Riceviamo e pubblichiamo

Gli ambientalisti contro l’apertura anticipata della caccia in Toscana

L’Ispra aveva chiesto di evitare. «Sarà ancora una volta una sconfitta per la natura e per tutti noi»

[31 Agosto 2020]

Anche quest’anno la Regione Toscana ha deciso di concedere l’apertura anticipata della caccia ai primi di settembre. Si caccerà quindi tortore e storni nei giorni di mercoledì 2 e domenica 6 settembre.

Si tratta di una modalità di caccia di gravissimo impatto sia e soprattutto per le specie oggetto di prelievo, in particolare per la tortora, che è specie in difficoltà a livello europeo, sia anche per le altre specie, che subiranno danni sia indiretti, da disturbo in un momento particolarmente sensibile del loro ciclo biologico come la fase di fine estate e pre-migrazione, sia diretti, per gli immancabili abbattimenti illeciti anche di specie non cacciabili che si verificano quando si lasciano agire sul campo grandi numeri di cacciatori.

Da anni le associazioni ambientaliste chiedono che non sia permessa la preapertura, supportate da sempre più pressanti indicazioni anche del mondo scientifico. In particolare quest’anno l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ente scientifico di riferimento a livello nazionale in tema di fauna selvatica, aveva chiaramente chiesto che non fosse prevista l’apertura anticipata alla tortora per la situazione di difficoltà che questa specie sta attraversando a livello europeo (categoria Spec 1 – precario stato di conservazione) e globale.

Ma a nulla questo è servito. Anzi, la Regione Toscana ha deciso con apposita delibera di permettere la caccia in apertura anticipata alla tortora alzando il carniere giornaliero fino a 12 capi per cacciatore. Le associazioni Enpa, Lav, Lipu e Wwf Iitalia hanno presentato un immediato ricorso al Tar con procedura di urgenza, dal momento che la delibera è stata approvata a pochi giorni dalla apertura della caccia anticipata, proprio per rendere più difficili eventuali azioni legali.

Il Tar Toscana ha effettuato un primo esame in urgenza del ricorso e, pur non annullando la caccia in preapertura alla tortora, come le associazioni avevano richiesto in ottemperanza alle indicazioni del mondo scientifico, ha comunque ridotto il numero degli esemplari di tortora abbattibili da 12 al giorno per cacciatore a 5 al giorno per cacciatore.

L’apertura anticipata della caccia sarà ancora una volta una sconfitta per la natura e per tutti noi, con danni diretti e indiretti sulla fauna selvatica, comprese tante specie protette che nei primi giorni di settembre ancora si trovano sui nostri suoli prima dell’ormai imminente migrazione. Quella della Regione è quindi una decisione gravissima, che ancora una volta evidenzia come ambiente e fauna selvatica sono spesso amaramente utilizzati dai nostri politici come mera merce di scambio per il voto dei cacciatori.