Eccolo qui. Scoperto il primo cavalluccio marino pigmeo africano (FOTOGALLERY)

L’Hippocampus nalu è anche il primo cavalluccio marino pigmeo trovato nell’oceano Indiano

[21 Maggio 2020]

Un team di ricerca internazionale ha pubblicato su ZooKeys lo studioHippocampus nalu, a new species of pygmy seahorse from South Africa, and the first record of a pygmy seahorse from the Indian Ocean (Teleostei, Syngnathidae)” che illustra la scoperta di una nuova specie di cavalluccio marino pigmeo nella baia di Sodwana, in Sudafrica. Si tratta del primo cavalluccio marino pigmeo scoperto nelle acque del continente africano.

Come spiega in una nota I’università di Leeds, «I cavallucci marini hanno scatenato l’immaginazione delle persone attraverso il tempo e le culture, ma anche nello strano mondo dei padri in gravidanza con code presili, i cavallucci marini pigmei si distinguono come peculiari. Sono così incredibilmente piccoli e ben mimetizzati che 7 delle 8 specie conosciute sono state scoperte solo dall’inizio del millennio».

Il più grande cavalluccio marino pigmeo conosciuto misure meno di 2,7  centimetri e non è molto più grande di un’unghia, ma la maggior parte delle specie conosciute sono ancora più piccole. Non sorprende che trovare queste creature inafferrabili nella caotica biodiversità e nei milioni di anfratti di una barriera corallina sia più difficile che trovare un ago in un pagliaio.

Ma è esattamente quel che è successo nel 2019 nel mare della  Sodwana Bay, al largo della costa orientale del Sudafrica, dove, dopo una segnalazione di un sub locale, un team di ricercatori ha scoperto il cavalluccio marino pigmeo di Sodwana.

Il team di ricercatori guidato da Graham Short della California Academy of Sciences si è trovato di fronte a questo minuscolo e bellissimo pesce che è anche il primo del suo genere ad essere scoperto nell’Oceano Indiano e in tutta l’Africa. I suoi parenti più stretti vivono nel sud-est asiatico, a più di 8000 km da Sodwana Bay. La nuova specie arriva a poco più di 2 centimetri di lunghezza e i ricercatori definiscono la sua colorazione «marrone miele con sovrapposto a un motivo a rete bianco e una coda rossastra».

Uno degli autori dello studio, Maarten De Brauwer della facoltà di scienze biologiche dell’università di Leeds,  ha sottolineato che «Questa scoperta dimostra quanto possa essere gratificante quando i ricercatori e l’opinione pubblica in generale lavorano insieme. Trovare il primo cavalluccio marino pigmeo in Africa ci ricorda che potrebbero esserci altre specie da scoprire là fuori e il fatto che ne sappiamo molto poco della famiglia dei cavallucci marini. Far parte del team che ha scoperto questa straordinaria creatura è sicuramente un punto culminante della mia carriera».

Lo stesso team di ricercatori aveva scoperto e descritto nel 2018 il cavalluccio marino pigmeo giapponese  ” (Hippocampus  japapigu), ma le due specie differiscono nella forma delle grandi spine dietro la testa.

Il nome scientifico dato al cavalluccio marino pigmeo di Sodwana,  Hippocampus  nalu , nelle lingue Xhosa e Zulu che si parlano a  Sodwana Bay significa “eccolo qui”, per evidenziare che la specie era lì da sempre fino alla sua scoperta e secondo gli scienziati «Indica il vasto numero di potenziali altre specie da scoprire che vivono negli oceani africani». Inoltre, “nalu” in hawaiano significa anche “surging surf”, che descrive bene l’habitat in cui vive il cavalluccio marino pigmeo di Sodwana. Infine, il nome scientifico si riferisce anche al secondo nome della persona che lo ha scoperto e ha portato la specie all’attenzione dei ricercatori: Savannah  Nalu  Olivier.

AlI’università di Leeds fanno notare che «La recente scoperta di una specie ittica fortemente carismatica in acque costiere poco profonde evidenzia il fatto che c’è ancora molto da imparare sulla vita marina in Africa e sull’ampia famiglia dei cavallucci marini. La mancanza di finanziamenti per la ricerca in questa regione biodiversa significa che ci sono molte altre specie ancora da scoprire nell’Oceano Indiano occidentale. I cavallucci marini e i loro parenti sono altamente vulnerabili agli impatti umani e alla pesca eccessiva. Senza una corretta comprensione del loro stato di conservazione e adeguate misure di conservazione, molte specie potrebbero andare perse prima di essere scoperte».

Un altro autore dello studio, Louw Claassens dell’Iucn seahorse, Pipefish and Seadragon specialist group e direttore del Knysna Basin Project, non ci crede quasi e conclude: «Che viaggio emozionante: da una chiacchierata su una spiaggia alla ricerca del primo cavalluccio marino pigmeo sudafricano! le acque costiere del Sudafrica hanno molto da offrire e speriamo che questo piccolo pigmeo sia solo l’inizio di scoperte più sorprendenti di cavallucci marini e pesci pipa. Questo dovrebbe essere un invito all’azione per tutti i subacquei – nuove scoperte potrebbero essere fatte proprio intorno alla prossima barriera corallina».