Guinea: il fiume Niger rischia di scomparire a causa dell’insabbiamento (VIDEO)

Le cause: cambiamento climatico, deforestazione e degrado della biodiversità

[23 Maggio 2016]

Douty Condé, responsabile regionale della salvaguardia dell’ecosistema, ha detto che il fiume Niger, il terzo più lungo dell’Africa dopo Nilo e Congo, potrebbe scomparire a causa del forte insabbiamento del suo letto nella regione di Kankan, nella Guinea orientale.

Il Niger è lungo 4.280 km ed ha un bacino di 2.262.000 km2, nasce nella regione di Faranah a sud-est di Conakry, da il nome a due Paesi africani – Niger e Nigeria – e attraversa diverse città di Guinea, Mali, Niger, Benin e Nigeria dove si getta nell’oceano Atlantico nel dedalo conteso e inquinato del Delta del Niger.

Intervistato dalla televisione nazionale della Guinea, Douty Condé ha spiegato che «A causa del degrado dell’ambiente attraverso il fenomeno del cambiamento climatico e dell’impatto negativo delle azioni dell’uomo, il Niger è in una costante sofferenza, le cui conseguenze negli anni a venire potrebbero essere drammatiche. Il taglio selvaggio di legname, il degrado della fauna e della flora ai bordi del fiume, così come delle pratiche anarchiche di sfruttamento del sottosuolo lungo delle rive, sono alla base di questa situazione deplorevole che influenza anche delle popolazioni rivierasche».

Per cercare di salvaguardare il fiume Niger, i governi della Guinea e del Mali nel 2015 hanno firmato un protocollo d’intesa per la messa in opera di un progetto integrato di gestione idrica del Niger che gode del sostegno del governo olandese.

In occasione della giornata mondiale della biodiversità, la ministro dell’ambiente, acque e foreste della Guinea, Chistine Sagno, ha ricordato che «L’industria forestale nel 2006 contribuiva al 2.5% del prodotto interno lordo (Pil), contro il 3,2% en 2004 e, in mancanza di un inventario a livello nazionale, il patrimonio forestale si eleverebbe a circa 13 milioni di ettari (il 53% del territorio). Sul piano energetico, il 99% delle famiglie utilizzano il legno per riscaldarsi e fino al 2001 esistevano 12 compagnie forestali industriali operative, 4 delle quali disponevano di una segheria, e 103 imprese forestali artigianali che sfruttavano più di 53.000 m3».

Di fronte a questa situazione, per  salvare il Niger e le sue sponde,  le autorità giuneane contano di integrare la biodiversità nelle priorità nazionali per lo sviluppo.