Riceviamo e pubblichiamo

Due rarissime cicogne nere uccise dai bracconieri in Puglia

Abbattute in un giorno di pre-apertura della caccia in prossimità del Parco naturale regionale del Bosco Incoronata

[24 Settembre 2020]

“Presenza di corpi metallici riferibili a pallini da caccia” è la drammatica conferma riportata nel referto emesso dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata a firma del dott. Petrella su richiesta del Centro Studi Naturalistici ONLUS. L’esame radiografico, trasmesso dall’IZSPB all’Autorità giudiziaria, conferma che le cicogne nere trovate a Foggia, di cui una sola recuperata, sono state abbattute da cacciatori che, il 6 settembre 2020 durante un giorno di pre-apertura della caccia (in deroga alla legge 157 del 1992), si sono trasformati così in efferati bracconieri.

Un evento gravissimo che conferma tutte le preoccupazioni lanciate dal mondo ambientalista contro le pre-aperture in deroga alla L. 157/1992, in quanto quella che dovrebbe essere una deroga concessa solo in presenza di rigorose e determinate condizioni comprovate scientificamente, è ormai diventata in molte regioni italiane (inclusa la Puglia) il consueto “contentino” bipartisan di politici e amministratori per ingraziarsi il mondo venatorio.

L’art. 18, comma 2 della L. 157/92 prevede che l’autorizzazione regionale alla pre-apertura della caccia in data precedente alla prima domenica di settembre sia “condizionata alla preventiva predisposizione di adeguati piani faunistico-venatori”. Ora ci domandiamo: può essere considerato “adeguato” il Piano faunistico-venatorio regionale 2009/2014 scaduto da 6 anni e attualmente in fase di prorogatio in attesa della definizione dell’iter di approvazione del nuovo Piano?

Settembre è un periodo nel quale è ancora in corso lo sviluppo degli ultimi nati per diverse specie sottoposte a prelievo venatorio, ma anche una fase ancora delicata del ciclo biologico per diverse specie protette, quindi consentire di “avere un fucile carico” a portata di mano di certo favorisce i malintenzionati nel commettere atti di bracconaggio quasi indisturbati.

Così, con questo gravissimo atto, due esemplari adulti di Cicogna nera, forse l’unica coppia nidificante in Capitanata, sono andati irrimediabilmente perduti. Rara in tutta Europa, la popolazione di Cicogna nera nidificante nel Paleartico è presente con più del 50% delle coppie in Europa dove si sta registrando un lento ma costante incremento. Ma la specie è ancora più rara in Italia, dove nella Lista Rossa dei Vertebrati Italiani è classificata come “Vulnerabile” (IUCN, 2013), qui la Cicogna nera nidifica stabilmente solo da poco più di 15 anni. Peraltro, le coppie censite sono molto localizzate e in poche regioni Piemonte, Lazio, Basilicata, Molise, Puglia e Calabria.

Si chiede quindi, dopo il bilancio così negativo di questa pre-apertura della nuova stagione venatoria, alla politica e agli amministratori di dare un segnale forte di legalità e reale impegno nella tutela della biodiversità con atti normativi e pianificatori adeguati, potenziando la vigilanza venatoria e, non ultimo, favorendo rapporti di leale collaborazione sia a livello interistituzionale che con la società civile.

di Centro Studi Naturalistici ONLUS – Federazione Pro Natura