Direttive Uccelli e Habitat: l’Italia la ha recepite solo formalmente, ma non garantisce tutela e gestione dei siti

Rapporto di 4 associazioni ambientaliste: gli Stati membri dell’Ue non frenano la perdita di biodiversità

[26 Aprile 2018]

Wwf, BirdLife International EU, European Environmental Bureau (Eeb) e Friends of the Earth Europe hanno presentato il rapporto “The State of Implementation of the Birds and Habitats Directives in the EU – An analysis by national environmental NGOs  in 18 Member States”  che,  a un anno di distanza dalla sua approvazione,  fa il punto  sul “Piano d’azione per la natura” adottato dalla Commissione Europea e volto a una migliore attuazione delle direttive comunitarie per la tutela della natura (direttive Uccelli e Habitat).

Il rapporto, che riguarda 18 su 27 degli Statimembri dell’Unione europea, afferma che «Questi Stati, pur avendo trasposto le direttive Uccelli e Habitat nel proprio sistema legislativo nazionale, non hanno attuato in modo sufficiente le direttive stesse. Ciò significa che specie e habitat protetti a livello europeo non stanno beneficiando di quelle tutele di cui hanno necessità e che verrebbero loro assicurate attraverso il pieno rispetto delle direttive».

In un comunicato congiunto Wwf Italia e Lipu/BirdLife spiegano che «Il report è stato realizzato prendendo in considerazione 11 criteri chiave, inclusa la disponibilità di un adeguato finanziamento per la gestione dei siti della rete Natura 2000. Utilizzando un sistema di punteggio “a semaforo”, emerge che 5 criteri su 11 non hanno ottenuto il verde a livello europeo, risultando dunque del tutto negativi».

In Italia va ancora peggio: «Solo 1 criterio ha ottenuto il semaforo verde (ossia, risultato soddisfacente) quello relativo alla trasposizione delle direttive Uccelli e Habitat – dicono le due associazioni ambientaliste – Mentre il semaforo giallo (che significa risultato migliorabile) è stato attribuito sulla designazione dei siti, la protezione delle specie, i finanziamenti, il  monitoraggio di specie e habitat, gli incentivi alla ricerca e le specie aliene. Semaforo rosso (risultato insoddisfacente) infine sulla gestione dei siti, sul deterioramento degli stessi e il disturbo delle specie, sull’implementazione di una corretta Valutazione d’incidenza, sulla connessione tra i paesaggi, il coinvolgimento di stakeholeders, la partecipazione del pubblico e la comunicazione».

Lipu e Wwf  sottolineano che «Il nostro report evidenzia come la perdita di biodiversità stia continuando in tutto il territorio europeo, e, come dimostrano anche altri studi, assistiamo a declini drammatici per gli insetti e gli uccelli negli ambienti agricoli Se correttamente applicate, le direttive comunitarie sulla Natura, come ha dimostrato una valutazione delle direttive Uccelli e Habitat realizzata dalla Commissione Europea,  possono invertire questo trend drammatico e il report evidenzia quali siano i filoni di intervento urgenti su cui puntare per fermare questa massiccia perdita di biodiversità».

Secondo Lipu e Wwf, «L’Italia appare dunque in regola, almeno formalmente, nel recepimento delle direttive comunitarie Uccelli e Habitat, ma dovrebbe far meglio sulla designazione e sulla tutela della rete Natura 2000, il network europeo che tutela la biodiversità. Lo Stato italiano, inoltre, non ha ancora garantito adeguati fondi per la gestione effettiva e integrata dei siti Natura 2000 e per la conservazione efficace delle specie e degli habitat».

Le quattro ONG che sono anche dietro la campagna #NatureAlert per salvare le leggi sulla natura dell’Ue denunciano che «Il rapido declino della biodiversità in Europa non potrà che continuare se questa mancanza di impegno nell’attuare le direttive Uccelli e Habitat persisterà» e chiedono alla Commissione europea di «vigilare affinché gli Stati prestino fede agli impegni presi nell’ambito dell’incontro che si è avuto a febbraio 2018 tra Commissione europea e istituzioni italiane finalizzato ad una migliore attuazione delle direttive Uccelli e Habitat».

Ariel Brunner, responsabile politiche di BirdLife Europe, aggiunge: «Abbiamo bisogno che la Commissione europea faccia sul serio. E’ tempo che la Commissione affronti gli Stati membri su ciò che è diventato un insuccesso sistemico nel rispettare le Direttive Uccelli e Habitat. La Commissione ha iniziato a farlo sulla qualità dell’aria. E’ giunto il momento di farlo per la natura».

Anche per Andreas Baumueller, responsabile risorse naturali dell’Ufficio politico europeo del Wwf, «I risultati mostrano che gli Stati membri e la Commissione europea seguono un approccio “business as usual”. La proposta della Commissione per il  prossimo bilancio dell’Ue costituirà un test importante per verificare se la Commissione Juncker è pronta a incrementare in modo sostanziale gli investimenti per proteggere il nostro patrimonio naturale».

Sergiy Moroz, responsabile delle politiche per l’acqua e la biodiversità dell’Eeb ha evidenziato che «Le prove dimostrano che la perdita di biodiversità continua in gran parte del territorio europeo, con studi recenti che indicano un drastico calo degli insetti e degli uccelli dei campi. Le Direttive sulla Natura offrono un barlume di speranza poiché sappiamo che laddove queste protezioni vitali vengono attuate correttamente possono invertire tendenze così drammatiche. Il nostro rapporto dimostra quanti progressi devono ancora essere compiuti se vogliamo prevenire perdite irreversibili della natura su vasta scala».

Adrian Bebb, oordinatore europeo per l’alimentazione, l’agricoltura e la biodiversità di Friends of the Earth, conclude: «La protezione della natura riguarda anche la protezione della nostra salute e del nostro benessere, le nostre leggi sulla natura sono anche le nostre leggi sulla salute e il benessere, che consentono agli europei di accedere alla natura straordinaria e ai benefici che offre. Le leggi vanno correttamente utilizzate per contribuire a una società sana ora e in futuro».