e sembra allo stremo», commenta Isgrò (sua la foto in pagina, ndr), che aggiunge: «Purtroppo oggi non abbiamo ricevuto notizie o segnalazioni di avvistamenti della povera balenottera».

«La balenottera senza coda ieri ha attraversato lo Stretto di Messina – confermano dall’associazione Meris –  Questa zona è altamente trafficata ed è quindi un tratto di mare rischioso per tutti i cetacei, a maggior ragione per questa balenottera che è entrata nei cuori di molti. Fortunatamente a scortarla c’era il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera con a bordo Carmelo Isgrò. Queste immagini, oltre ad essere molto commoventi, mostrano come la balenottera cerchi di sopperire alla mancanza della pinna caudale, che ha la funzione di propulsione, servendosi di tutto il corpo ed aiutandosi nella spinta anche con le pinne pettorali. Ci auguriamo che trovi presto una fonte di cibo per recuperare un po’ delle energie che sta consumando in questo lungo viaggio».

Un viaggio veramente lunghissimo, quasi incredibile per le condizioni in cui il cetaceo è stato costretto ad affrontarlo. «Per anni – sintetizzano da Tethys – Codamozza era sembrata cavarsela piuttosto bene nonostante fosse costretta, ogni volta che si immergeva, a tirare fuori la coda, cosa inconsueta per la sua specie: un po’ come se “zoppicasse”. Probabilmente l’handicap la costringeva a muoversi diversamente per darsi la spinta verso il basso. La situazione sembra essere precipitata l’anno scorso, con la perdita anche del resto della coda. Forse una seconda collisione? Per ora è solo un’ipotesi. Da ottobre, quando è stata avvistata la prima volta senza coda, Codamozza ha compiuto un viaggio di migliaia di chilometri fino in Siria, in Grecia e da lì, in pochi giorni, in Calabria. Evidentemente gli spostamenti orizzontali le sono possibili nonostante la terribile mutilazione, per difficile che sembri. Non così, forse, per le immersioni vere e proprie. Le balenottere si nutrono di plancton, che catturano in profondità; Codamozza purtroppo appare paurosamente magra e probabilmente non mangia da tempo. E’ possibile che non riesca a raggiungere la profondità e fare quello “scatto” che serve per prendere il boccone di acqua e cibo. Come tutti i misticeti, le balenottere possono vivere svariati mesi senza nutrirsi, sfruttando lo strato di grasso accumulato in precedenza. Codamozza, purtroppo, sembra proprio giunta allo stremo».

In caso di avvistamento ricordiamo che è ridurre la velocità del natante, mantenersi a debita distanza e inviare la segnalazione alla Guardia costiera tramite il 1530.

Videogallery

  • Passaggio della balena "Codamozza" a Capo Peloro (MESSINA) - 14 Giugno 2020. Video di De Domenico Roberto

 

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