Come cambiano le interazioni sociali durante una malattia: il caso dei pipistrelli vampiro

Le relazioni madre-figlio restano più salde di quelle tra conoscenti anche in animali fortemente sociali

[16 Marzo 2020]

si adattano e mutano – le interazioni sociali e familiari in una specie sociale come la nostra di fronte alla malattia e lo studio “Sickness effects on social interactions depend on the type of behavior and relationship”, pubblicato sul Journal of Animal Ecology, da un team di ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute (STRI) e delle università del Texas – Austin, Connecticut e Ohio State, cerca di capire le origini di questo comportamento osservando da vicino i cambiamenti delle interazioni di un altro animale altamente sociale, il pipistrello vampiro vero di Azara (Desmodus rotundus) di fronte a una malattia. Cosa succede quando gli individui si ammalano?. La stretta osservazione di un altro animale altamente sociale, il pipistrello vampiro, fa luce su come le interazioni cambiano o non cambiano quando le persone si ammalano.

Anche se le nostre diete sono drasticamente differenti, tra noi e i pipistrelli vampiro ci sono alcune sorprendenti somiglianze comportamentali e questi chirotteri sono persino in grado di stabilire legami simili all’amicizia. I pipistrelli vampiri sono una specie estremamente sociale: vengono allevati in colonie dominate dalle femmine e condividono posatoi dove si stringono centinaia di individui, Sono animali che ci tengono molto all’igiene e che si puliscono e pavoneggeranno a vicenda. I loro interazioni vanno dalla toelettatura dei membri della stessa famiglia e di individui che non hanno tra loro legami familiari, al salvare un altro pipistrello dalla morte per fame condividendo un pasto di sangue rigurgitato.

Il nuovo studio realizzato allo STRI di Panama analizza come cambiano i legami sociali dei pipistrelli vampiro in risposta alla malattia e, come negli esseri umani, la malattia colpisce meno i forti legami familiari rispetto alle relazioni sociali più deboli.

Uno degli autori dello studio, Gerald Carter dello STRI e del Department of evolution, ecology and organismal biology dell’Ohio State University, spiega che «Chiedendoci come cambiano le diverse connessioni sociali in risposta alla malattia, possiamo capire meglio come cambiano le reti sociali man mano che si diffonde un agente patogeno».

Il principale autore dello studio, Sebastian Stockmaier del Department of integrative biology dell’università del Texas – Austin e dello STRI, ha dato il via a questo studio su consiglio di Daniel Bolnick del Department of ecology and evolutionary biology dell’universitò del Connecticut e ha iniettato in una colonia in cattività di pipistrelli vampiri un estratto batterico che ha alterato il loro sistema immunitario, facendoli stare male senza danneggiare la loro salute e senza alcun rischio di trasmissione. Poi ha osservato come la presenza di animali apparentemente malati influenza le relazioni sociali dei pipistrelli malati con gli altri membri della colonia.

Quando gli scienziati tentarono per la prima volta di prevedere in che modo si diffondono le infezioni nelle comunità, i loro modelli erano semplici: una volta che un individuo veniva colpito da un virus che causava una malattia, si riteneva che tutti i suoi simili, indipendentemente dalle relazioni che avevano, avessero la stessa probabilità di contrarla. La realtà si è dimostrata molto più complessa: quelli che stanno fisicamente più vicini hanno maggiori probabilità di scambiarsi germi e lo stesso vale per chi passa più tempo insieme. Il tutto si riduce a matematica: più spazio, o più tempo, significa più trasmissione della malattia. Stockmaier e Carter dicono che il nuovo studio aggiunge un’ulteriore sfumatura: «Per monitorare e prevedere meglio la diffusione di un patogeno, i ricercatori dovrebbero tenere conto della qualità delle relazioni, piuttosto che quantificarle».

