Riceviamo e pubblichiamo

Da dove deve ripartire una riflessione e un impegno sui parchi

[18 Dicembre 2019]

I 40 anni del nostro parco hanno permesso, e ce n’era bisogno, di riprendere in un bel clima una riflessione critica senza litigiosità – oggi cosa rara – su presente e futuro di una area protetta di prestigio regionale, nazionale ed europeo.

È opportuno però premettere che questo implica e richiede di evitare assolutamente di circoscrivere la nostra attenzione  al territorio del parco. Mi spiego.  Le cronache nazionali abbondano di esempi di aree protette dove sono in corso discussioni su piani e progetti che riguardano anche le aree di confine.  Un argomento da sempre scabroso come ben sappiamo anche noi che a suo tempo ce ne occupammo in San Rossore a proposito della caccia.

Oggi sembra imperare la tendenza a ridurre il territorio del parco se non addirittura, come in qualche caso, a liquidarlo. Contraddizione tanto più assurda nel momento in cui, come abbiamo avuto modo di discutere anche nell’incontro del 14 dicembre alla Villa Gronchi in San Rossore è sempre più evidente che le politiche ambientali – su cui anche le istituzioni europee continuiamo a prendere cantonate – o riusciamo a gestirle all’insegna della unità e integrazione o falliremo sul territorio tutto, protetto o no che sia.

Se tanti anni fa  ci arrovellammo sui colombacci se dovevano stare sui pini del parco o quelli  nell’area contigua, neppure si trattasse del porto di Marina di Pisa al quale  Antonio  Cederna dedicò articoli sul Corriere della Sera, riproporre cose del genere è da suicidi.

Ecco perché dobbiamo riuscire ad accogliere e impiegare quelle disponibilità che nell’incontro di San Rossore abbiamo positivamente  registrato anche da parte di molti giovani. Ci riusciremo.

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