Il piccolo ghiozzo italiano che mangia il granchio invasore

Il ghiozzo paganello preda il granchio corridore atlantico, una delle specie aliene più invasive del Mediterraneo

[12 Aprile 2021]

Secondo lo studioInvasive Species Control: Predation on the Alien Crab Percnon gibbesi (H. Milne Edwards, 1853) (Malacostraca: Percnidae) by the Rock Goby, Gobius paganellus Linnaeus, 1758 (Actinopterygii: Gobiidae)”, pubblicato sul Journal of Marine Science and Engineering da Francesco Tiralongo, Giuseppina Messina e Bianca Maria Lombardo del Laboratorio di biologia della fauna marina mediterranea del Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’università di Catania, «Il ghiozzo paganello riesce a predare il granchio corridore atlantico, una delle specie aliene più invasive dei nostri mari». Con me spiegano all’università di Catania, «Dalla ricerca emerge che il “ghiozzo paganello” (Gobius paganellus), un piccolo pesce autoctono della famiglia Gobiidae presente nei nostri mari, è in grado di predare, in maniera efficiente, una delle specie aliene invasive più temibili presenti in Mediterraneo, il “granchio corridore atlantico” (Percnon gibbesi). Proprio questo granchio, segnalato per la prima volta all’interno del nostro Bacino nel 1999, ha in pochi anni invaso centinaia di chilometri di coste lungo tutto il Mediterraneo.

Come difensore dal suo mare dalle specie aliene, il ghiozzo paganello d si va ad aggiungere  al polpo (Octopus vulgaris) che, come ha rivelato un recente studio internazionale al quale ha partecipato Tiralongo, ha iniziato a predare un’altra specie aliena invasiva: il pesce scorpione (Pterois miles).

Nel loro studio, i ricercatori catanesi hanno esaminato diversi aspetti biologici del ghiozzo, studiandone anche i contenuti stomacali e sottolineano che «Grazie alle analisi è stato dimostrato in maniera chiara come il ghiozzo riesca a predare con una certa frequenza il granchio alieno, che rappresenta una specie elusiva capace di nascondersi rapidamente sotto ai massi o tra gli anfratti rocciosi. Si tratta della prima evidenza di predazione non occasionale di una specie invasiva da parte di una popolazione nativa mediterranea».

Tiralongo ricorda che «La dieta dei ghiozzi comprende in genere una varietà di prede piuttosto ampia, solitamente rappresentata da invertebrati marini Durante il nostro studio abbiamo esaminato e confrontato la dieta del ghiozzo paganello in due aree vicine della Sicilia sudorientale, ad Avola e Noto, e certamente possiamo dire che questo piccolo pesce contribuisce a ridurre l’abbondanza del granchio invasivo lungo le nostre coste. Com’è noto, le specie aliene invasive possono rappresentare una seria minaccia per gli ecosistemi marini, ma anche per l’economia e per la salute dell’uomo, motivo per cui riconoscere quali siano le possibili strategie per tenere sotto controllo le popolazioni delle specie invasive, poiché l’eradicazione è in genere sostanzialmente impossibile, rappresenta un obiettivo valido al fine di limitare i danni che queste specie possono arrecare. A tal proposito, il nostro studio, che segue di poco quello del polpo che preda il pesce scorpione, dimostra come anche la fauna autoctona possa contribuire, tramite il meccanismo della predazione, a controllare le popolazioni delle specie aliene invasive. E’ necessario approfondire con altri studi le dinamiche di predazione, estendendoli ad altre aree e ad altre specie, al fine di meglio comprendere la portata del controllo biologico dovuto ai predatori nativi. Appare chiaro che la tutela delle specie autoctone non solo risulta fondamentale per proteggere la biodiversità dalle minacce umane come la distruzione degli habitat, l’inquinamento e la pesca eccessiva, ma anche per difendere l’ecosistema stesso dalle invasioni biologiche».

La Lombardo conclude: «Il nostro Laboratorio di Biologia della Fauna Marina Mediterranea si occupa principalmente della biologia della fauna marina costiera. In un’era in cui i ritmi delle invasioni biologiche aumentano costantemente, non possiamo certamente trascurare questo aspetto e tutti gli effetti negativi che le invasioni possono arrecare, non solo all’ambiente, ma anche all’economia e alla salute umana».