I ricercatori fanno notare che i pipistrelli hanno lo stesso nostro problema: «proprio come una persona malata potrebbe scegliere di smettere di stringere la mano agli estranei, avrebbe comunque bisogno di andare a comprare generi alimentari» e i risultati del loro studio hanno dimostrato che pipistrelli vampiro malati possono ridurre il tempo che trascorrono a ripulirsi tra loro, che non un’interazione sociale molto importante, ma la condivisione del cibo, un’interazione sociale più importante. E le relazioni familiari sono molto importanti: «Un pipistrello vampiro femmina ha meno probabilità di fare grooming con un pipistrello malato con il quale non è imparentata, ma non ridurrà il tempo necessario a curare la sua prole malata», sottolinea Stockmaier. E Carter aggiunge: « Di fronte alla minaccia della malattia, alcune relazioni saranno più forti di altre. Come spesso accade negli esseri umani, nei pipistrelli vampiri alcune infezioni possono iniziare nei gruppi familiari. Quel che dimostrato in questo studio è che è importante il  tipo  di connessione sociale. Proprio come con il recente scoppio di COVID-19, ci aspetteremmo che un virus trasmesso dal contatto si diffondesse principalmente all’interno di gruppi familiari, perché queste connessioni sociali non saranno ridotte dal comportamento contro la malattia. Nei pipistrelli vampiri, così come negli esseri umani, i comportamenti e le relazioni sociali più importanti non cambiano molto quando gli individui sono ammalati».

Commentando la nuova ricerca su Smithsonian Magazine, Hannah Kim Frank, un’ecologa delle malattie della Stanford University che non ha partecipato allo studio, ha fatto notare che «E’ davvero importante eliminare il fatto che gli impatti [della struttura sociale] non siano casuali. Durante un focolaio, il “chi” di un’infezione può essere importante tanto quanto il “cosa”».

Questi risultati sottolineano la forza dei legami esistenti tra le mamme e i loro piccoli – dice ancora Stockmaier – Mentre una femmina di pipistrello malata può essere meno incline a litigare per un conoscente bisognoso, è più probabile che lo faccia quando i suoi figli sono in pericolo, un sentimento con cui molte mamme umane possono simpatizzare».

Ma allo Smithsonian evidenziano che «L’intimità può anche generare conflitti quando si verifica un’infezione e la resilienza di queste relazioni può darci informazioni su come una malattia si diffonde in tempo reale. Tra gli individui, i focolai spesso iniziano quando i patogeni saltano da un membro della famiglia a un altro membro della famiglia; lo stesso potrebbe essere vero nei pipistrelli e in altre specie sociali che si stanno vicino ai parenti malati». Anche se questi comportamenti non sono universali, alcuni animali, compresi topi e formiche, sembrano auto-confinarsi in quarantena quando sono malati, isolandosi dal resto della comunità per arginare la diffusione della malattia, come hanno fatto prima i cinesi e come stiamo facendo – non senza qualche difficoltà – noi italiani.

Gli scienziati fanno notare che, vista da questa prospettiva, l’incessante congregazione dei pipistrelli vampiro potrebbe sembrare inefficiente per fermare la diffusione di una malattia, «Ma forse i benefici del mantenimento delle loro relazioni superano semplicemente i potenziali costi di acquisizione di un’infezione – afferma Daniel Becker, un ecologo delle malattie infettive all’Indiana University che non è stato coinvolto nello studio – In questa specie, la condivisione dei pasti è vitale: i pipistrelli vampiri possono morire dopo aver trascorso solo due o tre giorni senza cibo. Da un punto di vista evolutivo, ha senso. Anche quando un partner non è in perfetta forma, se la scelta è tra “sei malato” e “muori di fame”, sceglierai di condividere il sangue».

Dato che gli animali utilizzati nello studio non stavano lottando contro un vero agente patogeno, i ricercatori invitano a non estenderne automaticamente i risultati ad altre specie sociali o anche da altre infezioni che affliggono (e che trasmettono) i pipistrelli vampiri, compresi virus come la rabbia. «Sfortunatamente – dice la Frank – quando si tratta di studiare le dinamiche di una malattia, Frank afferma la regola generale è:”Dipende”».

Ma commentando a sua volta lo studio, Patricia Lopes della Chapman University, che studia come le infezioni influenzano il comportamento degli animali, ha sottolineato che «Tuttavia, investire in studi come questi potrebbe aiutare i ricercatori a simulare meglio l’inizio e la diffusione delle epidemie. Più informazioni dettagliate possiamo inserire nei modelli di trasmissione della malattia, più precise saranno».

Concorda un’altra autrice dello studio, Rachel Page dello Smithsonian Tropical Research Institute, che conclude: «Questo studio è fondamentale per dimostrare l’importanza della ricerca di base. Comprendere come cambiano le interazioni sociali di fronte alla malattia è una componente chiave per prevedere i canali e la velocità con cui un agente patogeno può diffondersi in una popolazione. Una stretta osservazione del comportamento dei pipistrelli vampiro fa luce su come gli animali sociali interagiscono e su come queste interazioni cambiano e, soprattutto, quando non cambiano ma persistono, quando gli individui si ammalano».