I Parchi toscani propongono insieme la riapertura della fruizione delle aree protette in sicurezza

Il problema delle immersioni subacquee. Allo studio una proposta con la validazione medica del Campus biomedico universitario di Roma

[5 Maggio 2020]

Giampiero Sammuri. presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e di Federparchi Europarc Italia, Luca Santini presidente Parco Nazionale Foreste Casentinesi Montefalterona e Campigna, Fausto Giovanelli Presidente Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, Lucia Venturi presidente Parco regionale della Maremma, Giovanni Maffei Cardellini presidente Parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

si sono confrontati in una conferenza stampa online de hanno concordato sulla «necessità di riaprire alla fruizione le aree protette, sia per aiutare la salute fisica e psicologica delle persone sia per decongestionare le aree urbane, troppo piccole per consentire il distanziamento fisico, senza considerare la possibilità di dare ossigeno alla economia sostenibile».

In una nota congiunta, i presidenti delle aree protette toscane ricordano che «I Parchi sono abituati alla fruizione controllata e hanno la possibilità di organizzare guide esperte per lo svolgimento delle escursioni in sicurezza». Procedure in sicurezza già sperimentate con successo tra l’altro all’isola di Montecristo l’8 marzo, subito prima della chiusura totale per l’emergenza sanitaria.

Per questo i 5 presidenti hanno congiuntamente scritto al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per chiedergli di sostenere le loro proposte e dicono che è stato fatto ancora di più: «Federparchi ha coinvolto in un protocollo d’intesa un team di esperti del Campus Biomedico universitario di Roma per studiare come fruire delle aree protette, sentieri spiagge ecc… in sicurezza con il supporto di validazioni mediche, e nel rispetto delle disposizioni della fase due».

Durante la conferenza stampa è stato chiesto cosa si stia pensando per la fruizione subacquea e Sammuri, ha evidenziato che «il virus sott’acqua non si diffonde e dunque il problema non è tanto l’immersione, ma come si arriva sul punto in cui ci si può immergere, gommoni e imbarcazioni non garantiscono il distanziamento di sicurezza, forse le immersioni dalla costa si possono fare. Comunque gli esperti stanno lavorando anche sulla fruizione delle aree marine e a breve uscirà una proposta sulla fruizione sia a terra che a mare, alla valutazione di tutti i parchi, da proporre poi al Governo».