Esercitazioni militari: protocollo d’intesa tra ministeri della difesa e dell’ambiente

«Passo importante per la tutela della flora e della fauna, della salute delle comunità e dei militari»

[19 Giugno 2015]

Dopo le proteste degli ambientalisti e di qualche area protetta, il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti e la ministra della difesa Roberta Pinotti hanno firmato un “Protocollo di Intesa per la tutela ambientale ed attività esercitative militari” che in una nota congiunta definiscono «frutto della collaborazione che si è instaurata da tempo, in particolare lo scorso anno in occasione della Conferenza nazionale sulle servitù militari, tra il ministero dell’ambiente e la difesa».
L’accordo prevede la costituzione e l’apertura di un tavolo tecnico congiunto che impegna i due ministeri ad «una reciproca collaborazione per la redazione e implementazione dei “protocolli ambientali” connessi alle attività esercitative».
Galletti ha sottolineato che «La collaborazione tra Ambiente e Difesa è strategica. Si tratta di una cooperazione essenziale per risolvere una serie di problematiche anche locali che diventano sempre più pressanti” e continuando ha affermato che “tutta l’attività che è monitorata da questo protocollo inerisce con le esercitazioni militari, io credo che questo sia molto importante per dare più trasparenza e più sicurezza».
Anche la Pinotti ha evidenziato l’importanza dell’accordo: «Uno degli obiettivi del mio impegno di Ministro è stato quello di dire noi vogliamo aprire la Difesa il più possibile al mondo esterno e abbiamo bisogno che il più possibile il mondo esterno entri dentro la Difesa. Il tema delle esercitazioni militari e dei poligoni è un tema particolarmente sensibile e noi siamo attenti a questa sensibilità e quindi vogliamo in modo preventivo, puntuale e sistematico fare in modo che il Ministero dell’Ambiente possa aiutarci a verificare che tutto sia perfettamente nella norma e quindi la salute e la sicurezza dei cittadini siano perfettamente preservati da quella che però è un’attività necessaria per le Forze Armate e per il Paese».
Non si capisce se questo porterà alla cessazione delle esercitazioni militari nelle Aree protette, ma intanto il ministero dell’ambiente «metterà a disposizione la propria competenza nel settore fornendo supporto tecnico-giuridico circa gli aspetti di tutela dell’ambiente durante le attività esercitativo-militari, condividerà metodologie per effettuare i rilievi e le misurazioni nei siti militari e, infine, fornirà il supporto di competenza in materia di bonifica e ripristino ambientale, laddove necessario, delle aree interessate dalle attività militari esercitative».
Da parte sua, il ministero della difesa assicura che «nello spirito di totale trasparenza, curerà la trasmissione di relazioni annuali sul monitoraggio ambientale dei siti interessati dalle esercitazioni militari che riguardano anche l’individuazione, il recupero, la gestione, la tracciabilità e lo smaltimento dei rifiuti connessi alle predette attività, comunicherà i dati relativi ai controlli in materia ambientale».
Una trasparenza che – va detto – non c’è stata in passato quando si è negata perfino l’evidenza dei danni ambientali e per la salute umana ed animale provocati dalle esercitazioni militari, dalle sostanze utilizzate e dai resti delle attività militari.
Comunque, Galletti e Pinotti concludono che «La firma del Protocollo, e la relativa apertura del tavolo tecnico, rappresenta un passo importante per la tutela della flora e della fauna, nonché della salute delle comunità locali e dei militari durante le esercitazioni. L’attività di addestramento, è opportuno evidenziare, rappresenta un elemento fondamentale per l’efficacia e la sicurezza delle operazioni militari che sono uno strumento di risposta del nostro Paese, quando chiamato a far fronte alle molteplici emergenze per la sicurezza e la difesa della Nazione, in occasione di catastrofi naturali o richieste di soccorso».