Ecosistema e biodiversità a rischio: in Italia il 37% della fauna euromediterranea, ma flora e fauna sempre più in sofferenza e in pericolo

Tre webinar di Legambiente su foreste, ecosistemi d’acqua, specie a rischio estinzione. Oggi alle 18.00 si parlerà della tutela degli ecosistemi agroforestali

[12 Maggio 2020]

In vista della Giornata mondiale della Biodiversità che si celebrerà il 22 maggio, Legambiente il 12, il 14 e  21 maggio organizza webinar on line con esperti del settore su tre grandi temi: foreste, ecosistemi d’acqua, specie a rischio. «Tre appuntamenti, in diretta streaming sulla pagina Fb di LegambienteLa Nuova Ecologia e sul sito di lanuovaecologia.it alle ore 18.00 – spiegano gli ambientalisti – pensati per parlare del patrimonio naturalistico della Penisola, ma anche per confrontarsi sulle emergenze da affrontare alla luce di quanto accaduto nella Penisola colpita da questa terribile pandemia e sugli interventi da mettere in campo per i prossimi anni, a partire dalla tutela degli ecosistemi agroforestali e la diffusione del verde urbano per città più verdi, sostenibili e accoglienti».

I dati raccolti da Legambiente che faranno da filo conduttore a questi tre eventi evidenziano una situazione difficile ma con grandi possibilità: «L’Italia è il Paese europeo con maggiore biodiversità – custodisce circa il 37% del totale della fauna euromediterranea – ma oggi flora e fauna, patrimonio prezioso della Penisola, sono sempre più in sofferenza e in pericolo. Nel Belpaese, inoltre, più di un terzo della superficie nazionale è ricoperta dai boschi, veri e proprio polmoni verdi della terra che contribuiscono a mitigare gli effetti del riscaldamento globale assorbendo carbonio. Seppur in crescita, per via dell’abbandono dei terreni agricoli e di quelli legati ai pascoli, oggi questi cuori verdi nazionali sono sempre più vulnerabili e fragili anche per via degli impatti dei cambiamenti climatici, per gli eventi estremi, ma anche a causa degli incendi e delle nuove specie aliene arrivate nella Penisola. La quantità di carbonio organico accumulato annualmente nelle foreste italiane (dati Rapporto Foreste del MIPAAF) ammonta a 1,24 miliardi di tonnellate, in media 141,7 t/ha, corrispondenti a 4,5 miliardi di anidride carbonica assorbita dall’atmosfera».

Per il Cigno Verde un altro tema importante è il verde urbano: «Le piante e le zone verdi aiutano, ad esempio, ad abbassare la temperatura dell’aria dai 2° C agli 8° C, a ridurre l’utilizzo del condizionatore del 30% e far risparmiare dal 20% al 50% sui costi per il riscaldamento, e soprattutto contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria. Un albero può assorbire mediamente fino a 20kg di CO2 all’anno e i grandi alberi, all’interno delle aree urbane, sono eccellenti filtri di agenti inquinanti, mentre un ettaro di bosco può assorbire fino a 5 tonnellate di CO2 all’anno».  E proprio di foreste e verde urbano si parlerà oggi pomeriggio alle 18.00 nel primo webinar “La tutela degli ecosistemi agroforestali”, moderato da Francesco Loiacono, direttore de La Nuova Ecologia e coordinato da Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, Stefano Raimondi, coordinatore Aree Protette e biodiversità e Federica Barbera dell’Ufficio Aree Protette e biodiversità di Legambiente. Parteciperanno: Alessandra Stefani, DG forestale Mipaaf, Renzo Motta Presidente Sisef e Danilo Marandola rea-Bp.

Nicoletti ricorda che «La pandemia che ha colpito l’Italia e il resto del mondo ha aperto anche una grande riflessione sul tema della tutela e valorizzazione degli ecosistemi e della biodiversità, quest’ultima con il lockdown si è avvicinata agli spazi urbani. Ora più che mai, in quello che è un anno cruciale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati con la Strategia Nazionale per la Biodiversità, è fondamentale definire politiche a breve e lungo termine per affrontare il cambiamento climatico, l’inquinamento, l’invasione di specie aliene e tutti gli altri fattori che stanno portando ad una perdita senza precedenti di biodiversità. Inoltre allo stesso tempo è importante puntare su una gestione forestale in chiave sostenibile dell’intero patrimonio forestale italiano, su bioeconomia e sviluppo delle filiere e dei servizi ecosistemici; senza dimenticare il grande tema della rigenerazione urbana e il prezioso contributo che i boschi urbani possono dare per migliorare le città e le qualità dell’aria. Per quanto riguarda gli ecosistemi d’acqua, è importante prevedere una maggiore sinergia tra Direttive europee Acque, Habitat e Uccelli, sostenendo la valorizzazione delle zone umide, grandi alleate nella lotta ai cambiamenti climatici, fulcro di importanti rotte migratorie nonché fonte inestimabile di risorse».

Per Legambiente altri due temi cruciali da affrontare, sono le specie a rischio estinzione (webinar del 14 maggio) e gli ecosistemi d’acqua (webinar del 21 maggio). L’associazione ambientalista sottolinea che «Secondo la lista stilata dalla Convezione di Ramsar, sono oltre 220 milioni gli ettari coperti dalle zone umide nel mondo, rifugio per volatili, piante, mammiferi, anfibi, pesci e invertebrati. Di questi, 82.331 ettari (circa 15.000 con superficie agricola) si trovano in Italia, Paese che conta 65 siti Ramsar e, complessivamente, ben 1520 zone umide secondo l’inventario del PMWI (il Pan Mediterranean Wetland Inventory di Med Wet). Ambienti naturali che oggi, però, sono a rischio. Se, come rileva  il Segretariato della Convenzione di Ramsar, dal 1900 a oggi, almeno i tre quarti delle zone umide di tutto il mondo sono scomparsi, gli ultimi dati IUCN mettono in evidenza anche il problema legato alla perdita della biodiversità, con 596 su 2807 specie animali che in Italia rischiano di scomparire, minacciate da cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse naturali, frammentazione e perdita di habitat, inquinamento e pesticidi, introduzione di specie aliene invasive, urbanizzazione e infrastrutture».