Il “nuovo” rinoceronte gigante col naso da tapiro che potrebbe riscrivere la storia geologica del Tibet

Una nuova scoperta in Cina che dimostra che nell’Oligocene il Tibet era un crocevia per la dispersione dei rinoceronti giganti

[18 Giugno 2021]

Lo studio “An Oligocene giant rhino provides insights into Paraceratherium evolution”. Appena pubblicato su Communications Biology da un team di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze e dell’Harvard University rivela la scoperta in Cina  di una nuova specie dell’antico rinoceronte gigante, tra i più grandi mammiferi che abbiano mai camminato sulla terraferma: il Paraceratherium linxiaense, vissuto circa 26,5 milioni di anni fa e che pesava 21 tonnellate, quanto 4 grossi elefanti africani. La testa della creatura, senza corni, potrebbe aver raggiunto i 7 metri per poter brucare le cime degli alberi, più in alto di quanto arrivano le odierne giraffe. Un cranio e una mascella completamente conservati indicano che questo rinoceronte gigante aveva un cranio snello e un tronco nasale prensile simile a quello del moderno tapiro.

All’Accademia cinese delle scienze ricordano che «Il rinoceronte gigante, Paraceratherium, è considerato il più grande mammifero terrestre mai vissuto e viveva principalmente in Asia, in particolare in Cina, Mongolia, Kazakistan e Pakistan. Tuttavia, come questo genere si sia disperso in tutta l’Asia è stato a lungo un mistero. Un mistero sul quale ora fa luce la nuova scoperta.

Il principale autore dello studio Tao Deng, dell’Istituto di paleontologia dei vertebrati e paleoantropologia (IVPP) dell’Accademia cinese delle scienze dice che il Paraceratherium linxiaense fornisce importanti indizi sulla dispersione dei rinoceronti giganti in tutta l’Asia. I fossili della nuova specie comprendono un cranio e una mandibola completamente conservati e altri resti e due vertebre toraciche di un altro individuo . I fossili sono stati trovati nei depositi del tardo Oligocene del bacino di Linxia nella provincia di Gansu, in Cina , che si trova sul confine nord-orientale dell’altopiano tibetano . I ricercatori cinesi dicono che l’analisi filogenetica rivela che  P. linxiaense e imparentato con altre specie estinte di rinoceronti giganti asiatici ma che aveva un collo più flessibile.

Il rinoceronte gigante del Pakistan occidentale proviene dagli strati dell’Oligocene, rappresentando una singola specie, Paraceratherium bugtiense  Invece, il resto del genere Paraceratherium , che era diffuso nell’altopiano mongolo, nella Cina nordoccidentale e nell’area a nord dell’altopiano tibetano fino al Kazakistan, è molto diversificato.  I ricercatori hanno scoperto che tutte e 6 le specie di Paraceratherium «Sono sorelle dell’ Aralotherium e formano un clade monofiletico in cui P. grangeri è il più primitivo, seguito da P. huangheense e P. asiaticum. Gli scienziati sono stati così in grado di determinare che, «Nel primo Oligocene, P. asiaticum si è disperso verso ovest fino al Kazakistan e il suo lignaggio discendente si è espanso nell’Asia meridionale come P. bugtiense . Nel tardo Oligocene, Paraceratherium è tornato verso nord, attraversando l’area tibetana per produrre P. lepidium a ovest in Kazakistan e P. linxiaense a est nel bacino di Linxia».

Nel primo Oligocene  l’Asia centrale era un’area arida, mentre l’Asia meridionale era relativamente umida, con un mosaico di paesaggi boscosi e aperti. Deng è convinto che «Le condizioni tropicali del tardo Oligocene hanno permesso al rinoceronte gigante di tornare verso nord nell’Asia centrale, il che implica che la regione tibetana non fosse ancora elevata come un altopiano di alta quota».  Inquesto caso, durante l’Oligocene, i rinoceronti giganti avrebbero potuto diffondersi liberamente dall’altopiano mongolo all’Asia meridionale, lungo la costa orientale dell’Oceano della Tetide e forse attraverso il Tibet.

All’Accademia cinese delle scienze concludono: «La possibilità topografica che il rinoceronte gigante abbia attraversato l’area tibetana per raggiungere il subcontinente indiano-pakistano nell’Oligocene può essere supportata anche da altre evidenze. Fino al tardo Oligocene, l’evoluzione e la migrazione da P. bugtiense a P. linxiaense e P. lepidum dimostrano che l’altopiano tibetano non costituiva ancora una barriera al movimento del più grande mammifero terrestre».