Il declino di balene, pesci, uccelli marini e grandi animali interrompe il ciclo dei nutrienti della Terra

La capacità di balene e megafauna terrestre di trasportare le sostanze nutritive ridotta ad appena il 6%

[29 Ottobre 2015]

Il nuovo studio “Global nutrient transport in a world of giants”, realizzato da un team dell’università di Oxford  e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un team internazionale guidato dai ricercatori dell’università di Oxford, rivela che gli ultimi grandi animali terrestri, le balene, gli uccelli marini e pesci hanno svolto un ruolo fondamentale nel ciclo dei nutrienti, riciclandoo le sostanze nutritive dalle profondità dell’oceano, diffondendole in  lungo e in largo in tutto il mondo e portandole  in profondità nell’entroterra.

I ricercatori britannici, danesi, olandesi e statunitensi, sottolineano che «Quello del passato era un mondo di giganti, con balene abbondanti nel mare e grandi animali che vagavano sulla terra. Tuttavia, quel mondo è finito dopo le massicce estinzioni di megafauna nel tardo-quaternaria a terra e con la riduzione delle diffuse popolazioni di balene nel corso degli ultimi secoli. Queste perdite possono avere conseguenze importanti su larga scala per il ciclo delle sostanze nutritive, dato che la recente letteratura suggerisce che i grandi animali auto-movimentano sproporzionatamente dei nutrienti».

Le riduzini della megafauna marina, insieme all’estinzione della maggior parte dei grandi mammiferi terrestri ha interrotto questo efficiente sistema di riciclaggio di importanti nutrienti, in particolare il fosforo. I ricercatori hanno calcolato che la capacità delle balene e della megafauna terrestre di trasportare le sostanze nutritive in tutto il mondo si è ridotta ad appena il 6% della loro capacità globale prima dell’estinzione di massa e del declino delle popolazioni di cetacei.

I ricercatori spiegano che «Alcune balene e altri mammiferi marini si nutrono nelle acque ricche di nutrienti a una profondità di circa 100 metri e vengono alla superficie del mare per defecare e urinare, rilasciando sostanze nutrienti vitali come il fosforo».  Per lo o studio pubblicato su PNAS – che fa parte degli atti del workdshopMegafauna and Ecosystem Function:  from the Pleistocene to the Anthropocene” di cui oggi parliamo su un’altra pagina di greenreport.it – ,  i ricercatori hanno utilizzato i dati esistenti, dimostrando cali globali del 66% – 90% negli ultimi 300 anni nelle popolazioni di balene, confrontando così la capacità delle balene nel distribuire i nutrienti storicamente rispetto ad oggi.

Pria di quello che ormai viene chamato l’Antropocene, «Le balene e altri mammiferi marini spostavano  un totale globale di circa 340 milioni di kg di fosforo all’anno dalla profondità alla superficie dell’acqua – dicono all’università di Oxford –  ma ora trasportano solo 75 milioni di kg di fosforo (circa il 23% della loro ex capacità)». Il team internazionale di ricerca ha utilizzato anche i dati relativi agli uccelli marini e alle popolazioni ittiche anadrome (che nuotano sia nel mare che neifiumi), che si nutrono nel mare e poi rilasciano le sostanze nutrienti a  terra quando defecano o i loro corpi si decompongono. I ricercatori hanno calcolato che, «In passato, le popolazioni di uccelli marini e di pesci potrebbero aver trasferito  circa 150 milioni di kg di fosforo all’anno dal mare alla terra. Si stima che il pesce abbia svolto la maggior parte del compito, trasportando in media circa 140 milioni di kg all’anno, rispetto agli uccelli marini che in media arrivavano a  6,3 milioni di kg all’anno. Oggi, questo trasferimento di sostanze nutritive dal mare a terra è diminuito di oltre il 90%».

Per valutare quanto e come gli animali fossero in grado di spostare le sostanze nutrienti, i ricercatori hanno utilizzato un modello matematico simile a quello usato dai fisici per calcolare la diffusione del calore. Grazie alle loro enormi dimensioni e all’esteso areale delle grandi balene, prima che venissero spietatamente cacciati questi grandi cetacei potevano portare i nutrienti lontano dalle zone fertili in modo ancora più efficiente rispetto ai grandi animali che popolavano la Terra prima dell’estinzioni di massa, intorno a 12.000 anni fa.

Il principale autore dello studio, Christopher Doughty, dell’ Environmental Change Institute  della School of Geography and the Environment dell’università di Oxford, ha sottolineato che «Prima non si pensava che  gli animali svolgessero un ruolo importante nel movimento di nutrienti. Qui dimostriamo che in passato erano in grado di svolgere un ruolo chiave nel mantenere il pianeta fertile. Tuttavia, le estinzioni e le riduzioni di popolazioni hanno ridotto questo ruolo a meno del 10% di quello di una volta».

Questo studio si basa su una ricerca precedente, “Impact of the Pleistocene megafauna extinctions on nutrient availability in Amazonia” pubblicata nel 2013 su Nature Geoscience da un team guidato dallo stesso  Doughty, che ha dimostrato che i grandi animali terrestri hanno agito come portatori di nutrienti essenziali per piante e animali, per migliaia di anni ed a livelli continentali.

Uno degli altri autori, Joe Roman, dell’università del Vermont, conclude: «Il fosforo è un elemento chiave per i fertilizzanti e i rifornimenti di fosfati facilmente accessibili possono esaurirsi in appena 50 anni. Ricostituire le popolazioni di animali potrebbe aiutare a riciclare il fosforo dal mare alla terra aumentando le scorte globali di fosforo disponibili in futuro. ‘Gli sforzi per proteggere le balene e le foche dalla caccia fatti  negli ultimi decenni hanno avuto alcuni forti risultati. Anche se c’è ancora molta strada da fare per ripristinare le grandi specie marine e terrestri, i progetti globali di conservazione volti a ristabilire tali percorsi nutrizionali, dagli oceani ai fiumi e ai terreni, raccoglieranno i benefici per la fauna selvatica e le persone».