Elezioni Usa: un grosso gruppo ambientalista si schiera con Hillary Clinton

La League of Conservation Voters appoggerà e finanzierà la sua campagna elettorale

[10 Novembre 2015]

Hillary Clinton ha ottenuto un appoggio prezioso che rompe il fronte del “sospetto” ambientalista verso la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti d’America: Gene Karpinski, presidente dell’Action Fund  della League of Conservation Voters (LCV), una delle più influenti associazioni ambientaliste Usa, e Carol M. Browner, che preside il direttivo della LCV, hanno ufficialmente annunciato il loro appoggio alla Clinton. Si tratta del secondo endorsement  ambientalista per un candidato presidenziale e il più anticipato nella storia della LCV. Tra le altre associazioni ambientaliste USA, solo Friends of the Earth aveva già annunciato il suo endorsement per il senatore “socialista” del Vermont Bernie Sanders, il più pericoloso avversario della Clinton alle primarie e quello che, con le sue radicali prese di posizione ambientaliste, ha costretto la stessa Clinton ad accentuare la sua attenzione sui temi ambientali e a rivedere alcune opinioni che la rendevano “indigesta” a molti ambientalisti progressisti.

Karpinski ha spiegato il perché di questo endorsement così anticipato: «Quando si tratta di combattere la crisi climatica, quello che è in gioco non potrebbe essere più grande e abbiamo fiducia che Hillary Clinton sia la persona giusta per questo lavoro.  Con la sua storia di comprovata leadership , con un solido storico riferimento all’ambiente ed una campagna impegnata a costruito un futuro ad energia pulita, Hillary Clinton è senza ogni dubbio la leader più efficace per affrontare i Grandi Inquinatori e per spingere avanti un piano aggressivo  per combattere il cambiamento climatico  e fare in modo che lo si attui».

Dopo aver ricordato il curriculum ambientale della Clinton come Segretario di Stato e come senatrice – impegno peraltro contestato da altre associazioni ambientaliste – la Brownr ha detto che «Come candidato presidenziale, Hillary Clinton  ha espresso la necessità di sviluppare un’economia una economia dell’energia pulita e sostenibile e la lotta contro il cambiamento climatico durante gran parte dei suoi colloqui con gli  elettori. Con una storia di leadership nello scenario internazionale e un impegno per proteggere la salute pubblica, Hillary Clinton è kla leader di cui abbiamo bisogno per continuare ad affrontare la crisi climatica».

La Clinton ha promesso che entro il 2027 gli USA produrranno abbastanza energia rinnovabile da poter alimentare tutte le abitazioni, cioè circa il 33% dell’energia consumata negli USA. Ha anche promesso che, se verrà eletta, alla fine del suo primo mandato presidenziale  negli USA ci saranno  più di 500 milioni di pannelli solari installati, con un incremento del  700% rispetto al 2014. Il suo piano energetico incentiverebbe gli investimenti nelle fonti di energie rinnovabili  e incrementerebbe le sovvenzioni governative per l’energia pulita, ampliando gli incentivi fiscali  e la produzione di energia pulita nelle terre federali e pubbliche. Alla fine, dopo molti tentennamenti, la Clinton ha detto no all’oleodotto Keystone XL  Alberta-Texas delle sabbie bituminose che Obama ha bocciato definitivamente il 7 novembre.

Qualcuno pensa che la LCV abbia avuto troppa fretta ad appoggiare la Clinton. Fino ad ora il candidato che aveva ricevuto l’appoggio dell’associazione più anticipatamente era stato  l’attuale Segretario di Stato  John Kerry, ma era il gennaio 2014, mentre ora siamo a un anno prima delle elezioni.   Nel 2008 l’endorsement LCV per Obama era arrivato addirittura a luglio, appena quattro mesi prima delle elezioni e ben dopo che Obama si fosse assicurato la maggioranza dei delegati del partito democratico.

Erich Pica, presidente di Friends of the Earth, ha detto  a ThinkProgress che  «Non è sorprendente che la League of Conservation Voters  appoggi Hillary Clinton non è sorprendente:  E’ lei la candidata sicura in questa gara. Lei è anche il candidato istituzionale in questa gara». Ma Pica ha ricordato il sostegno dato dalla Clinton alla conestatissima TransPacific Partnership e il suo lungo silenzio sul Keystone XL e resta convinto che «Sanders è allineato più strettamente alla comunità ambientale di base. Se si guarda alla loro storia, il senatore Sanders ha sempre portato avanti le questioni ci stanno a cuore».

La LCV è nota per stilare le classifiche ambientali degli eletti USA ed ora qui dati sono un po’ imbarazzanti, visto che la senatrice Clinton ha un punteggio dell’82%, mentre Sanders è a un inarrivabile 95%. Ma un portavoce della LCV ha detto che la Clinton non ha partecipato a qualche importante votazione ambientale al Senato perché era impegnata nella sua campagna presidenziale 2008, mentre nel 2006 il suo punteggio aveva raggiunto il 90%.

Un portavoce della campagna di Sanders, Mark Longabaugh, si è detto molto deluso per l’endorsement della LCV  perché  passa sopra i tentennamenti della Clinton sul Keytone XL, che solo a settembre, quando era ormai chiaro che la stragrande maggioranza dell’elettorato democratico e indipendente era contro il mega-oleodotto, si è espressa contro il petrolio delle sabbie bituminose canadesi. «Fino a quel momento, ha detto che la questione era una “distrazione” – ha ricordato Longabaugh  – Non credo che per i milioni di attivisti di base nel movimento in tutto il paese che hanno lavorato per fermare il gasdotto fosse una distrazione, non credo che quelle persone pensassero che  il Keystone fosse una distrazione».

Sanders ha fatto del cambiamento climatico una componente centrale della sua campagna ed ha raccolto milioni di dollari in contributi individuali, rifiutando il denaro di imprese e grandi donatori, ma trova pochi sostenitori tra i suoi colleghi Senato che appoggiano in massa la Clinton che Sanders ha quindi buon gioco a definire «Una candidata dell’establishment». Anche un altro candidato democratico, l’ex governatore del Maryland, Martin O’Malley, ha un programma ambientale molto avanzato e chiede una graduale eliminazione dei combustibili fossili.

Ma l’appoggio della  LCV alla Clinton è comunque una brutta notizia per gli altri candidati alle primarie democratiche: l’associazione ambientalista nel 2014 ha investito 30 milioni di dollari per appoggiare candidati graditi. Nel dicembre del 2014 la Clinton parlò ad una raccolta di fondi per la LCV e dopo venne criticata per non aver mai citato il Keystone XL e per aver appoggiato il fracking.

Ma la  leadership della LCV non l’ha mollata: ha stretti legami con il clan Clinton, come ha ricordato anche il Washington Post, la Browner, era amministratrice dell’Environmental Protection Agency  con l’amministrazione di Bill Clinton ed è stata direttrice dell’Office of Energy and Climate Change Policy dell’amministrazione Obama, quando Hilary era Segretario di Stato USA.