Entro il 2070 potrebbero essere scomparsi i 2/3 dell’areale del leopardo delle nevi

Il fantasma delle montagne sempre più a rischio per il riscaldamento climatico

[23 Ottobre 2020]

Oggi è l’International Snow Leopard Day, la Giornata Internazionale del leopardo delle nevi, istituita nel 2014 per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul dramma che sta vivendo   “il fantasma delle montagne”, presente nelle leggende e nei racconti di tutta l’Asia centro-orientale ma che raramente si fa vedere.  Come spiega il Wwf, «Il leopardo delle nevi (Panthera uncia) è una delle specie più rare e meno studiate al mondo, tanto che esistono stime rigorose della popolazione per meno del 3% dell’habitat complessivo. Questo felino abita paesaggi montani aspri e in alta quota, che vanno oltre i 3.000 metri di altitudine. Oggi sul pianeta restano appena 4.000 individui, distribuiti in un areale ridotto e frammentato tra le alte montagne di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakistan, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan».

L’ONG Phantera ricorda che «A causa della suo vasto areale, il leopardo delle nevi richiede sforzi di conservazione sia regionali che internazionali. In particolare, in tutto il suo vasto areale (da 1.776.000 a 3.300.000 km2), i leopardi delle nevi si trovano a densità di popolazione molto basse e, sebbene il loro stato nella Lista Rossa Iucn sia cambiato da In pericolo a Vulnerabile nel 2017, sono una specie che è sempre restata sul filo del rasoio di estinzione. Le minacce principali che devono affrontare i leopardi delle nevi includono la perdita e la frammentazione dell’habitat, l’esaurimento delle prede, il bracconaggio e le uccisioni per rappresaglia», che negli ultimi 20 anni hanno portato ad un declino del 20% della popolazione. Inoltre, il cambiamento climatico ha un forte impatto sugli ecosistemi d’alta quota, l’habitat del leopardo delle nevi, e sta aggravando le minacce che pesano già sul futuro di questo magnifico felino, peggiorando una situazione già molto precaria.
Il recente studio “Defining priorities for global snow leopard conservation landscapes”, pubblicato su Biological Conservation da un team di ricercatori statunitensi e cinesi guidato da Jan Li dell’università della California – Berkeley, Phantera e Shan Shui Conservation Center, ha stimato che entro il 2070 solo un terzo dell’areale del leopardo delle nevi potrebbe resistere agli effetti del riscaldamento globale. Commentando lo studio, Byron Weckworth, Direttore del Panthera’s Snow Leopard Program, aveva detto che «Il quadro analitico ei risultati presentati in questo studio sono un grande progresso per la conservazione del leopardo delle nevi. Il nostro approccio di pianificazione spaziale ha calcolato oggettivamente le unità di habitat ad alta priorità (LCU) e la connettività tra loro, che mancava nei precedenti lavori soggettivi che si basavano sull’opinione di esperti. Questo studio fornisce un quadro per la fase successiva degli sforzi di ricerca per convalidare questi modelli e comprendere meglio la connettività genetica vitale».

Il Wwf evidenzia che «Le temperature sempre più calde provocano infatti l’innalzamento del limite superiore delle foreste, mettendo a rischio gli habitat aperti di alta montagna, regno di caccia del leopardo delle nevi. Questo fenomeno rischia anche di inasprire il conflitto con gli allevatori, che sono costretti a portare il bestiame a quote sempre più alte. La ricerca ipotizza per questi motivi un calo della popolazione del raro predatore dell’82% in Nepal e dell’85% in Bhutan nei prossimi decenni. La sopravvivenza di questa specie necessita dunque di azioni a livello globale, per conservare i delicati habitat montani che consentono la vita e forniscono acqua anche a centinaia di milioni di persone in tutta l’Asia».
Gli ambientalisti sono molto preoccupati. «I leopardi delle nevi non sopravviveranno a lungo se non si affrontano le cause del declino, tra le quali giocano un ruolo decisivo il cambiamento climatico, e il  bracconaggio e le uccisioni per ritorsione da parte di pastori, insieme alla progressiva riduzione delle specie preda. Si stima che dal 2008 siano stati uccisi ogni anno tra i 221 e i 450 leopardi delle nevi, e che di questi il 55% venga ucciso per rappresaglia dovuta alla predazioni sul bestiame domestico.
Per la salvaguardia di questo raro felino è necessario che lavorino insieme governi, associazioni ambientaliste e comunità locali. E occorre agire presto».
Il Wwf assicura che continuerà a finanziare la ricerca, compreso l’uso di trappole fotografiche e radiocollari satellitari, necessari per raccogliere più dati possibili su questo sfuggente predatore e sui rischi che ne mettono a rischio la sopravvivenza. E conclude: «Conservare il leopardo delle nevi significa proteggere l’intero ecosistema in cui vive ed in cui svolge l’insostituibile ruolo di equilibratore al vertice delle catene alimentari».