Ispra, ecco come ha fatto l’orso M49 a fuggire dal recinto di Casteller

«Pur considerando la mole dell’animale, la forza e la determinazione mostrate dal soggetto visionando il punto di rottura appaiono fuori dal comune»

[29 Luglio 2020]

L’orso M49, il più ricercato del Trentino, è riuscito a fuggire per due volte dal recinto di Casteller per tornare a rifugiarsi nei suoi boschi: «Come volevasi dimostrare Papillon, soprannome di Henri Charrière, il fuggiasco francese, è il soprannome migliore che potevamo scegliere», ha commentato il ministro dell’Ambiente. Ma come ha fatto l’orso a fuggire? Per capirlo il ministro ha chiesto ad Ispra un sopralluogo al recinto, effettuato ieri insieme al personale del Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento.

«Questo è quanto si è potuto constatare – spiegano da Ispra – il punto da cui è fuoriuscito l’orso si trova nella stessa posizione da cui l’animale era fuggito lo scorso anno, scavalcando in quel caso la recinzione, in un punto distante del recinto rispetto alla porzione dove sono i locali tecnici. Questa volta, invece, sono stati divelti o piegati alcuni dei tondini della rete della recinzione – di diametro di 12 mm – dalla quale è poi fuoriuscito. Per operare l’apertura, sono stati rotti diversi punti di saldatura tra i tondini. Analoghi danneggiamenti sono stati rilevati in altri due punti della recinzione, dove sono stati osservati tondini in parte staccati, facendo presumere che l’esemplare abbia tentato di aprire la recinzione in vari punti prima di riuscire a creare l’apertura che ne ha permesso la fuga».

La fuga, secondo riferito dal personale trentino, sarebbe avvenuta di notte: non vi sono osservazioni né dirette né in remoto del fatto. Solo il mattino successivo si è preso atto dell’accaduto, dopo aver visto il tracciamento del segnale emesso dal trasmettitore satellitare montato al collo dell’animale.

I dettagli forniti da Ispra sul recinto del Casteller sono utili a comprendere la portata dell’impresa realizzata dall’orso M49: «La struttura della recinzione è composta da un cordolo di calcestruzzo nel quale sono inseriti i pali verticali di sostegno, ai quali sono imbullonati i tondini che formano la rete di recinzione. I tondini non sono affogati nel calcestruzzo, caratteristica questa che presumibilmente ha contribuito a rendere meno difficoltosa la rottura della rete. Pur considerando la mole dell’animale (peso superiore a 200 kg), la forza e la determinazione mostrate dal soggetto visionando il punto di rottura appaiono fuori dal comune. Come nel precedente caso di fuga di M49, la recinzione elettrica che integra la recinzione esterna e separa le tre sub-aree interne, si è rivelata inefficace verso questo specifico individuo, a differenza di quanto registrato per gli altri orsi che nel corso del tempo sono stati tenuti nella struttura di Casteller».

E adesso? «La mia posizione rimane la stessa – dichiara il ministro Costa – ogni animale deve essere libero di vivere in base alla sua natura. Papillon ha il radiocollare e quindi rintracciabile e monitorabile facilmente: non ha mai fatto male a nessuno, solo danni materiali facilmente rimborsabili. Chiediamo che non venga rinchiuso e assolutamente non abbattuto».