Il vento fa crollare un pezzo di muro di confine di Trump, ma il disastro ambientale non si ferma

Sierra Club: con la costruzione del muro di aumentano i pericoli in tutto il sud-ovest Usa

[31 Gennaio 2020]

Il 29 gennaio il vento ha abbattuto diversi pannelli di nuova barriera installati lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, facendoli cadere in territorio messicano. Kistina Davis scrive sul San Diego Union-Tribune che «I pannelli di paletti di acciaio, alti 30 piedi (9 metri, ndr), erano stati appena ancorati nel cemento, che non era ancora asciugato, quando le raffiche li hanno abbattuti nella tarda mattinata». Secondo il National Weather Service, nell’area soffiava un vento con raffiche intorno a 30 – 50 Km all’ora.

Il clamoroso incidente si è verificato a Calexico, in California, tra i varchi di entrata ovest e est e ha investito una strada di Mexicali, in Messico, che corre parallela al muro di confine.

Il pezzo di muro crollato fa parte dell’imponente (e inutile) progetto di Donald Trump di costruire una barriera di confine lunga 1.424 km, meno della metà della lunghezza totale della fontiera Usa – Messico, e che è costruita con pali di acciaio riempiti di cemento e armature, che poi vengono ricoperti da piastre di metallo. Il tutto con un ulteriore investimento di 7.2 miliardi di dollari e raggiungendo un totale di 18,4 miliardi di dollari.

Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa – 3,5 milioni di soci – fa il punto della situazione e ricorda che l’amministrazione Trump sta attualmente realizzando «miglia di costruzione di nuovi muri di confine, a seguito della dichiarazione di emergenza nazionale del Presidente che gli ha permesso di razziare fondi militari per la costruzione di muri di confine» e contro la quale Sierra Club ha avviato un procedimento legale.

L’associazione ambientalista evidenzia che «La costruzione della Customs and Border Protection (CBP) sta iniziando a prendere la sua forma distruttiva in tutto il sud-ovest. Già diversi siti desertici in Arizona sono stati spogliati e distrutti per fare nuove barriere, tra cui diversi luoghi nel San Bernardino National Wildlife Refuge e nell’Organ Pipe Cactus National Monument». Sierra Club ripubblica immagini scattate il 27 gennaio  che mostrano scavi e demolizioni realizzati dal CPB in una vasta area di deserto a Quitobaquito Springs nell’Organ Pipe, in un sito sacro per gli indigeni Hia-Ced e Tohono O’odham.

Dan Millis, responsabile della campagna terre di confine di Sierra Club, riassume quel che sta succedendo con la costruzione del muro in corso in tutti gli stati di confine e in molti siti ecologici, culturali e comunitari che sono in pericolo.

Arizona: circa 6 nuove miglia di muro sono già state imposte nel territorio vicino al San Bernardino National Wildlife Refuge a est di Douglas/Agua Prieta. Questo progetto dovrebbe avere una lunghezza di almeno 20 miglia e si collegherà a ovest con un tratto di muro esistente quasi ininterrotto di 40 miglia. Questo rifugio è una zona umida ripristinata che dipende da sorgenti artigianali di antiche acque fossili, risalenti a 5.000 a 40.0000 anni fa. L’acquifero viene pompato dai profittatori del muro di confine per le loro operazioni di costruzione al ritmo di 112.000 galloni al giorno e potrebbe aumentare a oltre 300.000 galloni al giorno. Quattro zone umide del rifugio si stanno prosciugando e, a causa della natura antica di quest’acqua, le precipitazioni non saranno in grado di ricaricarle.

Altrove in Arizona, la costruzione del muro di confine presso l’Organ Pipe Cactus National Monument minaccia di murare le oltre 30 miglia di confine che il Parco Nazionale condivide con il Messico. I muri preesistenti misuravano solo 5 miglia di lunghezza, ma la recente costruzione ha aggiunto altre 5 o 6 miglia. Il pompaggio di acque sotterranee minaccia di prosciugare le sorgenti di Quitobaquito, un sito sacro per il popolo Hia-Ced e Tohono O’odham. Queste acque sacre nell’ Organ Pipe e a San Bernardino ospitano specie in via di estinzione che non si trovano in nessun’altra parte della Terra.

California: la parte Usa del Bi-National Garden at Friendship Park vicino a San Diego è stata demolita dal U.S. Customs and Border Protection. La sostituzione e l’innalzamento del muro di confine sono in corso o imminenti nelle vicinanze di El Centro, Calexico e Tecate.

Texas: il governo federale ha inviato centinaia di lettere chiedendo ai proprietari terrieri delle terre di confine di concedere l’accesso e di vendere le loro terre ai costruttori del muro di confine. Ci sono più di una dozzina di cause pendenti e condanne per l’espropriazione di terre proprio ora che il Department of Homeland Security (DHS) sta cercando di portare via alla gente le proprietà rivierasche per la costruzione del muro.

Inoltre, circa tre miglia del muro di confine finanziate privatamente sono state quasi completate vicino al National Butterfly Center. Le barriere si trovano pericolosamente all’interno della pianura alluvionale del Rio Grande e hanno fondamenta profonde solo un paio di metri. Le acque alluvionali distruggeranno rapidamente la costruzione e probabilmente aggraveranno le inondazioni nel sito ecologico.

New Mexico: nuovi muri di confine sono stati imposti dalla società di costruzioni di Tim Barnar, che è membro del consiglio di amministrazione dell’università Gonzaga. Questo specifico segmento viene costruito lungo decine di miglia dell’ecosistema del deserto di Chihuahuan su entrambi i lati di Columbus, nel New Mexico. Il prossimo mese, sono previsti altri muri distruttivi nell’area di bootheel del New Mexico.