Il 90% degli uccelli migratori rischia l’estinzione. Poche aree protette lungo le rotte migratorie

1.324 delle 1.451 specie di uccelli migratori hanno una protezione inadeguata

[4 Dicembre 2015]

Secondo gli scienziati australiani dell’università di Queensland (UQ), occorre una maggiore collaborazione internazionale se si vogliono salvare gli uccelli migratori di tutto il mondo: il loro studio “Protected areas and global conservation of migratory birds” appena pubblicato su Science, dce che «Più del 90 per cento delle specie non sono sufficientemente protette a causa delle iniziative s di salvaguardia mal coordinate».

Il tem guidato dall’Australian Research Council Centre of Excellence for Environmental Decisions (CEED) ed al quale hanno partecipato anche ricercatori statunitensi e britannici, ha scoperto che numerose specie di uccelli migratori sono a rischio di estinzione a causa della perdita di habitat lungo le loro rotte migratorie.

Claire Runge, della  School of Geography, Planning and Environmental Management dell’UQ, spiega che «Più della metà di tutte le specie di uccelli migratori che si spostano lungo le principali rotte del mondo ha subito gravi diminuzione della popolazione negli ultimi 30 anni. Ciò è dovuto principalmente alla protezione disuguale e inefficace in tutto il loro areale migratorio e nei luoghi che si fermano per rifornirsi di cib lungo le loro rotte».

Lo studio ha scoperto enormi lacune negli sforzi di conservazione per proteggere gli uccelli migratori, in particolare in Cina, India e  aree dell’ Africa e del Sud America.

La Runge sottolinea che «Un tipico uccello normalmente ha bisogno di molte località geografiche diverse per il cibo, il riposo e la nidificazione. Quindi, anche se proteggiamo la maggior parte dei loro luoghi di riproduzione, è ancora insufficiente. Le minacce in qualsiasi altra parte sono in grado di influenzare l’intera popolazione. La catena può essere rotto in qualunque collegamento. Gli uccelli intraprendono notevoli spostamenti, sorvolando terra e mare per trovare rifugio quando cambiano le stagioni. Si va dai voli della pittima minoredi una lunghezza superiore ai 10.000 chilometri al relè annuale delle sterne artiche, che nel corso della loro vita volano per una distanza equivalente tre volte a quella per la luna e ritorno».

Lo studio ha scoperto che 1.324 delle 1.451 specie di uccelli migratori hanno una protezione inadeguata per almeno una parte del loro percorso migratorio, mentre 18 specie non hanno nessuna protezione nelle loro aree di riproduzione e di due specie non hanno alcuna protezione lungo tutta la loro migrazione.

Il team internazionale ha esaminato più di 8.200 important bird and biodiversity areas riconosciute a livello internazionale come luoghi significativi per le popolazioni di uccelli migratori, trovando che «solo il 22% sono completamente protetti e il 41% per cento sono solo in parte sovrapposte ad aree protette».

Uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio Stuart Butchart , direttore scientifico di BirdLife International, ha detto che «La creazione di nuove riserve per proteggere i siti non protetti  – e gestire in modo più efficace tutte le aree protette per le specie migratorie – è fondamentale per garantire la sopravvivenza di queste specie».

Anche secondo Richard Fuller , che insegna all’università del Queensland. «Lo studio ha evidenziato l’urgente necessità di coordinare l’istituzione delle aree protette lungo il l’intero percorso di migrazione degli uccelli. Non importa quello che facciamo in Australia o in Europa, se questi uccelli stanno perdendo il loro habitat da qualche altra parte, in quanto moriranno lo stesso. Dobbiamo lavorare insieme molto più efficacemente in tutto il mondo, se vogliamo che i nostri uccelli migratori sopravvivano in  futuro».