In Bolivia dopo 18 anni ricompare la rana di cristallo di Bejarano

Ritrovata nel parco di Parque Nacional Carrasco, nell’area a rischio per una diga idroelettrica

[27 Gennaio 2020]

La rana di cristallo di Bejarano, una specie endemica della Bolivia, è stata ritrovata nell’area di Sehuencas dopo 18 anni che gli erpetologi non la avevano più avvistata e non avevano ricevuto più segnalazioni e dati sulla sua esistenza.

Il biologo Rodrigo Aguayo, del Museo de Historia Natural “Alcide d’Orbigny” che, unsieme al suo collega Oliver Quinteros e a René Carpio del Centro de Biodiversidad y Genética dell’Universidad Mayor de San Simón, lavora a un progetto per mitigare e salvare la fauna e la flora messa in pericolo dal Proyecto Hidroeléctrico Ivirizu, nel Parque Nacional Carrasco. Ha detto al giornale Los Tiempos che «Con questa scoperta c’è la speranza di trovare più specie per prendersi cura e preservare i loro habitat».

Quinteros ha aggiunto: «La riscoperta di questa specie è un raggio di luce di speranza per il futuro delle rane di cristallo, uno dei gruppi di anfibi più carismatici al mondo, nonché per altre specie nell’ordine di anfibi e rettili, il più minacciato e vulnerabile del pianeta a causa della loro lentezza nello spostarsi da un’area quando sono minacciati».

Aguayo ha ricordato che «Per la scienza, e soprattutto per il pianeta, perdere una specie è un duro colpo per la biodiversità perché ognuna corrisponde a molti anni di evoluzione e svolge una funzione biologica all’interno dell’ecosistema. Sapere che la rana è lì è stato grandioso e abbiamo già recuperato il suo materiale genetico che ha un valore incalcolabile».

In Bolivia vivono più di 270 specie di rospi e rane, che rappresentano circa il 3,5% delle specie di anfibi del pianeta e che ne fanno uno dei 10 Paesi con la più alta biodiversità di anfibi al mondo.

Quinteros ha spiegato che «Si tratta di una specie di Yungas di Sehuencas, il cui nome scientifico è Nymphargus bejaranoi (Cannatella, 1980) e appartiene alla famiglia dei Centrolenidae. E’ una rana che si caratterizza per avere la pelle del ventre trasparente, rendendo visibile in alcuni casi il suo cuore pulsante o il tratto digestivo, per questa caratteristica la chiamano “rana de cristal”, oltre a questa particolarità, depone anche le sue uova sotto foglie in un involucro gelatinoso, sopra corsi d’acqua e corpi idrici, dove i loro girini cadranno quando si sviluppano, evitando così i predatori acquatici. La rana di cristallo ha gli occhi grandi e sporgenti e quando il maschio canta ha delle spicole su tutta la pelle. Il suo periodo riproduttivo va da dicembre a febbraio e le uova vengono curate dai maschi».

Il ritrovamento è avvenuto l’8 gennaio durante un’operazione di ricerca e salvataggio dell’erpetofauna e nell’ambito delle misure di mitigazione messe in atto nel Parque Carrasco. Gli scenziati bolivini si sono trovati di fronte a 5 esemplari maschi in un’area di foresta pluviale vicino alla città di Chaquisacha, e Aguayo, che nell’area ha già scoperto diverse specie nuove per la scienza, rivela che «A causa della vulnerabilità della specie, due esemplari sono stati trasferiti in arre all’interno del parco, lontano dalla presenza umana. Inoltre, i tre individui rimanenti sono stati trasferiti al Centro K’ayra del Museo de Historia Natural Alcide d’Orbigny, dove vive anche la famosa rana “Romeo”, per proteggere le specie in via di estinzione, anche per indagare e conoscere meglio le sue caratteristiche e allo scopo di ottenere la sua riproduzione “exsitu” e il suo successivo ripopolamento.

Si credeva che Romeo, ritrovato nel 2008, fosse l’ultimo esemplare di rana acquatica di Sehuencas (Telmatobius yuracare), ma dopo 10 anni di solitudine sono stati scoperti in bolivia 5 esemplari di queste rarissime rane (3 maschi e due femmine) e nei gioni scorsi, dopo un periodo di ambientamento una delle femmine, chiamata naturalmente “Giulietta” si è accoppiata con Romeo,

Al Centro K’ayra anche le ritrovate rane di cristallo Nymphargus bejaranoi verranno curata da professionisti esperti per garantire che sopravvivano, «Consentendo la conservazione del materiale genetico di questa specie molto sensibile ai cambiamenti climatici e antropici», spiega ancora Quinteros – Mentre è vero che le rane di montagna di diversi gruppi, compresi i centrollenidi (rane di cristallo o di vetro), sono notevolmente diminuite negli ultimi tre decenni in Bolivia e in America Latina, spesso a causa di un micidiale fungo patogeno e dei cambiamenti climatici, Apparentemente questa specie ha resistito. La cosa buona è che non è l’unica specie di anfibio minacciato che sembra riemergere come la “fenice”, come nel caso della famosa rana “Romeo” (Telmatobius yuracare), che vive anche lei in questa regione. Il che è un incentivo per conservazione di queste specie in pericolo».

Secondo Aguayo, «Le principali minacce della rana di cristallo sono ovviamente la deforestazione della foresta pluviale in cui vive, l’espansione dell’agricoltura in quest’area, il declino delle acque, il fungo Batrachochytrium dendrobatidis (che ha causato diverse estinzioni di anfibi nel mondo) e l’utilizzo di pesticidi in altura, che stanno distruggendo molti dei luoghi in cui si trovava la specie».

Per questo i biologi boliviani raccomandano alle autorità del Servicio Nacional de Parques di «adottare maggiori misure di sicurezza per la conservazione delle specie, poiché l’area in cui si trova il Parque Carrasco, a Cochabamba, è una delle aree con maggiore endemismo, il che significa che esistono specie uniche al mondo».

Aguayo conclude: «Dobbiamo aumentare gli sforzi per monitorare e conoscere quale sia lo stato della loro popolazione per essere più efficaci nel proteggere le specie e le aree in cui vivono».