I lupi in Provincia di Pisa: una sfida per raggiungere una coesistenza possibile con l’uomo

Indagine dell’università di Pisa su 5 esemplari nel territorio di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari

[6 Giugno 2019]

Dall’Ottobre 2018 il gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa coordinato da Antonio Felicioli. sta conducendo una indagine su cinque esemplari di lupo (accertati geneticamente) presenti nel territorio che ricade nei comuni di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari, un’area fortemente antropizzata ma dove questo piccolo branco ha trovato il suo habitat naturale. Uno studio che ha portato a un approccio innovativo: «Il lupo come risorsa del territorio, come presenza che aiuti a valorizzare le tipicità locali, fino a diventare una “caratteristica” di eccellenza per i suoi prodotti e un’attrazione culturale e naturalistica«.

All’Atene pisano spiegano che «Questa nuova indagine si colloca nell’ambito di una ricerca più vasta sull’impatto del lupo nelle attività zootecniche iniziata nel 2010 e si basa su un approccio multidisciplinare volto allo studio degli spostamenti mediante fototrappolaggio, identificazione degli individui con tecniche molecolari su campioni fecali, monitoraggio sanitario, dieta e ricerca di geni codificanti l’antibiotico resistenza in microrganismi isolati da campioni fecali. Il tutto avviene in una logica di partecipazione, cioè con l’attiva collaborazione dei portatori di interesse locale, tra cui allevatori di pecore, cavalli, vacche e polli, associazioni venatorie locali e Federcaccia regionale e agriturismi, che intravedono in questo progetto una possibile riposta a un fenomeno che sempre più spesso viene trattato come “emergenza” e che adesso può diventare una risorsa per tutti».

Felicioli sottolinea che «Il territorio di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari è caratterizzato da intense attività produttive e ludico-ricreative, come zootecnia, pastorizia, taglio del bosco, forme organizzate di caccia al cinghiale (braccata), cicloturismo, equiturismo, ricerca di funghi e turismo culturale. L’intento è quello di recepire e conciliare il nuovo Piano Lupo Nazionale, proposto dal ministero dell’ambiente e che sarà prossimamente valutato in conferenza Stato-Regioni, con le piccole realtà territoriali dove questo affascinante predatore vive».

Infatti, tra le azioni previste dal nuovo il nuovo Piano Lupo nazionale per assicurare la persistenza del lupo in Italia e minimizzare i conflitti con le attività antropiche, c’è anche «la volontà di esplorare forme di indennizzo alternativo e integrativo individuabili come “contributi a priori” per gli allevatori che operano in aree di presenza accertata del lupo, in modo da ridurre le eventuali ricadute economiche sulle loro attività».

Felicioli conclude: «Con il nostro studio miriamo a costruire una narrativa della coesistenza uomo-lupo capace di mediare gli interessi collettivi e spostare la presenza del lupo da fattore negativo a una nuova opportunità per la valorizzazione delle risorse naturali e dei prodotti di questi piccoli paesi. Dunque prodotti locali di qualità, che oltre a essere biologici, hanno il valore aggiunto di essere ottenuti nel rispetto della presenza del lupo; inoltre un turismo naturalistico capace di attrarre sul territorio amanti della natura e fotografi, interessati a vivere un’esperienza ravvicinata con un animale divenuto leggendario nell’immaginario collettivo».