Ecco l’antenato di tutti gli animali viventi, uomo compreso

Il primo bilateriano era una minuscola creatura simile a un verme che visse più di 555 milioni di anni fa. Identificato nei fossili australiani

[24 Marzo 2020]

Lo studio “Discovery of the oldest bilaterian from the Ediacaran of South Australia”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences da Scott Evans e and Mary Droser cdell’università della California – Riverside, Ian Hughes dell’università della California – San Diego e da James Gehling del South Australia Museum illustra un’eccezionale scoperta il primo antenato il primo antenato dell’albero genealogico degli animali viventi, compresi gli esseri umani.

All’università della California – Riverside spiegano che «La minuscola creatura simile a un verme, chiamata Ikaria wariootia, è il primo bilateriano, o organismo con fronte e retro, due lati simmetrici e aperture alle estremità collegate da un intestino. I primi organismi pluricellulari, come spugne e matte di alghe, avevano forme variabili. Collettivamente noto come Biota Ediacarano, questo gruppo contiene i più antichi fossili di organismi complessi e pluricellulari. Tuttavia, la maggior parte di questi non è direttamente correlata agli animali di oggi, comprese le creature a forma di giglio note come Dickinsonia che mancano delle caratteristiche di base della maggior parte degli animali, come la bocca o l’intestino. Lo sviluppo della simmetria bilaterale è stato un passo fondamentale nell’evoluzione della vita animale, dando agli organismi la capacità di muoversi intenzionalmente e un modo comune, ma efficace per organizzare i loro corpi. Una moltitudine di animali, dai vermi agli insetti, dai dinosauri agli esseri umani, sono organizzati attorno a questo stesso piano corporeo bilateriano di base».

I biologi evoluzionisti che studiano la genetica degli animali moderni avevano previsto che il più antico antenato di tutti i bilateriani sarebbe stato un organismo semplice e piccolo, con organi sensoriali rudimentali. Ma che i resti fossilizzati di un simile animale si potessero essere preservati e che potessero essere identificati era ritenuto molto difficile, se non impossibile.

Per 15 anni, gli scienziati hanno concordato che le tane fossilizzate trovate nei depositi del periodo Ediacarano, risalenti a 555 milioni di anni a Nilpena, nell’Australia meridionale, fossero state fatte da bilateriani. Ma non c’era traccia della creatura che aveva fatto quelle tane, lasciando agli scienziati la possibilità solo di fare ipotesi.

Evans e la Droser hanno però notato minuscole “impressioni” ovali vicino ad alcune di quelle tane e, grazie al finanziamento di una borsa di esobiologia della NASA, hanno utilizzato uno scanner laser tridimensionale che «ha rivelato la forma regolare e coerente di un corpo cilindrico con una testa e una coda distinte e una muscolatura leggermente scanalata. L’animale variava tra 2 – 7 millimetri di lunghezza e circa 1 – 2,5 millimetri di larghezza, con quelli di dimensione più grande a forma di un chicco di riso: la dimensione giusta per aver fatto le tane».

Evan spiega: «Pensavamo che questi animali avrebbero dovuto esistere durante questo intervallo, ma capivamo anche che sarebbero stati difficili da riconoscere. Una volta ottenute le scansioni 3D, sapevamo di aver fatto un’importante scoperta».

L’Ikaria wariootia è stata chiamata così in omaggio dei custodi originali della terra e i ricercatori spiegano che «Il nome del genere deriva da Ikara, che significa “luogo di incontro in lingua Adnyamathanha. È il nome Adnyamathanha per un gruppo di montagne conosciute come Wilpena Pound. Il nome della specie deriva da Warioota Creek, che va dai Flinders Ranges alla stazione di Nilpena».

La Droser evidenzia che «Le tane di Ikaria sono più lontane nel tempo di ogni altra cosa. E’ il fossile più antico che abbiamo ottenuto che abbia questo tipo di complessità.Le Dickinsonia e altre cose più grandi erano probabilmente vicoli ciechi evolutivi. Sapevamo che c’erano anche molte piccole cose e pensavamo che questi potessero essere i primi bilateriani che stavamo cercando».

Nonostante la sua forma relativamente semplice, Ikaria era complessa rispetto ad altri fossili di quello periodo. Si nascondeva sotto sottili strati di sabbia ben ossigenata sul fondo dell’oceano in cerca di materia organica, indicando abilità sensoriali rudimentali. Gli scienziati californiani sottolineano che «La profondità e la curvatura di Ikaria rappresentano le estremità anteriore e posteriore chiaramente distinte, a sostegno del movimento diretto trovato nelle tane. Le tane conservano anche creste trasversali a forma di “V”, suggerendo che Ikaria si muovesse contraendo i muscoli lungo il suo corpo come un verme, nota come locomozione peristaltica. Le prove dello spostamento dei sedimenti nelle tane e i segni che l’organismo si è nutrito di materia organica sepolta rivelano che Ikaria probabilmente aveva una bocca, un ano e un intestino».

La Droser conclude: «Questo è quello che i biologi evoluzionisti avevano previsto. E’ davvero eccitante che quello che abbiamo scoperto si allinea perfettamente con la loro previsione».