Il declino degli insetti, l’Académie des Sciences francese: «E’ necessaria un’azione urgente» (VIDEO)

Quattro cause principali: conversione agricola e deforestazione, pesticidi, cambiamento climatico e specie aliene

[29 Gennaio 2021]

Dopo la pubblicazione su Comptes Rendus. Biologies dello studio “Insect decline: immediate action is needed”, l’Académie des Sciences  francese ha lanciato un preoccupato allarme: «L’erosione della biodiversità degli insetti, sempre più descritta e analizzata nel lavoro scientifico, rappresenta una seria minaccia per le nostre società. Gli insetti sono uno dei gruppi di organismi più grandi e diversificati. Presenti in tutti gli ecosistemi terrestri e comprendenti più di un milione di specie, forniscono servizi essenziali come l’impollinazione, il riciclaggio della materia organica e la partecipazione alla maggior parte delle reti alimentari. Tutti questi servizi rappresentano un valore monetario di diverse centinaia di miliardi di euro in tutto il mondo».

Su CNRS La Journal, Jean-Baptiste Veyrieras intervista uno degli autori dello studio, Philippe Grandcolas, direttore dell’Institut de systématique, évolution, biodiversité (Unité CNRS/Muséum national d’Histoire naturelle/Sorbonne Université), che evidenzia che è una delle prime volte che l’Académie des sciences si pronuncia sulla crisi della biodiversità e ne prende atto: «E’ quindi un momenti estremamente importante. Finora i gridi di allarme venivano principalmente da strutture legate alle discipline scientifiche interessare, vale a dire l’ecologia e le scienze ambientali. Agli occhi della società, e nonostante tutte le rilevanti competenze, fino ad ora potevamo essere paradossalmente sospettati di esagerare l’importanza del nostro soggetto di studio. Ora, alla luce di tutti i dati disponibili, questa opinione dimostra che c’è un ampio consenso all’interno della comunità scientifica, che spazia dalle scienze ambientali ai diversi aspetti della biologia, sulla realtà di questo declino»

Infatti, la prestigiosa istituzione scientifica francese ricorda che «Per diversi decenni, numerosi studi scientifici in vari ecosistemi hanno mostrato riduzioni molto significative e durature delle popolazioni di insetti, o anche dell’estinzione di specie, e le attribuiscono a quattro cause principali:  l’altissima conversione degli ambienti terrestri, con in particolare l’abbattimento o la frammentazione di foreste naturali, zone umide e ambienti erbacei;  l’uso crescente e non mirato di pesticidi altamente tossici (in particolare neonicotinoidi); i diversi e complessi effetti del cambiamento climatico;  l’introduzione di un gran numero di specie esotiche invasive».

Tuttavia, il parere dell’Académie des sciences evita di fornire un numero o una percentuale che da soli riassumano l’entità di questo calo. Ma perché si può parlare i declino globale? Grandcolas  evidenzia che «Con più di un milione di specie conosciute, gli insetti rappresentano l’80% delle specie animali. È quindi attualmente impossibile seguire con precisione l’evoluzione delle popolazioni di tutte le specie di insetti. Ciò rende difficile formulare tendenze generali medie. Ma le osservazioni sul campo condotte in tutto il mondo negli ultimi 20 anni hanno dimostrato chiaramente una netta diminuzione del numero totale di insetti. La situazione è estremamente preoccupante ovunque. In Europa o in Nord America, ad esempio, le popolazioni di insetti, compresi molti impollinatori, come api selvatiche e farfalle, sono in netto calo nei territori agricoli misti. La flagrante diminuzione delle tracce di insetti: moscerini, bombi, farfalle, ecc. – sui parabrezza in Europa non è una leggenda: è stato addirittura quantificata e arriva a oltre l’80% in alcune regioni! Come per altre specie che trascorrono più tempo a terra, i dati sui coleotteri, ad esempio, purtroppo puntano nella stessa direzione. Sappiamo anche che, dall’inizio dell’era industriale, in tutto il mondo le zone umide si sono ridotte dell’85% della loro superficie. E’ quindi logico notare che molte specie di insetti acquatici, come le libellule, hanno sofferto a causa della distruzione del loro habitat naturale».

L’Académie des sciences raccomanda di adottare urgentemente le seguenti misure: «L’avvio di programmi di monitoraggio degli insetti in diversi ecosistemi, che consentano di determinare l’evoluzione a lungo termine delle popolazioni, utilizzando nuove tecnologie e facendo riferimento alle collezioni museali; una significativa riduzione dell’uso di pesticidi fino a portare alla loro completa sostituzione con altri metodi di controllo, ad esempio quelli basati sull’agroecologia; limitare la conversione degli ambienti, non solo preservando e ripristinando la complessità degli habitat naturali ma anche limitando lo sviluppo di nuovi allevamenti di bestiame o nuove colture (ad esempio certi semi di soia) che contribuiscono alla conversione;  la lotta al cambiamento climatico e alle specie esotiche invasive;  la rivalutazione dell’immagine e dell’importanza degli insetti a beneficio della Natura e dell’Umanità attraverso l’impegno essenziale della società civile».

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  • Le rôle oublié des pollinisateurs | Reportage CNRS