Dopo l’eradicazione di ratti e capre, a Redonda è rinata la vita

L'isola caraibica era diventata un deserto ed è ritornata ad essere un paradiso ecologico

[22 Aprile 2021]

Redonda è un’isola vulcanica di appena 3 Km2, aspra e disabitata, che fa parte del piccolo Stato caraibico di Antigua e Barbuda. Questo scoglio che sorge nel mare a circa 50 Km da Antigua, che fu rifugio di corsari, ha una storia naturale straordinaria, con colonie di uccelli marini di importanza mondiale e flora e fauna uniche, comprese specie ancora senza una denominazione scientifica.

Ma anche se Redonda è indiscutibilmente di alto valore conservazionistico – il Department of Environment  di Antigua e Barbuda ha raccomandato che venisse trasformata in un’area protetta – le capre selvatiche e migliaia di grandi ratti neri  avevano trasformato gran parte della sua superficie in un polveroso paesaggio lunare riuscendo persino danneggiare gli habitat marini circostanti. «Molti animali e piante autoctoni sono già andati perduti», dice Fauna & Flora International (FFI) che con altre ONG e istituzioni ha intrapreso una serie di studi di fattibilità e consultazioni per determinare cosa bisognava fare per salvare la straordinaria biodiversità di Redonda.

A FFI spiegano che «Nel 2017 abbiamo sradicato i ratti e trasferito le capre affamate. Ora stiamo ora monitorando il recupero sorprendentemente rapido della biodiversità autoctona, mettendo l’isola e il mare circostante sotto protezione e gestione sostenibile, e non vediamo l’ora di reintrodurre le civette delle tane (Athene cunicularia)  e altre specie scomparse nel secolo scorso».

Quando gli ambientalisti cominciarono a dire che volevano eradicare migliaia di ratti neri invasivi e un branco di capre selvatiche da Redonda, in pochi li presero sul serio, ma dopo 5 anni Redonda, che era diventata uno scoglio arido, è oggi un fertile paradiso ecologico, brulicante di nuova vegetazione mentre le popolazioni di uccelli e lucertole endemiche sono aumentate vertiginosamente.

La campagna di eradicazione e ripristino è iniziata nel 2016, ma il successo del progetto è stato rivelato solo di recente, quando gli ambientalisti sono ritornati sull’isola disabitata dopo 18 mesi.

Shanna Challenger, dell’ONG locale Environmental Awareness Group (EAG) che ha gestito l’eradicazione insieme al governo di Antigua e Barbuda e alle associazioni ambientaliste internazionali, ricorda in un’intervista a BBC News che «E’ stato un momento emozionante. E’ stato un contrasto così netto rispetto alla prima volta che ho visto Redonda nel 2016, quando si stava letteralmente sgretolando in mare. Quando l’elicottero si è avvicinato, ho potuto vedere tutti questi piccoli cerchi di verde e ho capito che erano alberi e arbusti nuovi di zecca. La vegetazione non si è solo ripresa, è rigogliosa».

Prima di venire trasferite le capre dalle lunghe corna introdotte dai primi coloni avevano avuto 300 anni di tempo per brucare costantemente tutte le piante che nascevano a Redonda, fino all punto da morire di fame. I ratti, arrivati ​​con una comunità di operai che scavavano il guano nel XIX secolo, predavano rettili e mangiavano le uova di uccelli rari.

Eradicare le due specie non è stato facile: le timide capre, non abituate al contatto umano, sono prima state messe in un recinto e poi trasportate in elicottero sulle altre isole per darle agli allevatori che apprezzano la loro resistenza alla siccità.

L’eliminazione dei ratti ha comportato una minuziosa posa di esche al burro di arachidi e al cioccolato negli angoli e nelle fessure del tormentato territorio di Redonda. Le esche contenevano un pesticida irresistibile per i ratti ma sgradevole per uccelli e rettili.

Mentre da noi in Italia sono spesso della associazioni ambientaliste/animaliste ad opporsi all’eradicazione di mammiferi introdotti nelle isole, Fauna & Flora International si vanta di aver eliminato con successo dal 1995 i mammiferi non autoctoni da circa 25 isole. Ma la topografia vulcanica di Redonda ha messo in difficoltà anche gli esperti di FFI: la grave erosione causata dalla deforestazione aveva reso il terreno pericolosamente instabile con frane e frequenti cadute di massi.

La Challenger spiega che «Abbiamo anche lanciato le esche dall’elicottero e gli alpinisti si sono calati in corda doppia sulle scogliere per assicurarsi che nessuna parte dell’isola venisse eslusa». La stessa tecnica utilizzata in Italia nell’aspra Montecristo, dove alle proteste delle associazioni animaliste contro l’eradicazione dei ratti si unirono anche le associazioni antiparco che profetizzavano una catastrofe ecologica – a terra e a mare – causata da esche come quelle usate dagli ambientalisti a Redonda. Una strage mai avvenuta. Al contrario, anche a Montecristo come a Redonda c’è stata un’esplosione di biodiversità.

Redonda è stata dichiarata ufficialmente libera dai ratti e dalle capre nel luglio 2018. Prima che i problemi di trasporto fossero aggravati dalla pandemia di coronavirus, il team aveva fatto regolari controlli per monitorare i progressi.

Le sule fosche (Sula leucogaster)  con i loro pulcini, fetonti beccorosso (Phaethon aethereus), diverse specie di fregate e falchi pellegrini (Falco peregrinus) hanno accolto gli ambientalisti al loro ritorno e la . Challenger aggiunge: « Per non parlare delle lucertole. La vegetazione significa che hanno più insetti da mangiare e il loro numero si è espanso così tanto che ti strisciano letteralmente addosso. E’ stato un momento emozionante vedere queste specie in pericolo di estinzione che sono in grado di prosperare in un habitat appropriato e gli impatti del nostro lavoro così chiaramente e visivamente visualizzati».

Secondo FFI, il numero delle lucertole arboree (Anolis nubilis) endemiche di Redonda è aumentato di 8 volte. E le specie di piante dell’isola, che si erano ridotte a 17, sono salite a 88, comprese un nuovo albero di ficus, cactus e felci, mentre sono ricomparse più di una dozzina di specie di uccelli terrestri.

Ma soprattutto il team è stato felicissimo di non trovare alcun segno di ratti.

Helena Jeffery-Brown, del ministero dell’ambiente di Antigua e Barbuda ha spiegato alla BBC che «L’1% delle sule fosche di tutto il mondo si riproduce su Redonda. E’ stato fantastico ripristinare la casa di una specie di importanza mondiale. Storicamente, non si poteva fare un passo su Redonda senza stare sulle uova degli uccelli e la stiamo lentamente riportando dov’era. Sono al settimo cielo per quello che abbiamo ottenuto».

Jenny Daltry di FFI conclude: «Redonda è “un modello” per riportare in vita altre isole caraibiche in cui le specie invasive hanno devastato la fauna selvatica autoctona. Redonda si è trasformata, proprio davanti ai nostri occhi e più velocemente di quanto avremmo creduto possibile, da nuda roccia in un gioiello verde di isola. In un momento in cui gran parte delle notizie sullo stato del nostro pianeta sono comprensibilmente pessimistiche, la rinascita di quest’isola dimostra che se diamo una possibilità alla natura, può riprendersi e si riprenderà».